Siccità | Sostenibilità | Trattamento Acqua
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Emergenza acqua potabile: 4,4 miliardi di persone hanno difficoltà di accesso

La crisi globale dell’acqua potabile sta raggiungendo livelli allarmanti, con oltre 4 miliardi di persone prive di accesso sicuro a questa risorsa essenziale. Mentre in Italia si perdono ingenti quantità d’acqua a causa di infrastrutture obsolete, a livello mondiale la scarsità d’acqua e le inefficienze nei sistemi di distribuzione mettono a rischio la sostenibilità delle risorse idriche.

L’emergenza dell’acqua potabile: un problema globale e locale

L’accesso all’acqua potabile sicura è una questione cruciale a livello globale e nazionale. Mentre in Italia il problema si manifesta soprattutto in termini di gestione efficiente e sprechi, a livello globale la situazione è ben più drammatica.

Secondo un recente studio pubblicato su “Science” e riportato da “Nature”, ben 4,4 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a fonti sicure di acqua potabile.

Questa cifra, che rappresenta oltre la metà della popolazione mondiale, è il doppio di quanto stimato in precedenza e solleva serie preoccupazioni riguardo all’accuratezza delle stime precedenti e alla mancanza di dati completi a livello globale.

 

I numeri e le statistiche: una crisi dell’acqua in evoluzione

L’articolo su Nature dal titolo  “Unacceptable’: a staggering 4.4 billion people lack safe drinking water, study finds - New estimate doubles the previous figure, raising questions about which is correct and highlighting gaping data holes” di Alix Soliman evidenzia come, secondo l’analisi condotta, metà di queste 4,4 miliardi di persone accede a fonti d’acqua contaminate da batteri patogeni come l’Escherichia coli.

La ricerca si basa su indagini condotte tra il 2016 e il 2020 su oltre 64.000 famiglie in 27 paesi a basso e medio reddito.

Utilizzando un algoritmo di apprendimento automatico e dati geospaziali, il modello ha stimato la situazione globale, con quasi la metà delle persone senza acqua potabile concentrata in Asia meridionale e nell’Africa sub-sahariana.

Il confronto con le stime del Joint Monitoring Programme (JMP) dell’OMS e dell’UNICEF, che stimavano il numero a 2,2 miliardi, sottolinea la complessità di valutare l’accesso all’acqua sicura, con metodi diversi che producono risultati molto differenti.

 

La necessità di politiche internazionali e nazionali sull’acqua

Di fronte a questa emergenza, è indispensabile sviluppare politiche globali e locali che affrontino il problema su più fronti:

  1. Risparmio idrico: Implementare pratiche di risparmio idrico in ogni settore, dall’agricoltura all’uso domestico.
  2. Produzione di acqua potabile: Investire in tecnologie che permettano di trasformare l’acqua non potabile in acqua sicura.
  3. Riduzione dei consumi industriali: Promuovere un’industria più sostenibile, abbandonando produzioni ad alto consumo di acqua.
  4. Regolamentazione delle attività ad alto consumo idrico: Valutare politiche restrittive per attività ludiche e sportive che richiedono grandi quantità di acqua.
  5. Bioingegneria e agricoltura: Sostenere la ricerca su colture resistenti alla siccità e su tecniche di coltivazione innovative che richiedono meno acqua.

 

Il risparmio idrico può portare a grandi risultati

A livello globale, l'agricoltura è il settore che consuma più acqua, utilizzando circa il 70% delle risorse idriche mondiali, pari a circa 2.500 miliardi di metri cubi all'anno.

Questa elevata domanda è dovuta principalmente all'irrigazione, essenziale per la produzione agricola e l'allevamento.

In confronto, il settore industriale utilizza il 20% dell'acqua globale, con circa 1.000 miliardi di metri cubi all'anno, mentre l'uso domestico rappresenta circa il 10-12%, pari a 600 miliardi di metri cubi annui.

