Edificio salubre: una questione di consapevolezza
Una volta enunciata la prima regola della salubrità, ovvero che non c’è una regola di salubrità ma una personale consapevolezza della stessa, il primo passo da intraprendere nella progettazione è la scelta dei materiali da costruzione. Vediamo questa e le altre caratteristiche.
Caratteristiche dell’edificio salubre
“… abbiamo sempre fatto così…”, “… questa soluzione non è fattibile…” oppure “… in questa maniera il preventivo aumenta…”; chi è abituato a frequentare i propri cantieri e, come progettista, a proporre costantemente innovazione ha ormai fatto l’abitudine anche a queste (come a molte altre) risposte degli artigiani e/o delle maestranze.
Quello che forse ancora mi stupisce è che il ruolo che ci si cuce addosso venga spesso lasciato svilirsi da un diffuso atteggiamento rinunciatario; dalla mancanza di perseveranza e autorevolezza con cui vengono proposte sul campo le conclusioni progettuali sviluppate in anni di ricerca e sperimentazione.
Se ad esempio si parte dal principio base su cui impostare le principali condizioni di un edificio salubre, ovvero il divieto al fumo di sigaretta, ci si scontrerà subito con le abitudini e le routine di cantiere che tenteranno di opporsi per inerzia all’imposizione di una novità (per quanto salubre). Diventa quindi fondamentale, per parlare di salubrità, cominciare a capire che questa viene prima generata nella consapevolezza delle persone, nella libertà dei singoli attori della filiera edile.
Persistenza degli inquinanti
Elencare le caratteristiche di un edificio salubre significa, in primis, raccontare l’edificio salubre, condividere la propria visione affinché regole e divieti all’interno del cantiere possano essere chiaramente recepiti; tutto ciò che avviene in un ambiente costruito, mantiene memoria di sé… se non si vieta il fumo di sigaretta in cantiere, le esalazioni di tale abitudine, proprio come accade per gli indumenti di un fumatore, vengono assorbite dall’involucro edilizio (intonaci, tinte, cartongessi, massetti, ecc.) e progressivamente rilasciate nel tempo al ciclico variare di temperatura e umidità. Proviamo ora a pensare quante attività di cantiere possono essere anche più inquinanti del fumo di sigaretta: gas di scarico, fumi di saldatura, guaine bituminose stese a caldo; per non parlare dell’utilizzo di traccianti spray, schiume o siliconi non certificati.
Protocollo di cantiere
Per costruire un edificio salubre è necessario che ogni attività di cantiere venga prevista e regolamentata da un opportuno protocollo comportamentale, costituito da prescrizioni e divieti, da trasmettere insistentemente alle maestranze attraverso un loro coinvolgimento diretto. Insistentemente… e ancora… con pazienza e autorevolezza, fino a quando non sarà passato il concetto base che la salubrità di un ambiente parte prima di tutto dal proprio modo di porsi e muoversi in questo ambiente.
Materiali: vanno scelti in base alle caratteristiche emissive
Una volta enunciata la prima regola della salubrità, ovvero che non c’è una regola di salubrità ma una personale consapevolezza della stessa; il primo passo da intraprendere nella progettazione, e quindi nell’esecuzione, di un edificio salubre è la scelta dei materiali da costruzione. Tale scelta, tanto quanto il periodo della costruzione, risulta di cruciale importanza per il perseguimento di un obiettivo finale di qualità o, ancora meglio, per sviluppare nel costruito quei principi di prevenzione primaria necessari al mantenimento della salute dell’individuo nel proprio habitat.
I materiali da costruzione vanno scelti in base alle loro caratteristiche emissive, ovvero in base a quante sostanze chimiche nocive sono in grado di emettere all’interno di un locale per unità di superficie e tempo; ogni prodotto dev’essere considerato assieme agli altri costituenti l’edifico attraverso un applicativo di calcolo capace di prevedere in fase progettuale quale sarà il futuro carico inquinante dell’edificio e di porre quindi a quest’ultimo un preciso limite prestazionale.
Individuo ed involucro
Partendo dal presupposto che non esistono materiali completamente privi di emissioni (fanno eccezione il vetro e pochissimi altri) è necessario compensare le possibili esalazioni del futuro edificio prevedendo e dimensionando correttamente i rispettivi impianti di ventilazione e purificazione dell’aria. Nella delicata fase della progettazione impiantistica (mirata al perseguimento di elevati livelli di qualità dell’aria) è nuovamente necessario ribadire, anche ai tecnici, la necessità di accogliere consapevolmente nuovi paradigmi di salubrità sbilanciati verso l’individuo piuttosto che orientati al ri-perfezionamento termo-igrometrico dell’involucro.
Gli impianti di un edificio salubre devono essere tarati per funzionamenti dinamici che tengano conto delle diverse interazioni ambiente-individuo che si possono sviluppare durante le varie fasi di una giornata; ogni sistema di ventilazione (o purificazione), oltreché gestire in maniere efficiente temperatura e umidità, dev’essere progettato per regolare la variabilità dei carichi inquinanti interni in funzione delle destinazioni d’uso previste e delle caratteristiche fluidodinamiche dei locali.
Ventilazione
Il perseguimento della salubrità all’interno di un edificio è dunque subordinato allo scrupolosa applicazione di precise regole legate alla scelta dei materiali, al dimensionamento impiantistico e alla gestione della fase di cantiere; la costituzione di un edificio salubre è imprescindibile dalla progettazione di almeno un sistema di ventilazione al suo interno, come d’altronde un sistema di ventilazione risulta necessario ma non sufficiente a garantire la completa salubrità di un involucro edilizio. Involucro basso-emissivo, impianti ben dimensionati (e poi manutenuti!) e cantierizzazione consapevole sono gli ingredienti per una perfetta ricetta di salubrità; com’è possibile però raggiungere effettivamente la sicurezza di quanto realizzato alla fine di un percorso costruttivo?
Verifiche ambientali
Durante i lavori e alla fine degli stessi è prescrivibile un’analisi della qualità dell’aria da eseguirsi secondo precise norme UNI (ad esempio 14412 e/o 16000); mediante lo screening degli inquinanti generati durante il cantiere ed il suo confronto con il risultato finale è possibile certificare la qualità dell’aria raggiunta all’interno dell’edificio. Il riscontro numerico della realtà costruita rappresenta il quarto punto distintivo di una costruzione salubre: un edificio, per poter essere definito idoneo al mantenimento (o addirittura al miglioramento) della salute dei suoi occupanti, deve superare una serie di analisi ambientali costituite da standard chimico-fisici riproducibili, accreditati e certificati.
Gestione
Per concludere si richiama per la terza volta quella cultura della salubrità che, prima di essere declinata in norme, viene espressa da condizioni e comportamenti che dovrebbero essere trasferiti con perseveranza anche alla committenza.
Il cliente finale può essere pazientemente accompagnato verso standard di vita più salubri, caratterizzati da una maggiore consapevolezza nella scelta degli arredi, dei tendaggi, dei prodotti per la pulizia e (perché no) dei propri indumenti, della cosmetica che usa e del cibo che mangia. Un consumatore consapevole è a sua volta in grado di orientare il mercato verse scelte sempre più consapevoli, attraverso l’innesco di un circolo virtuoso senza fine.
Comfort e Salubrità
Con questo Topic raccogliamo tutte le news e gli approfondimenti pubblicati da Ingenio che riguardano il comfort nella sua concezione multidimensionale e la salubrità degli ambienti.
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