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Energia nucleare e gestione delle scorie: un’analisi tecnica e prospettive future

La gestione delle scorie nucleari rappresenta un nodo cruciale nel panorama energetico odierno. Mentre le fonti a basso impatto di carbonio guadagnano terreno, la sfida principale resta confinare i rifiuti ad alta radioattività in modo sicuro per millenni. In questa analisi, esploreremo le soluzioni ingegneristiche e le prospettive promettenti per un futuro nucleare sostenibile. Un equilibrio tra scienza e responsabilità.

Introduzione

La produzione di energia nucleare è un tema di interesse crescente per gli ingegneri e i decisori politici, grazie all’elevato rendimento, alla bassa emissione di anidride carbonica e alla possibilità di produrre elettricità in modo costante e affidabile.

Anche in Italia dopo tanti anni ne siamo tornati a parlare e di recente è stato firmato un disegno di legge sull'argomento.

Tuttavia, nonostante i vantaggi offerti dal nucleare nella transizione energetica, la gestione delle scorie radioattive rimane una delle sfide ingegneristiche e politiche più complesse.

E la questione dello smaltimento del combustibile esausto e dei rifiuti di varia radioattività rappresenti un ostacolo cruciale alla piena accettazione dell’energia nucleare.

Nel presente articolo si offrirà una panoramica tecnica su:

  1. Il contesto della rinascita nucleare e le sfide connesse.
  2. Le tipologie di scorie e le relative problematiche.
  3. Le soluzioni di stoccaggio in esame (depositi geologici profondi e alternative).
  4. Le esperienze e i progetti in diversi Paesi (USA, Finlandia, Canada, Francia).
  5. Le prospettive per la ricerca e l’innovazione, incluse le tecnologie di nuova generazione.

La grande sfida per l’energia nucleare

La sfida per l’energia nucleare risiede nella gestione a lungo termine delle scorie radioattive. Sebbene i sistemi di stoccaggio temporaneo, come piscine di raffreddamento e contenitori a secco, siano ampiamente utilizzati, la vera soluzione strutturale è rappresentata dai depositi geologici profondi, in grado di isolare il combustibile esausto per migliaia di anni. Progetti come Onkalo in Finlandia dimostrano che il successo tecnico richiede il consenso delle comunità locali: un processo di trasparenza e partecipazione, unito a solide garanzie ingegneristiche. Nella prospettiva futura, lo sviluppo di reattori avanzati (IV generazione), tecniche di ritrattamento e metodologie di confinamento (vetrificazione, ceramizzazione) potrà ridurre sensibilmente la quantità di rifiuti, ponendo le basi per un utilizzo dell’energia nucleare più sostenibile. La sicurezza rimane imprescindibile.


Il contesto globale: rinascita nucleare e questione scorie

Ripresa dell’interesse per il nucleare

Da alcuni anni, diversi Paesi stanno rivalutando l’energia nucleare come vettore complementare alle fonti rinnovabili. La spinta arriva principalmente da:

  • Riduzione delle emissioni di CO₂: le centrali nucleari emettono quantità trascurabili di gas serra nel corso dell’esercizio, fornendo un carico base stabile.
  • Aumento della domanda elettrica: con la crescita demografica e l’elettrificazione dei trasporti, la necessità di energia programmabile è in forte aumento.
  • Nuove tecnologie: piccoli reattori modulari (SMR) e reattori di IV generazione promettono maggiore sicurezza intrinseca, minori scorie e costi più competitivi.

Negli Stati Uniti, ad esempio, si ipotizza un triplicamento della capacità nucleare entro il 2050 [CNN Climate]. La Francia, che produce oltre il 60% della sua elettricità grazie all’atomo [Revolution Énergétique], sta pianificando il rinnovamento del proprio parco reattori con la nuova generazione di EPR2.

   

Il nodo irrisolto delle scorie

A fronte di questi scenari, la principale barriera tecnica e politica è costituita dallo smaltimento del combustibile esausto e dei rifiuti radioattivi in genere. In diversi Paesi – primo fra tutti gli Stati Uniti – non esiste ancora un sito di stoccaggio permanente.

Attualmente, le barre di combustibile esausto (spent fuel rods) vengono spesso depositate in piscine di raffreddamento o in contenitori a secco (dry casks) direttamente presso i siti delle centrali, creando uno stoccaggio “provvisorio” che, di fatto, si prolunga nel tempo.

