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Edilizia, clima e società: stato dell’arte 2023 su strategie e prospettive

Il panorama edilizio europeo è caratterizzato da un'elevata inefficienza energetica, dovuta in particolare al fatto che la maggior parte degli edifici sono stati costruiti più di 50 anni fa. Acquistano dunque particolare importanza le iniziative strategiche promosse dall’Unione Europea, ed enunciate in questo articolo, al fine di fornire un quadro coerente ed equilibrato per il raggiungimento degli obiettivi climatici.

Il contesto nazionale ed europeo: il settore edile è responsabile del 40% delle emissioni inquinanti nell'UE

Se il 2022 è stato un anno eccezionale per il settore delle costruzioni nazionale, per il 2023 e 2024 si prefigura e si sta già registrando un’inversione di tendenza, dovuta alla complessa congiuntura economica, finanziaria e legislativa, non esente dalle criticità internazionali.

L’emergenza energetico-ambientale ha forti ripercussioni sul settore, ma si deve ricordare che al tempo stesso offre notevoli opportunità di sviluppo. La dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di combustibili fossili e gli effetti nocivi di quest’ultimi su clima ed ecosistema hanno rafforzato le strategie europee ai sensi della transizione ecologica ed energetica, ponendo come obiettivo prioritario la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
All’interno di questo panorama, il settore edilizio riveste un ruolo di primo piano, se si pensa che, all’interno dell’Unione, è responsabile del 40% delle emissioni inquinanti, del 50% dell’estrazione di materie prime, del 40-50% del consumo totale di energia, del 30% dei consumi idrici, del 30% della produzione di rifiuti.

In generale, in Italia come in Europa, pesanti impatti ambientali, ma anche economici e sociali, sono dovuti ad un parco edilizio obsoleto, caratterizzato da prestazioni carenti, unite ad elevati costi di gestione e manutenzione. Gli edifici sono quindi il principale consumatore di energia in Europa. Il riscaldamento, il raffreddamento e l'acqua calda sanitaria rappresentano l'80% dell'energia consumata dai cittadini.
Attualmente, circa il 35% degli edifici dell'UE ha più di 50 anni e quasi il 75% del patrimonio edilizio è inefficiente dal punto di vista energetico. Allo stesso tempo, solo l'1% circa del patrimonio edilizio viene rinnovato ogni anno.

Gli investimenti nell'efficienza energetica stimolano l'economia, compresa l'industria delle costruzioni, che genera circa il 9% del PIL europeo e rappresenta 18 milioni di posti di lavoro diretti. Le PMI, in particolare, possono trarre notevole vantaggio dal rafforzamento del mercato delle ristrutturazioni, poiché contribuiscono per oltre il 70% al valore aggiunto del settore edilizio dell'UE.
In questo contesto, acquistano particolare importanza le iniziative strategiche promosse dall’Unione Europea al fine di fornire un quadro coerente ed equilibrato per il raggiungimento degli obiettivi climatici, rivedere la legislazione in materia di clima ed energia e mettere in atto azioni di supporto e promozione su larga scala.

In particolare:

  • La strategia Renovation Wave mira a raddoppiare i tassi di ristrutturazione energetica annuale nei prossimi 10 anni. Oltre a ridurre le emissioni, queste ristrutturazioni miglioreranno la qualità abitativa e dovrebbero generare un consistente aumento dei posti di lavoro nel settore delle costruzioni;
  • La revisione della Direttiva sul Rendimento Energetico degli Edifici (Energy Performance of Buildings Directive, EPBD), essenziale per l’attuazione della Renovation Wave, promuove la ristrutturazione degli edifici e pone obiettivi ambiziosi per le nuove costruzioni, allo scopo di modernizzare e decarbonizzare il patrimonio edilizio dell'UE;
  • Il nuovo Regolamento sulla Ripartizione degli Sforzi (Effort Sharing Regulation, ESR) stabilisce obiettivi di riduzione delle emissioni per tutti gli Stati membri entro il 2030 in tutti i settori, compreso quello edilizio;
  • La revisione della Direttiva sull'Efficienza Energetica e della Direttiva sulle Energie Rinnovabili renderà gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico e ne rafforzerà lo sfruttamento di energia rinnovabile;
  • Il sistema di Emission Trading per i combustibili destinati all'edilizia accelererà la riduzione delle emissioni e stimolerà gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica;
  • Il nuovo Fondo Sociale per il Clima, finanziato con i proventi dello scambio di emissioni nel trasporto stradale e negli edifici, fornirà un sostegno finanziario ai cittadini per le riqualificazioni energetiche;
  • L'iniziativa Solar Rooftop mira a sfruttare intensivamente il potenziale dei tetti per produrre energia pulita. Include una proposta di introdurre gradualmente l'obbligo di installare l'energia solare in diversi tipi di edifici nei prossimi anni, a partire da nuovi edifici pubblici e commerciali, ma anche edifici residenziali.

