Durabilità dei percorsi ciclopedonali realizzati con la tecnica del ghiaietto lavato
Percorsi ciclopedonali: come si realizza una pavimentazione architettonica in ghiaietto lavato resistente e durevole?
Come si realizza una pavimentazione architettonica in ghiaietto lavato?
La pavimentazione in “ghiaietto lavato”, anche conosciuta come “calcestruzzo architettonico”, è una pavimentazione di spessore solitamente compreso fra i 5 e i 10 cm, in cui, attraverso un esclusivo mix design ed uno specifico trattamento superficiale “disattivante”, vengono messi in risalto gli aggregati presenti nella massa del conglomerato cementizio.
In questo modo vengono coniugate le già indiscutibili proprietà del calcestruzzo (resistenze meccaniche, facile lavorabilità, agevole disponibilità di materie prime in sito, ecc.) con una resa estetica di pregevole qualità.
Per ottenere risultati ottimali dal punto di vista fisico-meccanico e della durabilità, è importante calibrare preventivamente il mix design del calcestruzzo, integrando, con un compound in polvere e con fibre antiritiro, la tradizionale mescola costituita da legante cementizio più aggregati.
Per ottenere risultati ottimali dal punto di vista estetico è invece determinante la scelta ed il proporzionamento di due fusi granulometrici di aggregato, combinandoli con la corretta quantità di legante e di compound in polvere. In questo modo è possibile ottenere una distribuzione granulometrica “discontinua”, che valorizza le caratteristiche del fuso granulmetrico del ghiaietto, con il risultato di metterne in risalto le peculiarità petrografiche, morfologiche e dimensionali, che, se ben equilibrate, consentono perfette integrazioni con l’ambiente circostante, sia dal punto di vista ambientale che architettonico.
Da queste premesse viene da sé che la prequalifica del mix design è un’operazione che, anche se non particolarmente complessa, risulta decisiva per il buon esito della piastra carrabile.
Proprio grazie a quest’insieme di caratteristiche materiche, estetiche, fisico-meccaniche, il ghiaietto lavato viene spesso considerato per viali ciclopedonali e parcheggi urbani ed extraurbani ubicati in contesti storici, paesaggistici e ambientali di pregio.
Questa nota fornisce informazioni specifiche relative a mix design, prestazioni fisico meccaniche e fasi realizzative di pavimentazioni in calcestruzzo lavato FLOORTECH PRERIT utilizzate per percorsi ciclopedonali e aree parcheggio ubicate in aree di pregio, evidenziando, con esempi reali, la durabilità delle opere dopo diversi anni dalla realizzazione.
Calcestruzzo lavato realizzato con tecnologia FLOORTECH PRERIT
Pavimentazioni in calcestruzzo lavato FLOORTECH PRERIT: le componenti del sistema
FLOORTECH PRERIT è un sistema integrato, a basso impatto ambientale, utilizzato per realizzare pavimentazioni in calcestruzzo lavato, che si ottengono mescolando semplicemente, con la corretta quantità di acqua: cemento locale (grigio o bianco), aggregati locali in opportuna distribuzione granulometrica, fibre in polipropilene multifilamento (READYMESH PM 180) e una speciale miscela di additivi migliorativi delle prestazioni del calcestruzzo finale (PRERIT COMPOUND). Eventualmente, per particolari esigenze estetiche, possono esssere aggiunti ossidi ferrosi coloranti.
Immediatemente dopo la stesura e la vibrostaggiatura del calcestruzzo, le superfici vengono irrorate con uno speciale disattivante di presa (PRERIT SOLUTION) che svolge anche una specifica funzione di agente antievaporante, molto utile per una corretta maturazione del calcestruzzo. Dopo circa 24 ore le superfici vengono lavate con idrogetto, mettendo in tal modo in risalto gli aggregati e si eseguono i tagli per i giunti di contrazione.
Ad indurimento avvenuto, la pavimentazione verrà trattata mediante specifiche soluzioni consolidanti e idrorepellenti (QL NANO LITHIUM SALT RESISTANT).
Analizziamo ora nello specifico i componenti fondamentali del sistema.
PRERIT COMPOUND, la miscela di additivi migliorativi del calcestruzzo
Il PRERIT COMPOUND è un aggiunta in polvere ricchissima di microsilicati ad attività pozzolanica e speciali additivi reologici. I microsilicati sono costituiti sia da metacaolino che da fumo di silice (silica fume). La silica fume è un sottoprodotto derivante dal processo di lavorazione del silicio e di leghe metalliche a base di silicio. Si configura come una polvere formata da particelle di forma sferica, raggruppate a formare degli aggregati. La singola particella ha una grandezza compresa fra 0,05μm - 1,0μm, con un diametro medio di 0,1-0,2μm, quindi molto più piccola rispetto alle particelle che compongono il range granulometrico dei cementi. Queste dimensioni permettono un’ideale compensazione della curva granulometrica dei leganti, con le particelle di fumo di silice che vanno ad occupare e riempire in modo ottimale i vuoti lasciati a disposizione dai granuli di cemento.
