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Ecco i nuovi dati sulle COSTRUZIONI: la CRISI continua, e i professionisti che fanno ?

Nella giornata inaugurale del SAIE 2015, FEDERCOSTRUZIONI ha raccontato i dati del mercato con il “Rapporto 2015 - Il Sistema delle Costruzioni in Italia”.

L’analisi elaborata da Federcostruzioni, frutto della collaborazione tra 17 centri studi e 80 associazioni di categoria in rappresentanza di oltre 30.000 imprese, ha messo in luce le previsioni aggregate di un comparto che nel 2014 pesava in termini di valore della produzione oltre 403 miliardi di euro  e circa 2.600.000 posti di lavoro (il 12% dell’occupazione nazionale). Alla presentazione del Rapporto hanno partecipato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, il presidente di Federcostruzioni, Rudy Girardi, e il docente di economia presso l’Einaudi Institute for Economics and Finance di Roma, Luigi Guiso.

Le previsioni per 2015 e 2016 sono ancora negative: 2015 (-0,5%) e per il 2016 (-0,1%)

Ecco qui un riassunto dei dati presentati:

  • Nel 2014 la filiera delle Costruzioni vale oltre 403 miliardi di euro e circa 2,6 milioni di posti di lavoro (12% dell’occupazione nazionale)
  • Nel 2014 il comparto delle costruzioni ha perso 125.000 posti di lavoro (-4,6%) con una perdita della produzione del 3,0% in termini reali.
  • Tra il 2008 e il 2014 si sono persi 650 mila posti di lavoro (2.077 a settimana) e 125 miliardi di euro di valore della produzione (-29,2%)
  • I settori che hanno più risentito della crisi sono in termini assoluti quelli delle costruzioni (-75 miliardi di euro); in termini relativi la siderurgia (-40%), l’industria macchine per il movimento terra (-45%), il cemento e il calcestruzzo (-50%), il commercio di macchine per il movimento terra, da cantiere e per l’edilizia (-65%) e i laterizi (-70%).
  • Export: +23% tra il 2009 e il 2014. Nel 2014 avanzo commerciale di 30 miliardi
  • Previsioni per il 2015 e il 2016 improntate ad un cauto ottimismo: -0,5% nel 2015, -0,1% nel 2016. Nel 2014 il calo è stato del 3,0%, del 5,7% nel 2013 e del 9,5% nel 2012.
  • Secondo le stime del prof. Luigi Guiso oltre il 50% dei posti di lavoro persi con la crisi, sono andati persi nel settore delle costruzioni
  • Sempre secondo stime del prof. Luigi Guiso con una crescita del 3,0% ci vorrebbero 11 anni per tornare ai livelli pre-crisi
  • Girardi, presidente di Federcostruzioni, esprime un cauto ottimismo per gli anni a venire: “la crisi rallenta”, ha dichiarato nel corso della presentazione del Rapporto 2015.

Peso delle diverse filiere

  • La filiera delle costruzioni edili ed infrastrutturali nel 2014 vale 203 miliardi di euro e dà lavoro a 1.484.000 persone. Nel 2014 denuncia un calo della produzione di 11,6 miliardi di euro e una perdita occupazionale di 69 mila unità.
  • La filiera della progettazione e dei servizi innovativi nel 2014 vale 100,1 miliardi di euro e occupa 610 mila professionisti. Rispetto al 2013 il volume della produzione si è ridotto di 1,4 miliardi di euro e l’occupazione di 20mila unità.
  • Nel 2014 la filiera dei materiali per le costruzioni ha realizzato una produzione in valore di 52,1 miliardi di euro. Il settore occupa 263mila persone. Rispetto l’anno precedente la perdita è di 1,3mld € in termini di produzione e di 5.400 posti di lavoro.
  • La filiera delle tecnologie, dei macchinari e degli impianti per l’edilizia ha registrato nel 2014 un volume di produzione complessivo di 48,7 miliardi di euro ed una occupazione di 217 mila unità. Rispetto al 2013 si evidenzia un calo di 133 milioni di euro di produzione e di circa 4.300 occupati.

