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Elezioni INARCASSA: il cambiamento è nell’aria

Intervista all’ing. Enrico Oriella, candidato delegato INARCASSA 2.0 sul programma di riforma previdenziale

Intervista all’ing. Enrico Oriella, candidato delegato INARCASSA 2.0

Il 10+11+12 Marzo iniziano le votazioni per le elezioni dei delegati al Comitato Nazionale per il mandato 2015/2020 della cassa di previdenza per Ingegneri ed Architetti, INARCASSA.
 
Lei fa parte dei cofondatori del movimento SalvaInarcassa, un movimento nato nel 2012 dall’aggregazione di delegati con l’obiettivo di diffondere la cultura previdenziale tra gli iscritti e colleghi Ingegneri ed Architetti con la volontà inizialmente di contrastare l’ingerenza allora del governo Monti nella gestione del sistema previdenziale privato e successivamente di modificare la conseguente riforma previdenziale proposta dal vertice di Inarcassa e appiattita sulla volontà governativa.
Oggi SalvaInarcassa fa parte di un progetto più vasto che sia chiama INARCASSA 2.0. Può descriverci come nasce e cosa si propone?
SalvaInarcassa nasce nel 2012 in un momento di forti cambiamenti in cui anche Inarcassa, coinvolta nel big bang legato al famoso decreto Monti Fornero, metteva a punto, in tempi brevissimi, una riforma previdenziale senza una discussione approfondita né un confronto vero con gli iscritti.
Questo movimento nasce proprio per affrontare l’argomento della riforma in maniera oggettiva e obiettiva al di la delle pressioni politiche che avevamo. Ha poi continuato in questa attività di cultura previdenziale diffusa nel territorio facendo, in due anni e mezzo, più di 25 convegni sparsi dal nord al sud presso ingegneri e architetti per diffondere un concetto in sé molto semplice ma fondamentale: la coesione sociale della categoria passa attraverso la condivisione di scelte previdenziali, che sono scelte di lunghissimo periodo e che richiedono pertanto una visione della propria esperienza lavorativa e sociale con un orizzonte molto ampio.
Questa nostra convinzione ha trovato un’ampia e concreta condivisione da parte di tantissimi ingegneri e architetti sparsi nel territorio italiano e di movimenti nati spontaneamente arrivando fino all’attenzione di istituzioni di categoria. Posso ricordare per esempio una nostra mozione presentata ad una assemblea dei presidenti degli ordini degli ingegneri svoltasi a Roma nel giugno del 2013 che ricevette un consenso amplissimo nella quale si chiedeva, ottenendola, l’istituzione di una commissione di studio relativamente ai temi della previdenza, proprio perchè la previdenza rappresenta un argomento principale per la coesione sociale della categoria. Tale commissione ha approfondito temi come la competitività, la trasparenza, la garanzia di equità intergenerazionale, l’analisi dei bilanci e delle tipologie di investimento fatti da Inarcassa, producendo a fine 2014 un documento di analisi su questi aspetti. Parimenti a questa nostra iniziativa anche gli architetti, sull’onda di questo interesse dei temi previdenziali, hanno istituito vari tavoli di lavoro.
Da tutto questo fermento di iniziative attorno ai temi della previdenza nasce poi INARCASSA 2.0, una iniziativa dove gli ingegneri e architetti di Salvainarcassa, sono stati promotori, grazie all’aiuto e alla disponibilità ottenuta da consiglieri e presidenti di ordini di architetti e di ingegneri, dai loro iscritti che in questo gruppo si ritrovano uniti in un programma comune.
 
