Economia circolare: Italia leader in Europa, grazie anche alle PMI. La pratica il 65%, un dato raddoppiato dal 2021
L'Italia è leader in Europa per produttività delle risorse e riciclo, con il 65% delle PMI impegnate nell'economia circolare, ma deve migliorare innovazione e ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime. Questo è quello che emerge dalla presentazione del 6° Rapporto sull’economia circolare in Italia, realizzato dal Circular Economy Network (CEN) e da ENEA.
Produttività delle risorse: Italia al primo posto con 3.7 euro per chilo, 1.2 sopra la media UE
In Italia, il concetto di risparmio va oltre le mura domestiche e abbraccia l'intero sistema economico. Circa un quinto della produzione nazionale proviene dal riciclo, posizionando il Paese al secondo posto in Europa, dietro la Francia, per tasso di utilizzo circolare della materia. Inoltre, l'Italia è leader tra le cinque principali economie dell'Unione Europea per produttività delle risorse, con un valore di 3,7 euro per chilo, rispetto alla media UE di 2,5 euro per chilo.
La circolarità è radicata nel tessuto economico italiano, coinvolgendo non solo grandi aziende, ma anche piccole e medie imprese (PMI). Il 65% delle PMI italiane adotta pratiche di economia circolare, un dato più che raddoppiato rispetto al 2021. Questi risultati sono emersi dal sesto Rapporto sull'economia circolare in Italia, presentato dal Circular Economy Network (CEN) e da ENEA durante la conferenza annuale tenutasi all'Acquario Romano di Roma.
Il rapporto ha confrontato le performance di circolarità delle cinque maggiori economie dell'UE (Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia) utilizzando indicatori della Commissione Europea. L'Italia si è confermata al primo posto con 45 punti, seguita da Germania (38), Francia (30), Polonia e Spagna (26). Questo primato è dovuto in gran parte alla gestione dei rifiuti, con un tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio del 71,7% nel 2021, superiore alla media UE del 64%.
Inoltre, il riciclo dei rifiuti urbani in Italia è cresciuto del 3,4% tra il 2017 e il 2022, raggiungendo il 49,2%. La media UE è del 48,6%, la Germania “vince” con il 69,1%.
Torniamo in testa con il riciclaggio dei RAEE: nel 2021 è stato pari all’87,1% (meno due punti percentuali rispetto al 2017), con una media UE dell’81,3%. Tutto ciò a fronte di una produzione media pro capite dei rifiuti urbani di 513 kg nel 2022 nella UE; mentre in Italia siamo passati dai 504 kg/ab del 2018 ai 494 kg/ ab del 2022. .
Nonostante i successi, l'Italia affronta alcune sfide. Il consumo di materiali è aumentato dell'8,5% dal 2018, raggiungendo 12,8 tonnellate per abitante nel 2022, sebbene inferiore alla media europea di 14,9 t/ab. Inoltre, la dipendenza dalle importazioni di materiali, sebbene in calo, rimane elevata. Anche la capacità di innovazione nel settore del riciclo e della gestione dei rifiuti è in calo, con un numero di brevetti depositati inferiore rispetto ad altri Paesi europei.
Edo Ronchi, presidente del CEN, ha sottolineato l'importanza di puntare sulla circolarità per accelerare la transizione ecologica e migliorare la competitività delle imprese italiane, specialmente in un contesto caratterizzato da bassa crescita e vincoli di bilancio.
Un'indagine recente, condotta tra dicembre 2023 e gennaio 2024 in collaborazione con CNA, ha rivelato che il 65% delle PMI italiane pratica l'economia circolare, con il 10% intenzionato ad avvicinarsi a queste pratiche nel prossimo futuro.
Gli interventi realizzati più spesso riguardano l’uso di materiali riciclati (68,2%), la riduzione degli imballaggi (64%), interventi per la durabilità e la riparabilità del prodotto (53,2%). Rispetto ai principali vantaggi dell’adozione di misure di economia circolare, il 70,4% delle imprese indica la maggiore sostenibilità ambientale, la riduzione dei costi di produzione (61%), la maggiore efficienza (35,6%) e l’impulso all’innovazione (34,2%). Per il 61% delle imprese coinvolte nel sondaggio le misure di economia circolare generano benefici in termini di riduzione dei costi.
Materie Prime Critiche
La Commissione Europea ha identificato 34 materie prime critiche, tra cui il rame e le terre rare, fondamentali per l'economia. L'Italia, con solo il 3% delle riserve globali di rame, deve puntare sul riciclo per ridurre la dipendenza dalle importazioni. Anche le terre rare, cruciali per le tecnologie rinnovabili e l'elettronica, sono concentrate in paesi come Cina e Russia, rendendo il riciclo una strategia indispensabile per garantire la sicurezza delle forniture.
La conferenza ha ribadito l'importanza dell'economia circolare per l'Italia, mettendo in luce i progressi e le sfide ancora da affrontare. Claudia Brunori, direttrice del Dipartimento ENEA Sostenibilità, ha evidenziato la necessità di un cambio di paradigma verso un modello economico più sostenibile e circolare, in grado di migliorare l'efficienza delle risorse e ridurre l'impatto ambientale.
L'Italia ha dimostrato di essere un leader in economia circolare, ma deve continuare a innovare e migliorare per mantenere questa posizione di avanguardia, investendo in politiche pubbliche e incentivando la partecipazione delle PMI e dei consumatori. La transizione verso un'economia circolare non è solo una necessità ambientale, ma anche una grande opportunità per la crescita economica e la competitività del Paese.
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