Edilizia scolastica, il 46.8% delle scuole non dispone del certificato di collaudo statico
Il XXI report di Legambiente "Ecosistema scuola" mostra come a livello di edilizia scolastica vi siano profonde differenze tra Nord e Sud, soprattutto in tema di servizi e di necessità di interventi strutturali.
Il XXI report di Legambiente "Ecosistema scuola" mostra come a livello di edilizia scolastica vi siano profonde differenze tra Nord e Sud, soprattutto in tema di servizi e di necessità di interventi strutturali.
L'ancora di salvezza per migliorare la situazione potranno essere gli oltre 17 miliardi del PNRR che verranno destinati alle scuole: uno degli aspetti su cui puntare sarà l'efficientamento energetico.
Nel meridione più di una scuola su due necessieterebbe di interventi strutturali urgenti
Resta il divario tra le scuole del Nord e quelle del Sud in tema di edilizia scolastica, con la pandemia che ha aumentato la disparità, la dispersione scolastica e il disagio sociale. A dirlo è il XXI rapporto di Legambiente “Ecosistema Scuola”, riferito ai dati del 2020 che traccia un bilancio degli oltre 7mila edifici scolastici dei 98 capoluoghi di provincia, che in totale sono frequentati da 1.4 milioni di studenti.
Per quel che riguarda le scuole del Centro-Nord, il 36% necessiterebbe di interventi strutturali urgenti, mentre al sud e nelle isole la percentuale si alza fino al 56%. Preoccupa anche il divario sul fronte dei principali servizi, predominanti al Centro-Nord rispetto al Sud-Isole: il 43% nelle scuole del Centro-Nord contro il 16% del Sud-Isole fanno scuola a tempo pieno, il servizio mensa è disponibile nel 65,5% degli plessi del Centro Nord contro 47,9% del Sud, mentre il servizio scuolabus è disponibile nel 29% degli istituti del settentrione rispetto al 13,6% del meridione.
Da migliorare il dato delle pratiche che consentono i percorsi casa-scuola in autonomia e sicurezza: “Pedibus” è un servizio presente in appena il 5% delle scuole, in gran parte al settentrione, mentre rasenta lo zero il “Bicibus” (0.2%).
A livello nazionale il 46.8% delle scuole non dispone del certificato di collaudo statico
Il report di Legambiente enuncia anche alcuni dati riferiti a tutto il territorio nazionale, dati tutt’altro che incoraggianti. Il report infatti ci restituisce un patrimonio edilizio scolastico vetusto e poco sostenibile. Nella Penisola un edificio su due non dispone ancora del certificato di collaudo statico (46,8%), di agibilità (49,9%), prevenzione incendi (43,9%). Sale al 41% la percentuale degli edifici che necessitano di manutenzione urgente contro il 29,2% del 2019.
EDIFICI SCOLASTICI E SISMICA
Gli edifici scolastici posti in zona sismica 1 sono il 4,1%, tra questi il 40% risulta progettato o adeguato alla normativa tecnica di costruzione antisismica, quelli in zona sismica 2 sono il 30,9% con l’8,1% progettato o adeguato alla normativa.
Al Sud gli edifici complessivamente posti in area sismica 1 e 2 sono 86,2%. I Comuni che hanno realizzato la verifica di vulnerabilità sismica in tutti gli edifici scolastici sono solo il 15,5%, nonostante costituisca uno dei principali strumenti per verificare lo stato di salute degli stessi e del terreno su cui sono costruiti, dato che sale al 28,6% nel caso di amministrazioni ricadenti in zona sismica 1 e 2. Gli edifici in cui non risulta ancora effettuata sono il 68,5%.Negli ultimi anni hanno subito delle proroghe anche i tempi previsti per completare le verifiche di vulnerabilità sismica, il termine ultimo attualmente è previsto per il 31 dicembre 2021, entro il quale dovranno essere sottoposti a verifica tutti gli edifici scolastici situati nelle zone a rischio sismico 1 e 2, con priorità per quelli situati nei Comuni compresi nelle aree colpite dal sisma del Centro Italia del 2016 e 2017.