Entriamo ora in qualche ulteriore dettaglio.


Fonti:

  • [UN World Water Development Report]
  • [Global Water Usage by Sector 2024 - Worldostats]

Agricoltura e risparmio idrico: una sfida globale

Queste cifre sottolineano la necessità urgente di migliorare l'efficienza dell'uso dell'acqua, soprattutto in agricoltura, dove l'implementazione di tecniche come l'irrigazione a goccia e lo sviluppo di colture resistenti alla siccità possono ridurre significativamente gli sprechi.

Come già detto l'agricoltura rappresenta il settore che consuma più acqua a livello globale, assorbendo circa il 70% delle risorse idriche disponibili.

Questo consumo massiccio è legato principalmente all'irrigazione, essenziale per la coltivazione di alimenti e per l'allevamento. Tuttavia, in un contesto di crescente scarsità d’acqua e cambiamenti climatici, è necessario adottare strategie innovative per rendere più sostenibile l’utilizzo delle risorse idriche in agricoltura.

Uno degli interventi più promettenti è l'adozione di sistemi di irrigazione a goccia, che permettono di erogare l'acqua direttamente alle radici delle piante, riducendo significativamente gli sprechi. Questo metodo consente un risparmio d’acqua fino al 50% rispetto ai sistemi tradizionali di irrigazione a pioggia o per inondazione.

Inoltre, la raccolta e l'uso di acque piovane, soprattutto in aree aride, sta diventando una pratica sempre più diffusa, contribuendo alla riduzione della dipendenza da fonti idriche tradizionali.

L'introduzione di colture resistenti alla siccità, ottenute sia attraverso tecniche di selezione genetica sia mediante metodi di bioingegneria, rappresenta un altro approccio fondamentale per affrontare la sfida della scarsità d'acqua. Queste varietà possono prosperare anche con quantità limitate di acqua, migliorando la resa agricola in condizioni difficili. Parallelamente, le tecniche di agricoltura conservativa, come la riduzione della lavorazione del suolo e la copertura vegetale, aiutano a trattenere l'umidità nel terreno, riducendo la necessità di irrigazione.

Tuttavia, per rendere realmente efficiente il risparmio idrico nel settore agricolo, è fondamentale implementare politiche di gestione integrata delle risorse.

Ciò include la regolamentazione dell’uso dell’acqua, incentivi per l’adozione di tecnologie più sostenibili e la formazione degli agricoltori sulle migliori pratiche di gestione idrica. In molte regioni, l'eccessivo sfruttamento delle falde acquifere per l'irrigazione ha portato a un abbassamento preoccupante dei livelli delle acque sotterranee, con conseguenze negative a lungo termine sulla disponibilità idrica.

Infine, non si può ignorare il ruolo dell’agricoltura intensiva nelle aree più vulnerabili. In regioni aride o soggette a desertificazione, continuare a coltivare in modo intensivo senza tener conto della sostenibilità idrica porta a un degrado irreversibile del territorio e a crisi idriche sempre più frequenti. Promuovere un’agricoltura che tenga conto delle specificità locali, favorendo colture meno esigenti in termini idrici, è una necessità non più rimandabile.

Il futuro dell’agricoltura dipende dalla capacità di coniugare produttività e sostenibilità, con un uso oculato dell’acqua come elemento cardine per garantire sicurezza alimentare e preservare le risorse naturali per le generazioni future.

Consumo idrico nell'industria e strategie di risparmio

Anche il settore industriale deve evolversi verso un uso più efficiente dell’acqua, adottando processi produttivi a basso impatto idrico e ricorrendo al riutilizzo dell’acqua all’interno del ciclo produttivo.

L’industria è il secondo maggior consumatore di risorse idriche a livello globale, utilizzando circa il 20% dell’acqua dolce disponibile, pari a circa 1.000 miliardi di metri cubi all’anno.

