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E il massetto, dove lo metto?

Oggi è possibile trovare una grande varietà di massetti sul mercato, spesso è difficile scegliere quello più appropriato

Al giorno d'oggi è possibile trovare una grande varietà di massetti sul mercato, spesso è difficile scegliere quello più appropriato. Uso un massetto premiscelato oppure lo faccio in cantiere? E' meglio l'anidrite o il cementizio? Caratteristiche acustiche o meccaniche? E sul riscaldamento a pavimento cosa è meglio mettere?
Come si può facilmente intuire non esiste una soluzione universale, e ogni progetto richiede la scelta del massetto di supporto appropriato.

 

Facciamo un esempio: supponiamo di dover realizzare un massetto di posa adatto per ricevere un rivestimento continuo a basso spessore, come la resina, il linoleum oppure lo spatolato cementizio.
I requisiti in questo caso riguardano l'assenza di fessurazioni casuali, la planarità e la resistenza meccanica, soprattutto all'impatto e al punzonamento.
Concentriamoci per un momento su uno solo di questi aspetti, ad esempio la resistenza meccanica. Nel caso del rivestimento continuo è un aspetto fondamentale: basta un peso che cada accidentalmente sul pavimento oppure la presenza di uno scaffale pesante per incidere la superficie in profondità.
La resistenza a compressione deve essere quindi almeno 30 MPa, cioè sul sacchetto deve esserci scritto C30.
Il massetto di posa può inoltre essere in adesione, desolidarizzato oppure galleggiante. Desolidarizzato significa che fra il massetto e il supporto c'è un distacco, per esempio un foglio di polietilene (barriera al vapore). Galleggiante invece è quando fra il massetto e il supporto c'è un vero e proprio strato comprimibile, per esempio l'isolamento termico o acustico.
Supponiamo di scegliere un massetto galleggiante appoggiato sopra di un materassino acustico. In questo caso diventano importanti almeno altri due parametri, cioè lo spessore di progetto e la resistenza a flessione. Quando un massetto è galleggiante o flottante è necessario avere uno spessore della lastra di almeno 5-6 centimetri e una resistenza a flessione di almeno 6 MPa. Sul nostro sacchetto vogliamo scritto anche la sigla F6.
Ora è il momento di pensare ai giunti di frazionamento: quanto grandi sono le nostre stanze? Supponiamo stanze di al massimo 30 metri quadrati, perciò potrebbe andare bene un massetto a base cementizia (CT), magari addizionato con opportune fibre e agenti antiritiro.
Riassumendo: CT C30 F6. Semplice vero?
Questo non è che un esempio delle tantissime combinazioni possibili, e ci fa capire che in molti casi non basta dire “sabbia-cemento”: il massetto va progettato e studiato caso per caso. Ci dà una mano CONPAVIPER con il suo “Codice di Buona Pratica per i massetti di supporto per interni”, scaricabile gratuitamente.

Per approfondire gli aspetti legati alla progettazione, all'esecuzione e ai parametri di accettazione dei massetti Ecobeton organizza dei corsi specifici per progettisti, per trovare quello più vicino vedere su www.ecobeton.it/formazione.php

FOTO: gentilmente concessa da Ecobeton