Ciò comporta:

  • Rischi di gestione e costi elevati di manutenzione.
  • Problemi di accettabilità sociale: numerose comunità locali si oppongono all’idea di ospitare scorie nel proprio territorio.
  • Scontri politici e legali, come testimonia il caso Yucca Mountain (Nevada, USA) [NBC News, CNN Climate].

    

La Nuova Legge Delega sul Nucleare in Italia

Il 28 febbraio 2025, il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato un disegno di legge delega per rilanciare l'energia nucleare sostenibile nel Paese. Questo provvedimento mira a regolamentare l'intero ciclo di vita dell'energia nucleare, includendo:​
- Sviluppo di Tecnologie Innovative: Promozione di reattori di nuova generazione e tecnologie all'avanguardia. ​
- Formazione e Informazione: Implementazione di programmi educativi per formare nuovi tecnici e campagne informative per il pubblico. ​
- Benefici per i Territori Coinvolti: Previsione di incentivi e vantaggi per le comunità ospitanti gli impianti nucleari. ​
Il disegno di legge prevede l'adozione di decreti legislativi entro 12 mesi dall'entrata in vigore, con l'obiettivo di integrare l'energia nucleare sostenibile nel mix energetico nazionale entro il 2030. ​


Classificazione e caratteristiche tecniche delle scorie

La natura delle scorie nucleari è eterogenea e richiede un approccio ingegneristico differenziato in base a radioattività, emivita e forma fisica [ELC].

  1. High-Level Waste (HLW)
    • Comprende il combustibile esausto, con isotopi ad alta radioattività (cesio-137, stronzio-90, alcuni attinidi come plutonio e americio).
    • Emivite che possono raggiungere decine o centinaia di migliaia di anni.
    • Necessita di schermatura pesante e sistemi di raffreddamento iniziale (in piscine) prima di passare allo stoccaggio secco.
  2. Intermediate-Level Waste (ILW)
    • Include componenti reattoristici, filtri, resine, strutture metalliche contaminate.
    • Radioattività inferiore alle HLW ma comunque significativa; alcune frazioni contengono isotopi a vita lunga.
  3. Low-Level Waste (LLW)
    • Materiali contaminati a bassa attività (indumenti, strumenti, guanti).
    • Di solito decade a livelli sicuri entro alcuni decenni e richiede requisiti di stoccaggio meno stringenti.

La gestione di ciascuna tipologia presenta sfide progettuali diverse: dalla determinazione di adeguate barriere ingegneristiche ai sistemi di tracciamento e monitoraggio.

In particolare, le HLW rappresentano il vero problema di lungo termine, poiché contengono isotopi persistenti per decine di migliaia di anni, richiedendo soluzioni di confinamento stabili su scale temporali geologiche.

   


Possibili conseguenze ambientali e ingegneristiche

L’impatto delle scorie sull’ambiente e sugli ecosistemi, in caso di rilascio o gestione impropria, può manifestarsi principalmente su tre fronti [ELC]:

  1. Contaminazione delle acque
    • Infiltrazioni di radionuclidi nella falda o nei corsi d’acqua adiacenti.
    • Rischio di bioaccumulo nella catena alimentare e conseguenze sulla salute umana (ad es. cesio-137, stronzio-90).
  2. Contaminazione del suolo
    • Depositi di polveri radioattive o fuoriuscite da siti di stoccaggio inadeguati.
    • Riduzione della fertilità del terreno e pericoli per la fauna e la flora.
  3. Inquinamento atmosferico
    • Emissioni di radionuclidi in caso di incidenti o processi di incenerimento mal gestiti.
    • Potenziali effetti su larga scala a causa del trasporto atmosferico delle particelle.

A livello ingegneristico, ciò implica la progettazione di strutture di contenimento multi-barriera (acciaio, rame, calcestruzzo speciale, bentonite) e sistemi di monitoraggio a lungo termine, capaci di resistere a possibili eventi sismici, infiltrazioni idriche, incendi o altri fenomeni esterni.

