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Energie rinnovabili: +52% di nuove installazioni rispetto al 2023, ma le politiche nazionali sono in controtendenza

Il Rapporto annuale "Comuni Rinnovabili" di Legambiente evidenzia un'Italia divisa tra un grande fermento dal basso verso l'innovazione energetica e una politica nazionale che ostacola lo sviluppo necessario per motivi climatici e di tutela del territorio. Nel 2024, l'Italia ha registrato un incremento del 52% nelle energie rinnovabili, con 5,23 GW di nuova potenza solare fotovoltaica. Tuttavia, le politiche nazionali continuano a ostacolare il pieno raggiungimento degli obiettivi climatici.

Impianto solare fotovoltaico: 5,23 GW di nuova potenza di cui il 38% di impianti di piccola taglia

Dopo una lunga attesa di 12 anni, finalmente le energie rinnovabili stanno riprendendo a crescere. Nel 2023, sono stati registrati 5,79 GW di nuove installazioni, con un incremento del 52% nei primi mesi del 2024 rispetto all'anno precedente.

Questi dati testimoniano che qualcosa si sta muovendo. Sebbene non abbiamo ancora raggiunto i livelli necessari per gli obiettivi climatici del 2030, stiamo finalmente uscendo dal periodo di stagnazione registrato tra il 2014 e il 2021.

In particolare, la crescita del solare fotovoltaico è significativa, con 5,23 GW di nuova potenza installata, di cui il 38% costituito da impianti di piccola taglia (inferiori ai 12 kW), secondo i dati di Elettricità Futura. Questo riflette come il nostro Paese stia lottando per risollevarsi dalla crisi delle rinnovabili, aggravata dalle politiche favorevoli al gas e al nucleare promosse dal Governo della Presidente Meloni e dal precedente esecutivo di Draghi. Queste politiche comprendono continui accordi internazionali per le importazioni, il Piano Mattei e, recentemente, l'introduzione di mini reattori nucleari (Small Modular Reactor), criticati duramente da esperti come il professor Massimo Scalia.

La diciannovesima edizione del Rapporto annuale "Comuni Rinnovabili" di Legambiente evidenzia un'Italia dalle due facce. Da un lato, c'è un grande fermento dal basso, con cittadini, imprese e territori che puntano all'innovazione energetica e alla riduzione dei costi con piccoli impianti, e presentano numerosi progetti di grandi dimensioni.

Questo potrebbe mettere l'Italia in una posizione privilegiata per raggiungere gli obiettivi europei di sviluppo delle tecnologie rinnovabili e migliorare la sicurezza energetica, riducendo la dipendenza dalle importazioni di gas.

Dall'altro lato, però, persiste una politica nazionale che va in controtendenza rispetto allo sviluppo necessario per motivi climatici, di innovazione e di tutela dei paesaggi e delle economie locali.

 

La crescita dei comuni rinnovabili. (Report COMUNI RINNOVABILI- Sole, vento, acqua, terra a che punto sono verso il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione).
La crescita dei comuni rinnovabili. (Report COMUNI RINNOVABILI- Sole, vento, acqua, terra a che punto sono verso il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione). (Legambiente)

 

Autonomia differenziata delle regioni: rischio dipendenza dai paesi esteri e rialzo bollette

Con l'autonomia differenziata delle regioni, la questione energetica rischia di rendere ogni territorio fortemente dipendente dai paesi esteri e dalle infrastrutture costose, i cui costi ricadranno sulle bollette dei cittadini o sulla fiscalità generale. Mentre si punta alla riduzione del consumo di gas e all'elettrificazione dei consumi, molti utenti stanno abbandonando questa costosa fonte fossile.

I progetti attualmente bloccati in attesa di valutazione da parte del MASE o della Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme alle richieste di connessione, potrebbero far sì che, mantenendo la media delle installazioni degli ultimi 3 anni, si raggiunga l'85% degli obiettivi previsti per il 2030 solo nel 2040 e il 100% nel 2046, con ben 16 anni di ritardo. Nel frattempo, altri paesi europei avanzano a ritmi molto più sostenuti. Tra il 2020 e il 2023, l'Italia ha perso l'opportunità di installare almeno 34 GW di capacità rinnovabile, pari a una produzione di energia elettrica di almeno 63 TWh, ovvero il 20% del fabbisogno energetico annuale del paese. Questo avrebbe consentito di soddisfare il 57% della domanda elettrica, rispetto all'attuale 37,3%.

 

Gli obiettivi di decarbonizzazione del 2030: risparmio in bolletta di almeno 25 miliardi di euro

Secondo Elettricità Futura, raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 consentirebbe di risparmiare almeno 25 miliardi di euro in bolletta e 7-10 miliardi di euro in multe per il mancato raggiungimento dei traguardi comunitari. Questi risparmi potrebbero essere reinvestiti nello sviluppo delle filiere industriali locali, contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e degli eventi estremi, di cui l'Italia è spesso vittima.