Tra le diverse azioni in corso spicca, come è noto, la Direttiva sul Rendimento Energetico degli Edifici per le potenziali ricadute massive sull’intero comparto edilizio e sull’economia dell’Unione e dei singoli Paesi membri. L’acceso dibattito a riguardo, sviluppatosi nelle ultime settimane, non è volto tanto a contestarne gli obiettivi, quanto piuttosto a definire un quadro d’intervento che sia sostenibile anche economicamente e, quindi, realmente fattibile nei tempi previsti.

Nel dettaglio, la nuova versione della Direttiva definisce il traguardo dello Zero Emissions Building (ad altissima prestazione energetica, in cui la quantità molto bassa di energia consumata è interamente
coperta da energia da fonti rinnovabili), per gli edifici di nuova costruzione ma anche per le ristrutturazioni profonde.

Il tema della riqualificazione energetica può essere considerato l’asse portante della EPBD, che già al suo interno individua le fonti per la copertura economica dell’enorme mole di investimenti che si prefigurano. A questo scopo, infatti, stabilisce che gli Stati membri utilizzino i finanziamenti nazionali e dell'Unione (come il dispositivo per la ripresa e la resilienza, il fondo sociale per il clima, i fondi della politica di coesione, i proventi delle aste per lo scambio di quote di emissioni di gas a effetto serra) e promuovano l'introduzione di strumenti d'investimento e di finanziamento abilitanti (quali prestiti per l'efficienza energetica e mutui per la ristrutturazione degli edifici, contratti di rendimento energetico, incentivi fiscali, sistemi di detrazioni fiscali, sistemi di detrazioni in fattura, fondi di garanzia, fondi specifici destinati alle ristrutturazioni).

Oltre agli imprescindibili aspetti energetici, non bisogna poi trascurare l’innovazione prospettata dalla Direttiva nel concetto stesso di edificio, che, grazie alle previste azioni di supporto ed incentivazione, si delinea sempre più come sostenibile, smart, inclusivo, resiliente e sicuro.

Prospettive di sviluppo del settore costruzioni: il volume d'affari potrebbe arrivare a 275 mld di euro all'anno

A questo punto, diventa interessante analizzare quali prospettive di sviluppo si prefigurano per il settore delle costruzioni all’interno dell’Unione Europea.
Partendo da un patrimonio di circa 30 miliardi di metri quadri, si stima che il parco edilizio aumenterà, entro il 2050, di una quota prossima al 50%, a fronte di circa 5 miliardi di metri quadri che verranno demoliti per lasciare spazio alle nuove realizzazioni.
La grande sfida, tuttavia, riguarderà il mercato delle ristrutturazioni, che beneficerà della leva del retrofit energetico. In questo ambito, l’attuale volume d’affari è valutato in circa 120 miliardi di €/anno, ma, grazie alle strategie in atto, è prevista per i prossimi anni una notevole espansione, che si stima arriverà a toccare i 275 miliardi di €/anno.