Questi dati cozzano con quanto avviene per "l'altra economia" del Paese, che l'ISTAT e il governo disegnano in netta ripartenza.

E sono dati che preoccupano tutti gli addetti del settore, non solo i dipendenti, ma anche i professionisti. Se pensiamo dal 2008 al 2015 siamo passati da 450.000 permessi di costruire/anno a 60.000 mi viene da sottolineare che si è passati da 2 permessi di costruire x Professionista (in media) a 0,3.

Ecco perchè di fronte a un mercato così distrutto, senza prospettive di crescita per il 2016, occorra una nuova visione per la professione italiana. Perchè non possiamo pensare che le battaglie del presente - concorrenza, competenza sulla sismica, competenza sulla progettazione geotecnica, competenza sulla APE ... - possano essere la sola e unica soluzione per un categoria ridotta di fatto alla fame.

Di certo le competenze dei nostri professionisti ci hanno reso interessanti per il mercato internazionale. Ma è un mercato che si sta evolvendo, in cui molti Paesi hanno introdotto l'obbligo del BIM, in cui non ci si pone il problema chi possa partecipare a un appalto privato: ARUP, AECOM, ... vanno dove vogliono e conquistano gli appalti migliori.

La priorità è quindi quella di pensare al futuro della professione e riprogettarne i pilastri fondanti prima che sia troppo tardi. Il modello del Professionista Condotto, che alla stregua del Medico Condotto si occupa di tutto, dal mal di denti alla rottura dell'alluce, comincia a segnare il tempo. Occorre dare peso alle competenze. Competenze che non possono essere definite e certificate con un sistema fittizio e inutile come quello dei crediti formativi professionali. Un esempio: i corsi che serono per acquisire legalmente delle competenze, vedi Sicurezza del Lavoro, vedi Certificazione ICT, vedi corsi Protezione Civile ... non hanno i crediti.

La Competenza assumerà un ruolo fondante per il mercato dei servizi professionali, e non possiamo pensare di demandarla a un sistema che da la faocltà al soggetto x di rilasciare crediti su un corso gratuito finanziato dall'azienda Y e quindi, di fatto, commerciale. L'aggiornamento è una cosa seria, forse quando lo si è reso obbligatorio andava lasciato alle sole mani delle commissioni degli Ordini.

In ogni caso occorre un nuovo progetto generale, che consideri la fase di studio, la valorizzazione del titolo conseguito, la fase di apprendimento prima della professione, l'esame di stato, l'esercizio della professione, le nuove organizzazioni professionali (visti che le STP hanno fallito). E se non lo facciamo ora, continueremo a vedere professionisti che si cancellano dagli ordini e aprono bar, pizzerie e ristoranti ... professionisti che fanno i debiti per pagare la cassa di previdenza ... giovani professionisti che abbandonano il percorso ancor prima di avrlo iniziato.

E alcuni temi dovranno essere ripresi con maggiore forza. Per esempio il tema delle tariffe. Angelo Valsecchi, consigliere CNI, mi evidenziava qualche giorno fa al congresso nazionale come un incarico professionale affidato a prezzo basso non sia solo un problema per il professionista, ma soprattutto per il committente, che non si è assicurato in questo modo la qualità del servizio attesa. Certo non possiamo tornare al vecchio concetto di tariffa minima, ma l'esempio di quanto avviene in Germania (vedi articolo - LINK ) testimonia che qualcosa si può fare, a dispetto delle vetere direttive europee.

Non c'è solo il problema della Tariffa, ma questo è comunque un problema, un problema fondamentale. Un problema su cui non riusciamo ne a far capire le nostre ragioni ne quelle del cittadino, il primo a rimetterci da questa situazione.

Credo che questi dati di FEDERCOSTRUZIONI ci debbano dare una scossa, e con Ingenio daremo voce a chi questa scossa intende alimentarla.

 

Andrea Dari