   


Soluzioni di stoccaggio e progetti in corso

Deposito geologico profondo

La soluzione ritenuta più affidabile per le HLW consiste nel confinare i rifiuti in strati geologicamente stabili, a qualche centinaio di metri sotto la superficie, in combinazione con barriere ingegneristiche. I requisiti comprendono:

  • Stabilità sismica dell’area.
  • Bassa permeabilità delle formazioni rocciose (ad es. granito, argille compatte).
  • Assenza di falde acquifere significative o, in ogni caso, protezione e isolamento tramite materiali argillosi (bentonite).

Un esempio concreto è il deposito Onkalo in Finlandia [NYT, Bulletin of the Atomic Scientist], il primo al mondo pronto a ospitare combustibile esausto in via definitiva:

  • Tunnel scavati in una roccia cristallina vecchia di 2 miliardi di anni.
  • Contenitori in ghisa e rame sigillati e avvolti in bentonite, poi inseriti in fori verticali a circa 400-450 m di profondità.
  • Progetto basato su un consenso pluridecennale con la comunità locale.

        

Stoccaggio temporaneo e problemi negli USA

Negli Stati Uniti, la mancata implementazione di Yucca Mountain (Nevada) ha lasciato in sospeso la questione. Il progetto, nato negli anni ’80 e successivamente abbandonato per ragioni politiche e di opposizione locale, avrebbe dovuto ospitare circa 77.000 tonnellate di combustibile esausto [NBC News].

Oggi, i costi per lo stoccaggio “provvisorio” presso più di 50 siti sparsi in tutto il Paese ammontano a centinaia di milioni di dollari l’anno, a carico del governo federale [CNN Climate].

Recentemente, la Corte Suprema degli Stati Uniti sta valutando la legittimità di soluzioni di stoccaggio “interim” in Texas o New Mexico, ma l’opposizione degli enti locali e statali rimane forte.

Il Dipartimento dell’Energia (DOE) ha avviato programmi di consent-based siting e prevede di eseguire test di stress pubblici sui contenitori, per dimostrare la robustezza dei cask (collisioni con treni, incendi, immersioni in acqua), nel tentativo di rassicurare le comunità [CNN Climate].

   

Altre esperienze internazionali

  • Canada: la Nuclear Waste Management Organization (NWMO) è in fase di selezione di un sito permanente. Al momento sono rimasti due candidati (South Bruce e Ignace), ma i negoziati con le comunità locali e le Prime Nazioni sono complessi [Bulletin of the Atomic Scientist].
  • Francia: il progetto Cigéo (a Bure) mira a realizzare un deposito geologico in strati argillosi, pensato per rifiuti ad alta e media attività a vita lunga.
  • Svezia: processo analogo, con l’individuazione di un deposito geologico profondo nei pressi di Forsmark, approvato dopo lunghi studi geologici e ambientali.

       


Tecnologie avanzate e riduzione delle scorie

Dal punto di vista prettamente ingegneristico e di R&S, si stanno esplorando diverse strategie per ridurre la pericolosità e il volume delle scorie:

  1. Reattori di IV generazione
    • Alcuni prototipi (veloci a metallo liquido, a sali fusi, etc.) permettono un uso più completo del combustibile, trasmutando parte dei radionuclidi a lunga vita in isotopi a vita più breve.
    • Potenziale riduzione della quantità di HLW da stoccare in via definitiva.
  2. Ritrattamento e riciclo del combustibile
    • In Francia, ad esempio, parte delle scorie (plutonio) viene trasformata in nuovo combustibile MOX (Mixed Oxide Fuel).
    • Nei contesti con limitazioni geopolitiche o legate alla non-proliferazione, il ritrattamento è più controverso e richiede impianti complessi e costosi.
  3. Tecniche di condizionamento
    • Vetrificazione: immobilizzazione degli elementi radioattivi all’interno di una matrice vetrosa, più stabile chimicamente e meccanicamente.
    • Ceramizzazione: creazione di forme ceramiche che intrappolano radionuclidi, riducendo la solubilità in acqua.
  4. Progetti futuri di “burner reactor”
    • Reattori dedicati alla “trasmutazione” selettiva degli attinidi (ad es. ADS – Accelerator-Driven Systems), ancora in fase di ricerca avanzata.

    


Aspetti di sicurezza e ruolo della “consent-based siting”

La sicurezza e la resilienza delle soluzioni di stoccaggio devono considerare:

  • Ridondanza e diversificazione: barriere multiple (canestro metallico, bentonite, roccia madre), sistemi di monitoraggio a lungo termine.
  • Dimensionamento antisismico: adeguati standard di calcolo e materiali costruttivi speciali.
  • Monitoraggio remoto: sensoristica avanzata (georadar, sonde idrogeologiche, rivelatori di radiazioni) per segnalare eventuali anomalie.

