Dissipatori fluidodinamici per l’adeguamento sismico di strutture di edifici multipiano
Studio di una particolare soluzione ibrida per la realizzazione di strutture leggere e resistenti ad elementi portanti in acciaio e misti composti da pannelli CLT e profilati in acciaio. Valutazione della risposta di un solaio di un edificio tipo destinato all’edilizia residenziale sociale: principali risultati dalle prove sperimentali e dalle analisi numeriche.
La memoria descrive l’impiego di dissipatori fluidoviscosi per il miglioramento o l’adeguamento sismico di strutture esistenti in cemento armato o in acciaio. Si considerano dispositivi a comportamento viscoso non lineare, implementati in programmi di biblioteca (SAP 2000 17). In particolare si è fatto riferimento al corpo centrale dell'Ospedale S. Antonio Abate di Trapani avente struttura intelaiata in c.a., realizzato prima della classificazione sismica del territorio, su suolo classificato di tipo E. Le strutture sono analizzate per mezzo di analisi dinamiche non lineari soggette ad accelerogrammi generati spettrocompatibili, localizzando le non linearità nei dispositivi di dissipazione.
In tal modo le strutture si mantengono in campo elastico e si procede al loro adeguamento, ove necessario. L’intervento progettato mira a rispettare i vincoli imposti dallo stato limite di operatività (SLO) sullo spostamento di interpiano e richiede interventi per l’adeguamento delle strutture esistenti con riferimento allo stato limite di salvaguardia della vita (SLV).
Per disporre i dispositivi fluido-viscosi si prevede l’uso di diagonali e di elementi di connessione in acciaio.
Fluidviscous dampers for the seismic retrofitting of multi-storey buildings
INTRODUZIONE
Uno dei principali criteri da adottare per gli interventi di miglioramento o di adeguamento sismico delle strutture esistenti in c.a. o in acciaio è costituito dall'impiego di elementi dissipativi. Questi si distinguono in: isteretici, dipendenti dallo spostamento degli estremi che li vincolano, e viscosi, dipendenti essenzialmente dalla velocità. Tra questi assumono particolare rilevanza i dispositivi fluido viscosi FVD, a cui si ricorre quando la struttura da adeguare soddisfa i limiti imposti dagli stati limite di operatività e di danno, ma non è in grado di sostenere le sollecitazioni indotte da sismi corrispondenti allo stato limite di salvaguardia della vita.
Ciò in quanto l'inserimento di tali dispositivi non modifica apprezzabilmente la rigidezza del sistema ma ne incrementa le capacità dissipative, con conseguente riduzione dell'energia di deformazione del sistema e delle conseguenti sollecitazioni sugli elementi strutturali.
Tale condizione è stata riscontrata nell'Ospedale S. Antonio Abate di Trapani per il cui progetto di adeguamento si è fatto ricorso a dissipatori fluido viscosi, inseriti tra la sommità di diagonali a V costituite da profilati di acciaio e le soprastanti travi in cemento armato.
Il progetto è stato redatto con riferimento alle NTC 2008, all’EC8 e alle FEMA 356 e 450.
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