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Emergenza sanitaria amianto-mesotelioma: oltre 37 mila casi dal 1993 al 2021

L'amianto è stato ampiamente utilizzato in vari settori, tra cui l'edilizia, tuttavia, l'esposizione a questo materiale è stata associata a gravi malattie, in particolare al mesotelioma, un tumore maligno. Il Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM), istituito presso l'INAIL, svolge un ruolo importantissimo nella sorveglianza epidemiologica delle malattie correlate all'amianto, e recentemente è stato pubblicato l’ottavo rapporto ReNaM dove si analizzano oltre 37.000 casi diagnosticati dal 1993 al 2021.

Amianto: minerale pericoloso e le conseguenze per la salute

L'amianto, è un insieme di minerali fibrosi naturali composti da silicati (o sali di silicio) in combinazione con vari metalli come alluminio, ferro, manganese, magnesio e calcio e viene estratto in diverse forme, da miniere e cave, a cielo aperto e sotterranee.

Le fibre di amianto, essendo flessibili e leggere, possiedono ottime proprietà fisico-meccaniche dal renderle estremamente utile per fini ingegneristici, in particolare esse vantano una notevole resistenza al fuoco, al calore e alle sostanze chimiche. Ciò spiega il perché dell’utilizzo dell’amianto per una vasta gamma di prodotti, grazie alle sue peculiarità di resistenza al calore, alla fiamma e alla corrosione, che ne hanno giustificato l’impiego in diversi elementi di fabbrica utilizzati nel mondo delle costruzioni (come coperture, tubazioni, pavimenti e rivestimenti), oltre che in prodotti per auto (es. freni) e isolanti (ampiamente utilizzate nei rivestimenti delle carrozze ferroviarie). L’amianto è stato utilizzato per realizzare strati isolanti (termico ed elettrico) per le tute di protezione degli operai, per rivestimenti di forni e nella produzione di contenitori e tubature per l'acqua potabile e spechi fognari.

Le fibre di amianto sono estremamente piccole e leggere e a causa di ciò possono rimanere sospese nell’aria per lunghi periodi e se vengono respirate si depositano nei polmoni, dove il corpo non è in grado di eliminarle completamente. Nel tempo causano gravi danni e sono spesso causa di malattie molto gravi come ad esempio il mesotelioma, tumore maligno del tessuto mesoteliale.
In Italia, grazie alla legge n. 257 del 1992, è stata vietata l'estrazione, l'importazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di tutti i prodotti contenenti questo minerale, ma molti edifici costruiti prima di questa legge possono contenere amianto, e quindi è importante gestirlo con attenzione.

Recentemente il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail ha pubblicato l’ottavo rapporto ReNaM (Registro nazionale dei mesoteliomi), dove sono stati analizzati ben 37.003 casi di mesotelioma diagnosticati tra il 1993 e il 2021 collegabili all’inalazione delle fibre di amianto.

Sorveglianza epidemiologica delle malattie correlate all’amianto: il ruolo del ReNaM

Purtroppo la presenza delle malattie legate all'amianto rimane significativo in Italia, nonostante il divieto della legge n. 257 del 1992. Secondo la direttiva (UE) 2023/2668 del Parlamento europeo e del Consiglio, emanata il 22 novembre 2023, si sottolinea come sia fondamentale la sorveglianza epidemiologica delle malattie correlate all’amianto. Inoltre la direttiva sottolinea la necessità di sviluppare sistemi di registrazione per tutte le neoplasie legate all’amianto, con particolare riferimento al cancro del polmone, della laringe, delle ovaie e del tratto gastrointestinale.

Il sistema di sorveglianza epidemiologica dei casi di mesotelioma in Italia viene gestito dal Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM), istituito presso l’INAIL, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila). Le sue funzioni e procedure operative sono regolate dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) 308/2002. Recentemente con l’ottavo rapporto del ReNaM, pubblicato dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’INAIL sono stati analizzati 37.003 casi di mesotelioma diagnosticati tra il 1993 e il 2021.

Il Rapporto del ReNaM fornisce un quadro dettagliato dei casi di mesotelioma diagnosticati nell’ultimo trentennio e rilevati dalla rete dei Centri Operativi Regionali (COR). Il volume riporta informazioni su 37.003 casi di mesotelioma con diagnosi effettuata entro il 31 dicembre 2021. Dall’analisi si evidenzia che oltre il 50% dei casi registrati riguarda residenti in Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna (57%). La sede anatomica più frequente è la pleura (93,1% dei casi), seguita dal peritoneo (6,4%), con 69 casi al pericardio e 106 alla tunica vaginale del testicolo. L’81,3% delle diagnosi è classificato come “mesotelioma certo”, confermato istologicamente. La malattia è rarissima sotto i 44 anni (solo 1,5% dei casi), con un’età media alla diagnosi di 71 anni, senza differenze significative tra i generi in merito all’età di diagnosi.

(Crediti: VIII Rapporto ReNaM)

Il rapporto di genere (maschi/femmine) è pari a 2,6, con il 72,1% dei casi di sesso maschile. Tuttavia, la percentuale di donne aumenta nei casi di mesotelioma pericardico (35%) e peritoneale (41%).
I tassi di incidenza standardizzati per il 2019 mostrano 3,46 casi ogni 100.000 residenti maschi e 0,89 casi ogni 100.000 residenti femmine per il mesotelioma pleurico. Per il mesotelioma peritoneale, i tassi scendono a 0,22 negli uomini e 0,11 nelle donne.

L’analisi delle modalità di esposizione è stata approfondita per 29.020 casi (78,4% del totale) e di questi, il 68,9% presenta un’esposizione professionale (certa, probabile o possibile), il 5,1% familiare, il 4,4% ambientale e l’1,5% legata ad attività ricreative o hobby. Per il 20,1% dei casi, l’esposizione è improbabile o ignota. Complessivamente, l’80% dei casi di mesotelioma è associato a un’esposizione all’amianto, sia essa lavorativa, ambientale, familiare o ricreativa.
I settori professionali più coinvolti sono l’edilizia (16,5% dei casi), la metalmeccanica (8,9%), il settore tessile (6,5%) e i cantieri navali (7,6%). Tuttavia, si osserva un cambiamento significativo: mentre i casi legati a settori storicamente associati all’amianto (come la cantieristica navale e l’industria del cemento-amianto, Eternit) sono in diminuzione (meno del 10% nei periodi più recenti), aumentano i casi derivanti da esposizioni in contesti meno noti o inattesi.

Nonostante i progressi, permangono criticità nella capacità di rilevare tutti i casi incidenti e nell’intervistare tempestivamente i pazienti o i loro familiari. Ecco perché il ReNaM è impegnato a potenziare l’attività di sorveglianza epidemiologica su tutto il territorio nazionale, quindi diventa fondamentale la collaborazione tra istituti centrali e regioni per la programmazione sanitaria e la prevenzione, sia nella lotta agli eventi patologici, sia nelle attività di contrasto alle fonti di esposizione.

In conclusione il ReNaM è uno strumento essenziale per la sanità pubblica, perché, fornendo dati epidemiologici dettagliati, funge da supporto la ricerca scientifica e la prevenzione specifica della salute pubblica. Tuttavia, la crescente complessità delle modalità di esposizione all’amianto richiede un impegno sempre più costante per migliorare la sorveglianza e la prevenzione, garantendo una risposta efficace alle nuove sfide poste da questa emergenza sanitaria.

 

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