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Emergenza Covid-19: appello di Zambrano ad Inarcassa a condividere le proposte del CNI

IL CNI elenca le misure previste dal Decreto Cura Italia e da Inarcassa, come il rinvio di pagamenti in ambito fiscale e previdenziale

Il Consiglio Nazionale Ingegneri ha inviato una lettera, firmata dal Presidente Armando Zambrano, indirizzata al Presidente Inarcassa, nella quale, accogliendo con favore le prime iniziative a favore degli iscritti, viene chiesto di riconsiderare il pacchetto di proposte suggerito in precedenza dal CNI e di intraprendere un percorso di iniziative comuni che vedano coinvolti, tutti assieme, i Consigli Nazionali di Ingegneri e Architetti e la cassa di previdenza.

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Emergenza Covid-19: il CNI invita Inarcassa a condividere le proposte e a fissare una linea comune a tutela dei professionisti iscritti

Alla luce dell’aggravarsi progressivo della crisi economica legata all'Emergenza COVID-19 che sta già fortemente colpendo gli iscritti, il CNI, con una lettera del Presidente, Armando Zambrano, rivolta al Presidente di Inarcassa suggerisce alcuni punti di ordine pratico:

> Ridurre al minimo le procedure burocratiche per l’accesso ai benefici già deliberati, specie per ciò che concerne le famiglie colpite da virus Covid-19. Basterebbero le dichiarazioni di responsabilità da parte degli iscritti, con ovvia facoltà di Inarcassa di verificare, successivamente, la rispondenza al vero ed adottare i provvedimenti conseguenti. 

> Rinvio dei termini di pagamento dei contributi operativo da subito, senza necessità di ulteriori autorizzazioni. Inoltre, il rilascio della certificazionedella regolarità contributiva a sanatoria deve valere non solo nel caso delle rateazioni applicate dall’Agenzia delle Entrate e già quindi concesse, ma indistintamente, con le garanzie del caso, per tutti gli iscritti che in questo momento non sono in regola con i versamenti contributivi. e verso i quali Inarcassa vanta un credito. 

> Bando per l’accesso al finanziamento nei limiti di euro 50.000. Il CNI auspica che non vengano fissati nel Bando condizioni troppo restrittive, tali da vanificare nella sostanza il provvedimento, che, invece, dovrebbe essere aperto a tutti i colleghi in difficoltà. Per questo, tenendo conto delle presumibili notevoli richieste, il CNI chiede di valutare la possibilità di un aumento della somma totale messa a disposizione e di prevedere la restituzione del capitale in un periodo più lungo, indicativamente dieci anni.

Occorre accellerare le procedure per l'autorizzazione relativa alla stanziamento dei 100 mln di euro 

Infine, il CNI chiede ad Inarcassa una riflessione sullo stanziamento aggiuntivo di euro 100.000.000 deliberato dal Consiglio di Amministrazione il 25 marzo u.s. e per il quale vi è necessità di una valutazione del Comitato Nazionale dei delegati e di una richiesta di autorizzazione da parte dei Ministeri vigilanti. Il timore del Consiglio Nazionale è che i tempi di consultazione non siano compatibili con l’emergenza attuale.

Si suggerisce, pertanto, che vengano attivati da Inarcassa i contatti con le Autorità Governative per ottenere in tempi brevi l’autorizzazione a procedere nell’erogazione del sussidio, anche in deroga alle normali procedure.

Necessaria una linea comune per affrontare le problematiche dei professionisti

Il CNI chiude la lettera ricordando come negli ultimi giorni, unitamente ad altre 20 professioni, nell’ambito dell’Alleanza RPT-CUP, il CNI abbia comunicato al Governo, in varie forme e con canali diversi, l’assoluta necessità che le misure di contrasto alla crisi (Decreto Cura Italia), varate di recente, considerino come beneficiari anche i professionisti ordinistici, proponendo con forza al Senato emendamenti correttivi in sede di conversione. 

A questo proposito, si sottolinea l’opportunità di condividere, da subito, con il CdA di Inarcassa e con il Consiglio Nazionale Architetti PPC, non solo idee e proposte da presentare alla controparte politica, ma anche un’alleanza per sostenere con maggiore forza le richieste di misure che sostengano i professionisti, soprattutto quelli che rischiano una condizione di marginalità nel mercato nella fase post-emergenza, che sarà quella più dura in cui servirà concentrare le risorse su pochi ma sostanziali interventi. 


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