Quali sono le principali linee di intervento del vostro programma?
Per dare la massima trasparenza abbiamo creato un sito www.inarcassa20.it dove sono esposti con la massima chiarezza tutti i punti del nostro programma.
In esso sono evidenziati innanzitutto i principi che noi delegati intendiamo rispettare proprio perchè fondamento di tutto il lavoro svolto fin dal 2012.
Il punto di partenza è senza dubbio il concetto di previdenza inteso come elemento fondamentale dell’unità e coesione della categoria professionale, perchè individua anche una coesione di obiettivi dal punto di vista della solidarietà intercategoriale e intergenerazionale. Favorisce la coesione perche da certezza e garanzia del futuro agli iscritti favorendo lo sviluppo della professione dell’ingegnere e dell’architetto.
Gli obiettivi riguardano innanzitutto la riforma del 2012 che va totalmente riformata. Questa infatti non ha modificato solo la pensione erogata, ridotta drasticamente oltre la metà rispetto al precedente sistema, ma ha spostato totalmente il carico contributivo da tutta la platea ad una parte degli iscritti colpendo in particolare la fascia dei giovani e delle donne.
Infatti anche se con la riforma, l’aliquota del 14,5% non ha subito modifiche, l’aumento dei contributi minimi oltre il 50% ha prodotto gravi conseguenze. Chi ha risentito maggiormente della variazione del carico contributivo è stata ed è tutta quella fascia di iscritti che ha un reddito inferiore a quel “reddito di equilibrio” dove il 14,5% corrisponde al contributo minimo e quindi, indicativamente, che percepisce un reddito di circa 15-16000 euro. Sotto quella soglia quindi, l’iscritto non sta pagando il 14,5% ma un’aliquota molto di più alta. Se poi si considera che una larga fetta degli iscritti, sull’ordine del 37-40% dei 170.000 iscritti, ha un reddito inferiore ai 15000 euro, è evidente che è questa fascia quella che sta pagando l’aumento contributivo. Una fascia costituita soprattutto da giovani, proprio quei giovani che la riforma voleva tutelare, a cui si aggiungono le donne che proprio per il ruolo sociale che svolgono spesso sono caratterizzate da redditi più bassi.
Se da un lato si può dire, che questa riforma avrà garantito sicuramente la sostenibilità finanziaria, non penso si possa dire che sarà in grado di garantire anche la sostenibilità e l’equità sociale.
Inoltre a tutto questo va aggiunto che Inarcassa deve diventare “attrattiva” per l’iscritto e non solo obbligatoria; deve essere in grado di garantirgli una giusta remunerazione del suo capitale contributivo, affinché possa sentirsi tutelato e sereno del proprio futuro previdenziale.
Alla luce di quanto descritto quello che chiediamo sono modifiche sostanziali alla riforma del 2012 dalla rimodulazione del carico contributivo cercando di superare le differenza tra generazioni e generi, fino alla remunerazione del capitale riformulando tutto il concetto di rischio e rendimento appiattito su bilanci tecnici settoriali. Maggiori dettagli delle varie proposte sono presenti nel sito.
 
Tra i vari obiettivi su cui si basa il programma c’è poi quello della trasparenza e della partecipazione e condivisione democratica, un tema molto importante su cui abbiamo puntato fin dall’inizio del nostro percorso. Sappiamo tutti che l’informazione non si identifica con la conoscenza. L’informazione infatti è la valanga di dati, la conoscenza invece è la consapevolezza del processo decisionale, è capire cosa accadrà,  tanto da portare a fare una serie di investimenti piuttosto che altri. Si può dire che la conoscenza è il livello superiore della informazione, è la capacità di valutare il processo decisionale che ha fatto di quella miriade di dati un elemento gestionale e nel caso nostro sociale.
L’informazione sugli 8500 titoli è un informazione vuota che non dice nulla ad un ingegnere o ad un architetto, quello che vuole sapere è cosa lo attende nel suo futuro, quali sono le decisioni e quali le conseguenze sui contributi previdenziali.
Sotto questo aspetto, per noi la trasparenza significa rendere noti tutti quegli argomenti su cui si andrà a decidere, quindi conoscere gli ordini del giorno, le mozioni, le delibere, i risultati delle votazioni ecc.. È diritto di ciascun iscritto sapere come sono andate le votazioni, come ha votato il proprio delegato e il motivo della sua scelta.
E quando si parla di trasparenza non si può non parlare della mancata informazione sul rendimento del patrimonio. Ogni ingegnere o architetto ha il diritto di conoscere il proprio specifico rendimento, quanto gli tornerà, quanto è il costo della struttura, quali sono le voci di costo, e quale sarà il rendimento netto…
Quella che chiediamo quindi è una trasparenza ragionata non informativa e didascalica.
 
