L’Agenzia Internazionale dell’Energia spiega come l’UE può diventare una “Energy Union”
L’occasione è stata la presentazione del rapporto Energy Policies of IEA Countries: European Union – 2014, con il quale l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), ha tracciato un bilancio delle politiche energetiche europee dal 2008 ad oggi.
Secondo l’IEA, organizzazione internazionale intergovernativa fondata nel lontano 1974 allo scopo di promuovere la sicurezza energetica tra i suoi Stati membri, l’Unione Europea ha compiuto grandi progressi nella liberalizzazione dei mercati dell'energia, raggiungendo ad esempio con largo anticipo, rispetto a quanto preventivato, gli obiettivi per il clima e l’energia fissati al 2020, con una
riduzione del 19,2% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990 e un
aumento del 14,1% della quota di rinnovabili destinate ai consumi energetici, principalmente solare fotovoltaico ed eolico.
Nel mese di ottobre 2014 i leader dell'UE hanno fissato il raggiungimento, per il 2030, di ambiziosi obiettivi climatici ed energetici. Fissati gli obiettivi occorrerà passare alla fase operativa mettendo in atto un quadro giuridico, con regole di mercato chiare per raggiungere un sistema a basse emissioni di carbonio. Si tratterà, senza dubbio, di una transizione non facile, visto la forte dipendenza ai combustibili fossili dei settori dell'energia elettrica e dei trasporti. Ciò richiederà la rapida riforma delle emissione dell'UE Trading Scheme (EU ETS) e il sostegno agli investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio.
Secondo l’IEA i mercati dei sistemi elettrici europei dovranno ospitare sempre di più quote crescenti di energia rinnovabile. Allo stesso tempo però, nei prossimi dieci anni, l'UE si troverà ad affrontare il problema dello smaltimento di metà della sua capacità nucleare. Un tema, quindi, quello della sicurezza energetica a cui l’Europa non potrà sottrarsi
Per questo al fine di ridurre la dipendenza da un unico fornitore, l'UE deve diversificare ulteriormente le forniture di gas e petrolio, e non potrà permettersi di ridurre le proprie opzioni energetiche: nucleare, carbone e gas non convenzionale e petrolio che dovranno quindi essere parte del mix.
"Per sfruttare al meglio la diversità delle sue fonti di energia, e di muoversi verso una Unione Energy, l'UE deve migliorare in comune le risorse nel proprie mercato interno dell'energia per migliorare sia la sicurezza energetica e la competitività della sua industria", ha commentato il Direttore Esecutivo IEA Maria van der Hoeven ha aggiunto.
Grandi passi quelli fatti dall’Unione Europea ma che non bastano per raggiugere un vero e proprio "Energy Union".
Analizzando il rapporto infatti si evince, per esempio, che gran parte dell'integrazione del mercato energetico europeo è stato limitato alla parte settentrionale e a quella occidentale, tracciando di fatto il quadro di un Europa ancora lontana da una rete energetica veramente integrata, con regole efficienti a disciplinare il mercato dell’energia e politiche efficaci per il sostegno dello sviluppo di tecnologie a basse emissioni, limitatamente inquinanti.
Inoltre, nonostante le riforme che hanno portato alla liberalizzazione, i mercati sono sempre più distorti dalla persistenza di prezzi regolamentati e dall'aumento dei supplementi verdi e dei prelievi.
Nonostante le liberalizzazioni applicate al grande mercato e i prezzi decrescenti, mancano ancora importanti interconnessioni a livello di politiche energetiche e per una decarbonizzazione dell’economia.
Nel rapporto, l’IEA fornisce anche una serie di raccomandazioni per raggiungere una “Union Energy” e che vengono riassunte di seguito:
- Riconfermare l'impegno per un pieno funzionamento del mercato interno dell'energia dell'UE e la attuazione di norme UE attraverso numerose azioni volte a integrare ulteriormente i mercati dell'elettricità dell'UE oltre le frontiere al fine di consentire una gestione più efficace delle energie rinnovabili e di migliorare l'adeguatezza della generazione; di eliminare gradualmente i prezzi al dettaglio regolamentati e creare mercati al dettaglio più competitivi, con forte coinvolgimento dei consumatori nei mercati dell'energia, attraverso la risposta della domanda, contatori e reti intelligenti, e una maggiore scelta di prodotti e tariffe; di aumentare il livello di interconnessione della rete energetica dell'UE mediante l'attuazione investimenti infrastrutturali in progetti di interesse comune.
- Istituire strutture giuridiche e di governance per il 2030 in vista del quadro comunitario Clima&Energia per il 2030, al fine del raggiungimento di un'economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050 e di dare la priorità a strumenti basati sul mercato. Per questo IEA suggerisce di rafforzare e ampliare periodicamente a livello regionale i requisiti per il rinnovamento o la costruzione di edifici efficienti dal punto di vista energetico, nei settori dell’illuminazione, dei trasporti, delle tecnologie per la climatizzazione, di gestire il sistema di sussidi energetici e ridurre l’impatto distorsivo dell’intervento pubblico; di riformare rapidamente il sistema di scambio delle quote di emissione EU-ETS; di promuovere politiche che attraggano gli investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbone, includendo le rinnovabili, il nucleare e i sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio; di valutare regolarmente i risultati sociali ed economici dei progressi dell’UE in termini di competitività, sicurezza e sostenibilità.
- Incrementare la cooperazione a livello europeo per migliorare la gestione, la sicurezza e la vita delle centrali nucleari esistenti nell'Unione europea, garantendo al tempo stesso adeguati incentivi la dove il nucleare viene utilizzato come fonte energetica.nello smaltimento di tutte le forme di rifiuti radioattivi, in particolare di quelli ad alto livello di radioattività, prevedendo l'eventuale creazione di depositi regionali.
- Garantire adeguati finanziamenti al Research, development and demonstration per raggiungere gli obiettivi della politica energetica dell'UE.