Chimicamente il fumo di silice è in prevalenza costituito da silice (SiO2), con percentuali variabili da circa l’85% fino al 98%. Dal punto di vista mineralogico il fumo di silice è un materiale completamente amorfo.
Proprio grazie alla sua composizione chimica e mineralogica, il fumo di silice è un materiale ad altissima attività pozzolanica, capace di reagire con la calce o con la calce di idrolisi del cemento Portland per produrre CSH (silicati di calcio idrati) ovverosia i principali componenti responsabili della resistenza meccanica della pasta cementizia e della riduzione della porosità del calcestruzzo.
I vantaggi nell’utilizzo della silica fume nei conglomerati cementizi sono da tempo noti e sono stati oggetto di innumerevoli indagini scientifiche.
READYMESH PM 180, le fibre in polipropilene multifilamento
Le fibre, aggiunte in forma dispersa in un conglomerato cementizio, modificano le proprietà del materiale composito fibrorinforzato, partendo dalle prime fasi di lavorazione dell’impasto e fino ad indurimento completamente avvenuto, agendo perciò:
- durante lo stato “fresco”;
- durante la maturazione;
- durante il suo intero ciclo di vita.
In particolare le fibre contrastano l’apertura delle fessure, sia quelle da ritiro plastico che quelle da ritiro igrometrico, e migliorano il comportamento a trazione e l’energia di frattura del conglomerato.
Ma per esplicare queste importanti caratteristiche risulta determinante la forza di legame che si riesce a sviluppare fra matrice legante e fibre. Nei mix design di ghiaietto lavato realizzati con tecnologia FLOORTECH PRERIT, la forza di legame fra matrice e fibre è straordinariamente rafforzata dall’azione del compound di additivi e microsilicati PRERIT COMPOUND.
PRERIT SOLUTION, lo speciale disattivante di presa
E’ un disattivante di presa in soluzione acquosa da applicare, mediante pompa airless a bassa pressione, sulle superfici di calcestruzzo fresco.
PRERIT SOLUTION è un liquido pronto all’uso a base di polisaccaridi, catalizzanti specifici ed agenti antischiuma che inibisce la reazione di idratazione del cemento, ne rallenta la velocità di presa, permettendo in tal modo di asportare, mediante idrolavaggio, uno strato corticale di pochi millimetri di matrice cementizia, che mette in risalto gli inerti costituenti il conglomerato cementizio non alterando in alcun modo le caratteristiche prestazionali della pavimentazione in calcestruzzo.
Il principio attivo di PRERIT SOLUTION è soprattutto rappresentato da un sale sodico dell’acido gluconico, che forma chelati stabili con diversi metalli, specialmente nelle soluzioni alcaline del tipo acqua/cemento. Il sale sodico dell’acido gluconico è un composto di origine naturale, biodegradabile (sino al 98% dopo 2 giorni), esente da tossicità, da rischi di sensibilizzazione e da effetti irritanti, usualmente utilizzato sia in prodotti destinati al contatto con l’epidermide, quali le creme per viso e corpo, gli shampoo, i balsami, i saponi, i prodotti per make up. ecc. che, in molteplici versioni, come additivo alimentare per la regolazione dell’acidità.
PRERIT SOLUTION non è un prodotto stagionante specifico. La sua azione è volta a protrarre più a lungo la prima fase di idratazione del cemento, caratterizzata dalla formazione di un “gel” cementizio, temporaneamente impermeabile. Si può però sostenere che la presenza, sulla superficie del conglomerato, di un gel in grado di opporsi ad una evaporazione rapida dell’acqua di impasto, svolge anche un’efficace azione di curing. Il fatto che PRERIT SOLUTION venga poi rimosso, per mettere in luce gli aggregati superficiali del conglomerato, non modifica la positiva valutazione dell’azione di curing poiché, come è noto, il periodo di massima criticità per il calcestruzzo, sotto il profilo degli effetti nocivi di una rapida evaporazione dell’acqua, è proprio rappresentato dalle prime ore dopo il getto.
Rimozione tramite idrolavaggio del disattivante PRERIT SOLUTION con messa in risalto degli aggregati
>>> Visita il sito web www.floortech-prerit.it
Le performance estetiche e prestazionali del ghiaietto lavato nella ciclovia Bardolino-Garda
Il caso di studio del percorso ciclo-pedonale Bardolino-Garda è particolarmente interessante poiché si inserisce in un contesto ambientale di grande pregio paesaggistico e storico, collegando località dotate di straordinaria vocazione turistica. Operando in questo contesto il progettista dell’opera ha immediatamente posto l’attenzione su due aspetti che dovevano indirizzare la scelta tecnologica: durabilità della ciclovia, inserimento armonico della stessa nel paesaggio circostante. Il ghiaietto lavato poteva soddisfare contemporaneamente entrambi i requisiti, a differenza di altre scelte che con maggiore difficoltà riescono a coniugare sia le performance estetiche che quelle prestazionali (ad esempio matrici polimerico-resinose oppure matrici asfaltiche).
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Le pavimentazioni outdoor, che spaziano dalle superfici per terrazze ai camminamenti nei giardini, dai bordi piscina fino alle pavimentazioni...