L’acqua è indispensabile per molteplici processi industriali, inclusi il raffreddamento, la pulizia, la produzione e il trattamento delle materie prime. Tuttavia, l’impatto di tale consumo è particolarmente rilevante in settori come la produzione chimica, il tessile, la carta e la metallurgia, che non solo richiedono grandi volumi di acqua, ma generano anche significative quantità di inquinanti.

Data la crescente pressione sulle risorse idriche globali, è essenziale sviluppare e implementare strategie che permettano un uso più efficiente e sostenibile dell’acqua in ambito industriale. Tra le soluzioni più efficaci vi sono i sistemi di riciclo e riuso dell’acqua all’interno dei cicli produttivi. Ad esempio, molte industrie hanno già adottato tecnologie che consentono di trattare e riutilizzare l’acqua impiegata in determinati processi, riducendo la domanda di nuove risorse idriche e limitando gli scarichi inquinanti.

Un altro approccio fondamentale riguarda l'ottimizzazione dei processi produttivi stessi. L'adozione di tecnologie avanzate, come sistemi di raffreddamento a circuito chiuso e processi di produzione “a secco”, può portare a una drastica riduzione del consumo d’acqua. Nella produzione tessile, ad esempio, l'uso di coloranti e prodotti chimici che richiedono meno acqua, insieme a tecniche di tintura più moderne, permette di diminuire notevolmente l'impatto idrico del settore.

L’industria della carta e della cellulosa, notoriamente ad alta intensità idrica, sta anch’essa implementando strategie per ridurre il consumo. L’adozione di tecnologie di depurazione e riciclo delle acque reflue consente di riutilizzare l’acqua più volte all'interno del ciclo produttivo, limitando il prelievo di nuove risorse.

A livello normativo, molti paesi stanno introducendo politiche che incentivano le industrie a ridurre il consumo idrico, come tariffe più elevate per l’uso di grandi volumi di acqua o sanzioni per scarichi inquinanti eccessivi. Allo stesso tempo, vengono promossi incentivi fiscali per le aziende che investono in tecnologie di risparmio idrico e gestione sostenibile delle risorse.

La digitalizzazione gioca un ruolo chiave anche in questo ambito.

Sistemi di monitoraggio intelligenti e sensori IoT permettono di controllare in tempo reale l’uso dell’acqua, identificando tempestivamente sprechi o inefficienze nei processi. Queste tecnologie consentono un controllo più accurato, riducendo il consumo complessivo e ottimizzando l’intero ciclo produttivo.

Infine, è importante sottolineare che molte industrie stanno esplorando soluzioni più radicali, come il passaggio a processi produttivi che minimizzano la necessità di acqua, o la completa riconversione delle linee produttive verso modelli a bassa intensità idrica. In un contesto di crescente scarsità d'acqua, queste trasformazioni non solo aiutano le aziende a ridurre il proprio impatto ambientale, ma possono anche offrire vantaggi competitivi significativi in termini di costi operativi e sostenibilità a lungo termine.

Promuovere un uso responsabile e sostenibile dell'acqua nell'industria è essenziale per garantire che questa preziosa risorsa sia disponibile per le generazioni future e per affrontare le sfide poste dalla crisi idrica globale.

 

Le attività umane

A livello domestico, l'adozione di elettrodomestici a basso consumo idrico e la sensibilizzazione dei cittadini possono giocare un ruolo importante nella riduzione della domanda. In tal senso il recupero delle acqua piovane all’interno del ciclo dell’edificio può essere un supporto importante.

Il risparmio idrico non può essere trascurato neanche nel contesto delle attività ludiche e sportive, che spesso comportano un consumo elevato di acqua. Un esempio emblematico è quello dei campi da golf, soprattutto in aree aride o desertiche come in alcune regioni degli Stati Uniti o del Medio Oriente. Mantenere verdi i campi in queste zone richiede un'irrigazione intensiva, spesso insostenibile considerando la scarsità d'acqua locale. [Global Water Usage by Sector 2024 - Worldostats]

Anche i campi da calcio, così come altre strutture sportive, richiedono un uso significativo di acqua per mantenere il terreno in condizioni ottimali. In aree caratterizzate da siccità, l’uso intensivo di risorse idriche per scopi non essenziali come questi solleva importanti questioni etiche e di sostenibilità.

