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Elezioni INARCASSA: Intervista all’Ing. Lucia Coticoni

Elezioni INARCASSA: Tre domande all’Ing. Lucia Coticoni, candidata al Comitato Nazionale dei Delegati InarCassa per la Provincia di Roma con il movimento InarCassa 2.0.

Tre domande all’Ing. Lucia Coticoni, candidata al Comitato Nazionale dei Delegati InarCassa per la Provincia di Roma con il movimento InarCassa 2.0.

Sebbene a Roma non si sia raggiunto il quorum e si debba andare a seconda votazione dal 7 al 9 aprile prossimi, in che clima si è svolta la prima tornata elettorale? Cosa direbbe agli ingegneri per spingerli a recarsi al seggio?
Per il rinnovo del Comitato Nazionale dei Delegati a Roma hanno votato 742 colleghi e mancano 221 voti per raggiungere il quorum. Le elezioni sono avvenute in un clima sereno e in totale trasparenza, rispettando le norme del regolamento per le modalità di votazione InarCassa. Ho avvertito una maggiore consapevolezza di quello che si desidera da un organo di previdenza, cioè che sia al vero servizio dei suoi iscritti. Esprimere la propria preferenza è un diritto, ma al contempo un dovere, perché significa essere rappresentati in un campo che riguarda il futuro di noi liberi professionisti, ingegneri, il settore pensionistico. Il cambiamento avviene solo con la partecipazione e la volontà di tutti. La figura del delegato deve riacquisire il suo importante ruolo di raccordo tra l’iscritto/ordine di appartenenza e InarCassa.

Che cosa pensa della decisione dell’ultimo CND di InarCassa di non ridurre le sanzioni?
Credo che sia necessaria una maggiore sensibilità nei confronti degli iscritti InarCassa. Dobbiamo partire da dei dati a dir poco preoccupanti. Nel 2013 su 160 mila appartenenti alla cassa, 42.382 iscritti (il 26,4% del totale), architetti e ingegneri, ha dichiarato un reddito professionale di sotto i 10 mila euro annui. Altri 20.359 (12,7%) hanno guadagnato dalla propria attività tra i 10 mila e i 15 mila euro. Cui sono da aggiungere i 10.787 (6,7%) che non possiedono reddito. Solo il 30% ha dichiarato redditi superiori a 30 mila euro l'anno, mentre il 10% oltre i 60 mila. In questo quadro, dove appare evidente che molti professionisti rasentano la soglia di povertà, il sistema sanzionatorio si presenta come un ulteriore e pesante carico. Si è stimato, infatti, analizzando il bilancio consuntivo del 2013 che le sanzioni sono aumentate del 350% rispetto al 2012 e riguardano eventuali inadempimenti contributivi e di mancata, ritardata, incompleta o errata presentazione della dichiarazione reddituale. La proposta di riduzione del regime sanzionatorio dopo il CND dei primi di marzo, l’ultimo del Comitato in carica, purtroppo non è stata approvata neanche verso chi ha un reddito annuo inferiore ai 20 mila euro. La situazione appare insostenibile. Il discorso delle sanzioni poi si complica ulteriormente quando si connette a un’altra tematica rilevante: l’obbligo del DURC, il certificato che attesta nei confronti della pubblica amministrazione che un’impresa o un professionista non ha pendenze verso la propria previdenza, potendo così accedere a gare o a pagamenti per lavori già svolti. Ingegneri che partecipano a gare pubbliche, che hanno un contenzioso con InarCassa, anche di decine o di poche centinaia di euro, si vedono negare il proprio DURC con relativo blocco del pagamento da parte delle P. A. Quindi, o per avere il DURC s’interrompe il contenzioso con InarCassa, arrivando a pagare molto di più di quanto si dovrebbe o se non si ha la disponibilità economica, si perde la committenza. Bisognerebbe, a mio avviso, lavorare per sostenere i professionisti nella riduzione delle spese, laddove possibile, in un periodo segnato da forte crisi e caratterizzato da “molte uscite” e poche entrate economiche.

Se dovesse essere eletta su cosa lavorerebbe nei primi 100 giorni di mandato?
Il mio lavoro si baserebbe sui principi di InarCassa 2.0: la previdenza come elemento fondamentale per l'unitarietà della categoria e l'assistenza come elemento fondante per la sicurezza sociale degli associati e per lo sviluppo della professione.
Sono tante le questioni su cui ingegneri e architetti richiedono più attenzione. Il primo punto che promuoverei è quello di un dialogo più chiaro e aperto con gli iscritti. Gli strumenti di comunicazione dovrebbero essere più “user friendly”. Il call center dovrebbe essere più funzionale e limitare i lunghi tempi di attesa telefonica, che a volta finiscono con un “semplice” cadere della linea, cioè con un niente di fatto rispetto all’esigenza del professionista. Si dovrebbero attivare dei nodi periferici InarCassa presso gli ordini provinciali, in cui opererebbe esclusivamente personale formato ed esperto della cassa non dipendenti degli stessi ordini. Alle domande degli iscritti, dovrebbero seguire risposte concrete, chiare nella comprensione e veloci nella tempistica. Il secondo punto che analizzerei è quello dell’equità intergenerazionale. E il terzo riguarda il migliorare la trasparenza sulla gestione del patrimonio immobiliare della Cassa. E’ la cassa a dover essere al servizio degli iscritti e non viceversa. E’ arrivato il momento di “riprenderci il futuro”.