Se non è possibile ridurre le logiche di sviluppo alle sole istanze energetico-ambientali, è tuttavia innegabile che le operazioni di efficientamento fungeranno da driver e da fattore abilitante per la maggior parte delle operazioni immobiliari previste da qui a trent’anni. Tutto questo favorirà forti sinergie tra l’industria edilizia (che dovrà allinearsi con la qualità e la sostenibilità richiesta per materiali e componenti), la progettazione energetica (che dovrà essere sempre più avanzata ed efficace) e la progettazione architettonica (che in definitiva governerà la transizione ecologica del settore).

Paradigmatico in questo senso è il New European Bauhaus, l’iniziativa ambientale, economica e culturale recentemente avviata dalla Commissione Europea per supportare lo sviluppo e la diffusione dell’Architettura Sostenibile negli anni a venire, coniugando obiettivi climatici, circolarità, biodiversità, estetica ed inclusività.
Queste, in definitiva, saranno le tendenze che animeranno il settore edilizio nell’immediato futuro.

La nuova generazione di edifici, sempre più digitali e connessi

Alla luce di quanto illustrato, è possibile delineare le caratteristiche che connoteranno, progressivamente, le architetture del prossimo futuro.
Si tratterà indubbiamente di edifici ad efficienza energetica crescente, calcolata sull’intero ciclo di vita (comprese dunque anche le fasi di produzione, costruzione e dismissione), fino ad arrivare ad azzerarne le emissioni climalteranti. Tutto ciò sarà possibile grazie a sistemi tecnologici, costruttivi ed impiantistici sempre più performanti, che li renderanno anche resilienti rispetto all’inasprimento delle condizioni climatiche e consentiranno di generare in loco l’energia necessaria. In questo senso, determinante sarà il ruolo delle rinnovabili, con il fotovoltaico in prima linea (tant’è vero che si stanno già fissando i requisiti i per ottimizzare il potenziale solare dei nuovi edifici).

Ristrutturazioni e nuove costruzioni, concept dell’edificio per il prossimo futuro.

Non bisogna, poi, sottovalutare l’inarrestabile digitalizzazione che caratterizza il nostro secolo. Nel settore delle costruzioni favorirà una vasta diffusione degli smart building, capaci di usare le tecnologie dell'informazione e della comunicazione per adeguare il proprio funzionamento alle esigenze degli occupanti ed interagire con la rete ed il contesto energetico circostante, oltre che per migliorare la prestazione complessiva.

Nell’ottica di una sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale ed economica, infine, verranno implementati altri aspetti volti ad interpretare le esigenze di una società sempre più complessa e bisognosa di tutele, come il benessere negli spazi interni, la qualità dell’aria, la sicurezza (antincendio, informatica ed antisismica), l'accessibilità per le persone con disabilità o appartenenti alle fasce più anziane della popolazione.

In sintesi, l’edificio del futuro sarà ecologico, multifunzionale ed efficiente, ma soprattutto sarà in grado di fornire un tangibile contributo al perseguimento di uno sviluppo realmente sostenibile, imprescindibile per la società moderna.

DAL 15 al 18 NOVEMBRE A FIERA MILANO 4 EVENTI DEDICATI AL MONDO DELL'EDILIZIA
In questo contesto si colloca MIBA-Milan International Building Alliance, l’evento che dal 15 al 18 novembre a Fiera Milano (Rho) vedrà svolgersi in contemporanea quattro manifestazioni, che hanno come fil-rouge proprio l’evoluzione dell’edificio e della città: GEE-Global Elevator Exhibition, il nuovo progetto dedicato alla mobilità orizzontale e verticale, MADE Expo, appuntamento internazionale leader per soluzioni innovative e sostenibili per le costruzioni e l’involucro, SBE-SMART BUILDING EXPO, manifestazione di riferimento per l'home and building automation e l'integrazione tecnologica, e SICUREZZA, manifestazione leader in Italia e tra le più importanti in Europa per security&fire. Una offerta che occupa 8 padiglioni e che, grazie a più di 1250 aziende presenti, offrirà una panoramica a 360° su tecnologie, processi, soluzioni, materiale e prodotti coinvolti nella realizzazione di edifici e città a basso impatto ambientale, smart, sicuri ed accessibili.

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