Uno degli obiettivi dovrà essere quello di accelerare il percorso di efficientementamento energetico: sono ancora più del 73% degli edifici nelle ultime tre classi energetiche e solo il 5,5% in classe A. In questa partita sarà fondamentale risolvere alcuni nodi come ridurre la forbice fra fondi stanziati e fondi spesi.
Nuove scuole e palestre
La cifra più ingente del PNRR, 800 milioni di euro, verrà dedicata alla realizzazione di nuove scuole. Considerando un costo medio a scuola di 1,3 milioni di euro (elaborazione dati GIES), Legambiente quantifica che si possa parlare di circa 600 nuove edificazioni.
In tempo di pandemia nella Penisola sono state realizzate 788 nuove aule, 411 quelle recuperate da spazi prima non utilizzati. Il 61% dei Comuni ha potenziato la rete internet delle scuole.
Mense scolastiche
400 milioni di euro sono gli investimenti previsti per le nuove mense. L’auspicio per Legambiente è che queste mense siano anche connesse ad un investimento nell’ampliamento del tempo pieno soprattutto nelle scuole del Sud e delle Isole che oggi hanno rispettivamente il 12,2% e il 19,9% di classi interessate da questa modalità, contro una media nazionale del 32,3%. Il servizio mensa, secondo i dati del report, anche per carenze infrastrutturali, è assente mediamente in circa il 40% degli edifici scolastici della Penisola, circa il 64% nelle isole.
Nota positiva è che dove sono presenti, in più del’85% delle mense vengono serviti prodotti biologici, quasi il 100% servono prodotti di stagione e circa l’81% privilegiano i prodotti a km 0. Quasi il 98% dei Comuni prevede menù alternativi per motivi culturali e religiosi.
Buone pratiche
Infine nel report Legambiente raccoglie e segnala anche alcune buone pratiche raccontando diverse realtà scolastiche hanno deciso di puntare veramente e concretamente sulla sostenibilità. Solo per citarne alcuni, si va dalla scuola secondaria di primo grado Carducci-Purgotti di Perugia realizzata nel 2020 seguendo i principi della sostenibilità e criteri antisismici, passando a quella secondaria di primo grado A. Brancati di Pesaro, inaugurata a settembre 2020, che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento Leed (The Leadership in Energy and Environmental Design) come uno degli edifici più ecosostenibili al mondo.
La transizione ecologica dovrà essere il caposaldo del cambiamento
Per Legambiente si potrà avere un cambiamento tangibile solo se la transizione ecologica interesserà anche le scuole, affrontando le emergenze strutturali e colmando ritardi e diseguaglianze. Un aiuto arriverà sicuramente dai 17 miliardi di euro che il PNRR riserverà agli edifici scolastici (i primi 5 mld sono in arrivo entro novembre) che Legambiente chiede di destinare prioritariamente alle zone dove c’è maggiore fragilità strutturale ma anche sociale, legata alla povertà educativa e materiale, come le periferie urbane.
Per questo l’Associazione chiede di partire con la messa in sicurezza ed efficienza energetica degli edifici scolastici, intervenendo prioritariamente al miglioramento ed adeguamento sismico di tutte le scuole ricadenti nelle zone sismiche 1 e 2 e all’efficientamento energetico per raggiungere una diminuzione dei consumi del 50%.
“Ora più che mai, con le ingenti risorse del PNRR previste anche per le scuole, l’asticella della sfida in termini di messa in sicurezza, riqualificazione e sostenibilità ambientale si fa sempre più alta. La scuola – dichiara Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola Legambiente – è al centro della transizione ecologica nella doppia e interconnessa veste di principale leva educativa e culturale del Paese che deve interpretare le sfide di cambiamento alle quali educare le nuove generazioni e nello stesso tempo beneficiaria di risorse e opportunità, per essere messa nelle condizioni di essere capace di assolvere a questo ruolo.
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