Energia, consumi in aumento, ma si alza la differenza di prezzo rispetto agli altri Paesi UE
Nel 2024, i consumi energetici italiani sono aumentati dell’1%, trainati dai trasporti e dal settore civile, mentre le emissioni di CO2 sono calate del 3% ma hanno ripreso a salire nell'ultimo semestre. Nonostante un calo iniziale del 15%, i prezzi di elettricità e gas restano elevati, con un incremento delle rinnovabili (+12%) e un dimezzamento del carbone, ma la transizione energetica rallenta e l’indice ISPRED tocca il minimo storico.
Nel 2024, il sistema energetico italiano ha registrato un incremento dell’1% nei consumi di energia rispetto al 2023, con i settori dei trasporti (+3%) e civile (+2,5%) a trainare la crescita. Parallelamente, le emissioni di CO2 sono diminuite del 3% su base annua, ma hanno ripreso a salire dell’1,5% nell’ultimo semestre, con un aumento del 3,5% nei settori trasporti e civile. È quanto emerge dall’Analisi ENEA sul sistema energetico nazionale, che evidenzia anche un andamento altalenante dei prezzi dell’energia sui mercati all’ingrosso e un divario crescente rispetto al resto d’Europa.
Prezzi dell’energia: nel 2024 in calo del 15%, ma verso fine anno nuovo trend di crescita
Il 2024 ha visto un calo del 15% nei prezzi dell’elettricità e del gas rispetto all’anno precedente, ma nella seconda metà dell’anno si è registrato un nuovo trend di crescita. Nonostante questa riduzione, i prezzi restano significativamente più alti rispetto alla media del decennio 2010-2020: il gas costa il 60% in più, mentre il prezzo dell’elettricità è più che raddoppiato. In particolare, il prezzo medio dell’elettricità alla Borsa italiana si è attestato a 108 €/MWh, rispetto ai 78 €/MWh della Germania, ai 63 €/MWh della Spagna e ai 58 €/MWh della Francia. Anche il gas ha mostrato un differenziale di circa 3 €/MWh tra il mercato italiano PSV e quello di riferimento europeo TTF.
Fonti energetiche: crescita delle rinnovabili e declino del carbone
Dal punto di vista delle fonti energetiche, il 2024 ha segnato il dimezzamento dei consumi di carbone, che ormai rappresenta solo l’1% della produzione termoelettrica. Al contrario, sono aumentati i consumi di petrolio (+1,2%), gas (+0,8%) e, soprattutto, delle fonti rinnovabili (+12%), grazie alla ripresa dell’idroelettrico. Le importazioni nette di elettricità, invece, sono rimaste pressoché invariate.
L’Analisi ENEA evidenzia un forte peggioramento dell’indice ISPRED, che misura la sicurezza energetica, la competitività dei prezzi e la decarbonizzazione. Nel 2024 l’indice ha toccato il minimo storico, con un calo del 25%, a causa della frenata nella riduzione delle emissioni e della crescita insufficiente delle rinnovabili. Nonostante l’installazione di 6,8 GW di nuovi impianti fotovoltaici, la quota di energia rinnovabile sui consumi finali è rimasta al 20%, ancora 2,5 punti percentuali sotto l’obiettivo PNIEC per il 2024.
“L’Italia è in una fase di estrema difficoltà nella transizione energetica e lontana dagli obiettivi di energia e clima al 2030”, afferma Francesco Gracceva, curatore dell’aggiornamento trimestrale dell’Analisi ENEA. “Le emissioni nei settori non-ETS dovrebbero ridursi del 5% all’anno fino al 2030, ma negli ultimi cinque anni il calo è stato solo dell’1%”.
Un aspetto incoraggiante riguarda le tecnologie per la decarbonizzazione. Dopo cinque anni consecutivi di crescita, il deficit commerciale italiano per l’importazione di tecnologie low-carbon è sceso da 6,4 a circa 5,5 miliardi di euro. Questo risultato è stato favorito dal calo dei prezzi dei pannelli fotovoltaici importati (-37%), che ha ridotto il deficit nel settore a poco più di 1 miliardo di euro. Tuttavia, il deficit commerciale per le auto a basse emissioni è aumentato, passando da circa 1,3 miliardi a poco meno di 2,5 miliardi di euro.
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