Altrettanto importante è il processo di coinvolgimento pubblico, definito “consent-based siting”. L’esperienza finlandese insegna che un percorso di trasparenza e negoziazione con la popolazione locale, accompagnato da benefici economici (imposte, investimenti in infrastrutture), può favorire l’accettazione di un deposito finale [NYT, Bulletin of the Atomic Scientist].

Negli Stati Uniti, la gestione top-down di Yucca Mountain ha fallito, mostrando quanto una strategia “decidere–annunciare–difendere” possa generare opposizioni insormontabili. È dunque essenziale, per qualunque nuovo progetto, instaurare un dialogo costruttivo, fornire evidenze tecnico-scientifiche e garanzie di sicurezza a lungo termine.

      


Conclusioni

La produzione di energia nucleare costituisce un pilastro rilevante per soddisfare la domanda mondiale di elettricità con un basso impatto di emissioni climalteranti. Tuttavia, il problema delle scorie – in particolare quelle ad alta radioattività – rappresenta il principale ostacolo sia dal punto di vista ingegneristico sia da quello socio-politico. Le sfide chiave sono:

  1. Identificare e realizzare depositi geologici profondi stabili e sicuri nel lunghissimo periodo.
  2. Ridurre la quantità e la radio-tossicità dei rifiuti attraverso reattori avanzati e tecniche di ritrattamento.
  3. Implementare sistemi di contenimento multi-barriera e soluzioni di condizionamento (vetrificazione, ceramizzazione).
  4. Garantire la sicurezza (fisica e radiologica) e la robustezza contro eventi imprevisti (sismi, infiltrazioni, azioni terroristiche).
  5. Coinvolgere le comunità locali in modo trasparente, sostenendo processi di consenso e offrendo benefici concreti.

I casi di Finlandia, Francia, Svezia e Canada mostrano che, con un approccio integrato – che coniughi ingegneria avanzata, collaborazione con il territorio e investimenti a lungo termine – è possibile individuare soluzioni credibili e operative. Negli Stati Uniti, invece, l’assenza di un deposito permanente e la frammentazione decisionale hanno rallentato ogni iniziativa, pur in presenza di un rinnovato interesse per il nucleare come fonte carbon-free.

Per un ingegnere che opera nel settore, le linee di sviluppo future includono la progettazione di nuovi impianti basati su tecnologie che minimizzino le scorie, la definizione di protocolli di sicurezza e stoccaggio affidabili, nonché lo studio di materiali e tecniche di confinamento innovativi.

La sfida più ampia rimane quella di tradurre l’eccellenza tecnica in soluzioni politicamente ed economicamente sostenibili, garantendo che i benefici dell’energia nucleare non siano compromessi da una gestione inadeguata dei rifiuti.

   


Elenco delle fonti

  1. The New York Times (NYT)
    • Articolo: “Nuclear waste finds its forever home”
    • Autrice: Allison Prang
    • Data: non specificata nell’estratto fornito (riferimento a un pezzo pubblicato in precedenza, 2017)
  2. NBC News
    • Articolo: “Supreme Court wrestles with dispute over nuclear waste storage in Texas”
    • Autore: Lawrence Hurley
    • Data: 5 marzo 2025
  3. Revolution Énergétique
    • Articolo: “Voici les 7 inconvénients de l’énergie nucléaire”
    • Data: non specificata nell’estratto fornito (2022 come riferimento ad alcuni dati)
  4. Bulletin of the Atomic Scientist
    • Articolo: “The thorny social problem of permanent nuclear waste storage”
    • Autrice: Austyn Gaffney
    • Data: 4 luglio 2024 (originariamente pubblicato da Grist)
  5. CNN Climate
    • Articolo: “The US is on the cusp of a nuclear renaissance. One problem: Americans are terrified of the waste”
    • Autori: Ella Nilsen e Bill Weir
    • Data: 25 novembre 2024
  6. ELC (Enviroliteracy Team)
    • Articolo: “How Can Nuclear Waste Affect the Environment?”
    • Data: 27 novembre 2024

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