La crescita dei comuni rinnovabili. (Report COMUNI RINNOVABILI- Sole, vento, acqua, terra a che punto sono verso il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione).
Lo sviluppo fonti rinnovabili in italia. (Report COMUNI RINNOVABILI- Sole, vento, acqua, terra a che punto sono verso il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione). (Legambiente)

 

La crescita delle rinnovabili interessa sia Nord che Sud Italia

È interessante notare che la crescita delle rinnovabili sta interessando tutto il Paese, da nord a sud. Secondo uno studio di Legambiente, basato sui dati forniti da Terna, le tecnologie rinnovabili sono presenti in 7.891 dei 7.896 Comuni italiani, segno di un movimento diffuso e radicato in tutto il territorio nazionale.

Nel 2023, il numero dei Comuni con installazioni di impianti solari fotovoltaici è salito a 7.860, con un incremento di 560 rispetto al 2022, per una potenza totale distribuita di 30,2 GW. Solo nel 2023, sono stati aggiunti oltre 5 GW di nuova potenza, principalmente tramite piccoli impianti. Oltre 307.000 impianti sono stati realizzati in 7.636 Comuni, con una media di 13 kW ciascuno. Tra i Comuni con il maggior numero di nuove installazioni si distinguono Roma con 4.890 impianti e 32,05 MW, Padova con 1.918 impianti e 15,03 MW, e Ravenna con 1.519 impianti e 11,07 MW. Questo sviluppo è stato stimolato non solo dagli incentivi come il Superbonus, ma anche dall'alto costo delle bollette e dalla semplificazione nella realizzazione degli interventi.

L'espansione del settore eolico è stata più contenuta, con un aumento di 487 MW di potenza, portando la capacità totale a 12,3 GW, distribuita in 1.043 Comuni, e soddisfacendo il 7,6% del fabbisogno elettrico nazionale. Nel 2023, sono stati realizzati 101 nuovi impianti in 61 Comuni, prevalentemente in Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna, con un incremento della produzione del 15% rispetto al 2022.

 

La crescita delle buone pratiche

Legambiente ha evidenziato 13 Buone Pratiche nel Rapporto, che raccontano non solo numeri ma anche la qualità e i benefici che le diverse tecnologie rinnovabili portano ai territori, alle imprese e alle amministrazioni comunali. Tra queste, l'impianto agrivoltaico di Tarquinia, che utilizza tecnologie innovative per supportare il settore agricolo, gravemente colpito da eventi climatici estremi e dall'aumento dei costi energetici. Un altro esempio è l'impianto a biometano di Ostra, che valorizza 32.500 tonnellate di rifiuti organici per riscaldare circa 3.000 abitazioni.

LEGGI ANCHE: Impianti agrivoltaici: il Governo ne autorizza 13 nuovi per una potenza di 600 megawatt

Altri progetti degni di nota includono l'impianto solare di Casei Gerola in Lombardia, che utilizza pannelli solari bifacciali da 5 MW per soddisfare il fabbisogno energetico di circa 2.200 famiglie, evitando l'emissione di oltre 3.000 tonnellate di CO2 all'anno. Anche l'impianto nel sito della vecchia centrale nucleare di Trino, in Piemonte, e quelli che riqualificano ex siti industriali in Sardegna, come Villacidro, sono esempi importanti.

Tra le Buone Pratiche spicca anche il progetto nel centro storico di Ravenna, dove il Teatro Alighieri è stato dotato di 156 pannelli solari rossi da 320 Wp, contribuendo a ridurre le spese energetiche e dimostrando come la collaborazione con la Soprintendenza possa portare a soluzioni costruttive per le emergenze ambientali, sociali e culturali del Paese.

 

Opportunità e sfide delle energie rinnovabili

Lo sviluppo delle energie rinnovabili offre una straordinaria occasione per innovazione, sviluppo e creazione di posti di lavoro. L'industria delle energie pulite ha creato oltre 1,3 milioni di posti di lavoro in Europa, con la Germania al primo posto (oltre 240.000 occupati) e l'Italia al secondo (oltre 198.000, pari al 15,2% del totale europeo), in gran parte grazie alla filiera delle pompe di calore.

Per trasformare l'Italia in un hub delle rinnovabili e migliorare la sicurezza energetica del Paese, Legambiente propone alcune linee guida:

  • Riformare il sistema delle normative in tema di autorizzazioni, semplificando i processi e definendo tempi certi per le imprese.
  • Istituire una cabina di regia nazionale con copertura regionale per assistere imprese e cittadini nella presentazione e comprensione dei progetti.
  • Accelerare il processo di definizione delle aree idonee per la realizzazione degli impianti.
  • Approvare una norma che obblighi la realizzazione di impianti solari fotovoltaici su parcheggi, coperture di supermercati e mercati, e ex cave in disuso.
  • Regolamentare la partecipazione dei territori per promuovere la transizione energetica con impianti diffusi e capillari.
  • Sviluppare un piano nazionale per la realizzazione di 90 GW di fonti rinnovabili entro il 2030.
  • Rafforzare il divieto di moratoria contro le rinnovabili da parte di Regioni e Comuni, in linea con le sentenze della Corte Costituzionale. Seguendo queste linee guida, l'Italia potrebbe diventare leader in Europa nel settore delle rinnovabili, creando sviluppo, sicurezza energetica e nuovi posti di lavoro.

 


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Fonte: Legambiente

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