Un altro punto del programma è quello relativo allo sviluppo ed integrazione dei servizi di assistenza e solidarietà. Nel nostro programma infatti si introduce il concetto della indennità di paternità, di revisione del sistema sanzionatorio, dell’attivazione della compensazione dei contributi attraverso i crediti tributari (F24) .
Oltre tutto questo occorre attuare politiche di sviluppo e sostegno alla professione. Su questo aspetto la nostra proposta è quella di indirizzare una parte dei nostri investimenti verso una strategia di investimento che preveda, grazie anche alla forza contrattuale che abbiamo, una ricaduta sulla professione perchè questo creerebbe ulteriore reddito imponibile e quindi versamenti di contributi a favore degli stessi iscritti.
 
Si tratta di concetti semplici ma di difficile attuazione, ma sono fiducioso perchè sono convinto che la maturità della platea degli iscritti che ho percepito e di conseguenza dei candidati sarà sufficiente a portare un cambiamento radicale.
 
Dalla nascita ad oggi SalvaInarcassa ha promosso tutta una serie di incontri e convegni sul territorio nazionale al fine promuovere la cultura previdenziale tra i colleghi Ingegneri e Architetti.
Qual è l’impressione che si è fatto attraverso tutti questi incontri?
Per me è stata ed è un esperienza entusiasmante perché, anche se la situazione è veramente preoccupante e pensare di cambiare, è un impegno difficilissimo, c’è un sentimento positivo e costruttivo che mi affascina.
Sento un’aria di cambiamento. Paradossalmente è un bel momento, perchè è nei momenti di difficoltà che le ditte, le società, le singole persone possono credere in un cambiamento. L’importante è proporre una nuova strada e non una scorciatoia. Non c’è più spazio ai favoritismi e al mercanteggiamento.
A tutti i livelli si assiste a vari cambiamenti e Inarcassa non può rimanere fuori da questo cambiamento, perchè Inarcassa non è una società finanziaria è un associazione di ingegneri e architetti.
 
In tutta la fase di transizione alla nuova riforma, mentre a livello istituzionale non si parlava di riforma noi come Salvainarcassa abbiamo fatto numerosi convegni in tutta Italia dove abbiamo percepito tutta la preoccupazione degli iscritti, dei giovani ma anche dei meno giovani, che da timore è diventato poi sconforto fino alla certezza della insicurezza. La conoscenza poi si è poi trasformata in manifestazione della contrarietà e successivamente in accuse.
Il passaggio è stato traumatico perchè si è passato da un sistema che dava certezza ad uno che trasmetteva insicurezza minando l’ultimo baluardo che teneva la coesione di tutte le categorie.
Adesso c’è una difficolta enorme perchè dobbiamo anche recuperare quella sicurezza e certezza del futuro previdenziale non dando false aspettative ma dando certezze dignitose e credibili.
Dopo tanti convegni posso però dire che lentamente e con difficoltà la contrarietà si sta trasformando in volontà di cambiare, in forza propulsiva come lo dimostra la volontà di partecipare al cambiamento in prima persona di moltissimi giovani candidati.
La nostra, d’altro canto, è una categoria abituata a risolvere un problema, non a piangersi addosso nè allo scontro ma al confronto.
 
E per finire si sente fiducioso sugli esiti delle prossime elezioni?
Per scaramanzia non dico nulla. Ma da tutta questa forza propulsiva non posso non vedere un barlume di luce. In fondo in Inarcassa c è tutta l’Italia dell’ingegneria e dell’architettura.
Posso solo dire che questo programma ha già vinto, perchè chiunque venga eletto non potrà fare diversamente, perchè il programma che abbiamo proposto è il programma di tutta la categoria, non ce ne può essere un altro.