È evidente che la gestione di queste strutture deve evolversi verso l'adozione di tecniche più sostenibili, come l'utilizzo di acqua riciclata, l’impiego di tappeti erbosi artificiali nelle zone più critiche e una pianificazione urbana che limiti l’installazione di tali strutture in contesti dove l'acqua è una risorsa scarsa [UN World Water Development Report 2024 | UN-Water].

 

Gli sprechi della rete distributiva dell’acqua

Il problema degli sprechi nei sistemi di distribuzione dell'acqua rappresenta una sfida significativa sia a livello nazionale che internazionale.

In Italia, ad esempio, si stima che circa il 42% dell'acqua immessa nella rete venga persa a causa di perdite e malfunzionamenti delle infrastrutture, spesso datate e mal mantenute.

Questo livello di inefficienza è tra i più alti in Europa e comporta lo spreco di una quantità d'acqua sufficiente a soddisfare le esigenze di 43 milioni di persone all'anno [Environment: Italy, over 40% lost to leaks in the supply system - Media ENEA]

Questa situazione è aggravata dal fatto che gran parte delle reti idriche italiane ha più di 30 anni, con alcune sezioni che superano i 50 anni di età. Inoltre, circa il 60% delle infrastrutture idriche italiane richiederebbe interventi di manutenzione straordinaria. L’inefficienza del sistema non solo rappresenta una perdita economica, ma contribuisce anche all’aggravamento della crisi idrica in un paese che già affronta periodi di siccità e ridotta disponibilità idrica in alcune regioni [ISTAT]

A livello globale, le perdite nei sistemi di distribuzione sono un problema diffuso. Si stima che in molte città del mondo, le perdite idriche variano tra il 20% e il 30%, con punte molto più alte in alcuni paesi in via di sviluppo dove le infrastrutture sono particolarmente obsolete. Questo spreco globale rappresenta una grave minaccia alla sostenibilità delle risorse idriche, specialmente in un contesto di crescente domanda e di crisi idrica causata dai cambiamenti climatici.

Affrontare queste inefficienze richiede investimenti significativi per l’ammodernamento delle infrastrutture, l’introduzione di sistemi di monitoraggio avanzati e l’implementazione di tecnologie per la rilevazione delle perdite. Interventi di questo tipo potrebbero portare a una riduzione drastica degli sprechi e contribuire a garantire un uso più sostenibile e responsabile dell'acqua.

 

Conclusioni

La gestione sostenibile dell'acqua è quindi essenziale per affrontare la crisi idrica globale, assicurando un accesso equo a questa risorsa vitale per tutte le persone, senza compromettere la disponibilità futura.

Il problema dell’accesso all’acqua potabile non può più essere ignorato.

Con oltre 4 miliardi di persone che vivono senza acqua sicura, è urgente che governi e organizzazioni internazionali adottino misure concrete per garantire questo diritto umano fondamentale, prevenendo così disuguaglianze e crisi future.

Ma le scelte da compiere non sono purtroppo mai una priorità e prevalgono inefficienze e divisioni politiche che spesso portano ad avviare azioni per ridurre il problema che non arrivano a conclusione. Possiamo pensare alla mancanza di dissalatori, all’avvio mai completato di bacini, alla mancata manutenzione della rete ….

Siamo di fronte a un problema che riguarda il 50% della popolazione mondiale, e dovrebbe quindi entrare nelle agende di ogni Paese o ogni organizzazione transanazionale, senza aspettare che ci si ritrovi in un’emergenza impossibile da affrontare per dimensione, difficoltà, effetti dei cambiamenti climatici.

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