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Direzione Lavori, Coordinamento per la Sicurezza e Collaudo Tecnico-Amministrativo: quali sono le specifiche

A partire dal 1° gennaio 2025, il Codice dei Contratti Pubblici imporrà la digitalizzazione (Gestione Informativa Digitale) nella fase di esecuzione dei lavori, coprendo Direzione dei Lavori, Coordinamento Sicurezza e Collaudo Tecnico-Amministrativo. Sarà necessaria una gestione informativa digitale con competenze avanzate e strumenti specifici, focalizzandosi sulla transizione dai documenti ai dati e sull'integrazione di tecnologie come l'AI e l'IoT.

Gestione Informativa Digitale: cosa cambia per Direzione Lavori, Coordinamento per la Sicurezza e il Collaudo Tecnico Amministrativo

Il Codice dei Contratti Pubblici ha introdotto, o almeno lo farà (o dovrebbe farlo) dal 1° gennaio 2025, in maniera esplicita la digitalizzazione o, meglio, la Gestione Informativa Digitale, da non identificarsi con la generica locuzione di Building Information Modelling (BIM), nella fase di esecuzione dei lavori, vale a dire nella Direzione dei Lavori, nel Coordinamento in materia di Salute e di Sicurezza in fase realizzativa e nel Collaudo Tecnico-Amministrativo, oltre che per la Verifica dei Progetti, essenzialmente nei casi di varianti in corso d’opera.

L’Atto dell’Organizzazione di ciascuna stazione appaltante o ente concedente (almeno di quelle stazioni qualificate) dovrebbe, evidentemente, avere affrontato l’argomento, all’interno dell’istituendo Sistema di Gestione dei Processi Digitalizzati dell’Organizzazione, la cui cogenza è implicitamente indiscutibile.

Il che significa che i processi relativi a queste tipologie di servizi dovrebbero essere analiticamente mappati e descritti all’interno dell’Atto dell’Organizzazione, anche con la finalità di assicurare omogeneità dei contenuti, a prescindere dai soggetti interessati e dalla internalizzazione o esternalizzazione degli stessi. Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti, proprio perché qualificati, dovrebbero avere piena contezza delle prestazioni relative alla digitalizzazione di queste tipologie di servizi.

Per l’erogazione di tutti questi servizi, sia che essa avvenga internamente o esternamente al soggetto proponente, vale a dire alla stazione appaltante oppure all’ente concedente, dovranno essere reclutate risorse umane dotate delle necessarie abilità, autorità, competenze e conoscenze, dovranno essere redatti specifici capitolati informativi, disciplinari di prestazione e schemi di contratto o di determina per la designazione interna, a cui dovranno seguire offerte e piani di gestione informativa, dovranno essere acquisite le idonee strumentazioni: tutti elementi (e dispositivi) a oggi raramente disponibili in una veste dedicata e attendibile.

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Si tratta di un passaggio per niente scontato, sia perché le esperienze sinora maturate hanno essenzialmente riguardato la fase della progettazione (in molte occasioni, con evidenti debolezze per la fase di committenza e per il ruolo del committente pubblico) sia perché occorre riflettere attentamente sulla definizione di profili professionali, come quelli del Coordinatore dei Flussi Informativi presso l’unità di supporto al Responsabile Unico del Progetto e presso l’Ufficio di Direzione dei Lavori, così come ormai resi obbligatori del D. Lgs. 36/2023.

Si ricorda, naturalmente, che il Codice dei Contratti Pubblici prevede anche la presenza di Gestori dei Flussi Informativi e di Gestori dell’Ambiente di Condivisione dei Dati, all’interno delle amministrazioni pubbliche.

L’attuale profilazione del Coordinatore dei Flussi Informativi è, infatti, contenuta nella norma UNI 11337-7:2018, la quale, definendo la figura in questione anche come BIM Coordinator, risente del clima storico poc’anzi accennato.

Il BIM Coordinator, altrimenti detto Coordinatore dei Flussi Informativi di Commessa, nell’ottica della normativa nazionale, era stato valorizzato nei confronti del BIM Manager, ovvero del Gestore dei Flussi Informativi, in quanto la normativa enfatizzava il suo ruolo centrale nel Management of Information del Project, lasciando al Gestore dei Flussi Informativi compiti relativi alla gestione dei processi digitalizzati di più elevato livello all’interno dell’organizzazione di appartenenza.

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Come accennato, a fronte della prima e diretta operatività degli attori nella fase di progettazione, secondo criteri condivisi e prestabiliti dal Coordinatore dei Flussi Informativi, quest’ultimo appare acquisire una elevata proattività nel controllo e nella verifica dei modelli informativi, anche in virtù della appartenenza alla medesima compagine.

D’altronde, in quanto Manager of Information-Related Processes, il BIM Coordinator agisce, anzitutto, nella fase della progettazione, come attore istruttore dei processi e delle procedure, accanto al potenziale Design Manager.

Nel caso della Direzione dei Lavori, il coordinamento potrebbe anche tenere in conto indirizzi forniti dall’Ufficio di Direzione dei Lavori, ma, in attesa della verifica finale, gli approfondimenti sui modelli informativi originari di contratto competono a un’altra compagine, più o meno conflittuale al proprio interno, sia nel senso orizzontale dei raggruppamenti e dei consorzi, sia in quello verticale della gestione strategica della catena di fornitura.

La progettazione costruttiva può certamente essere interpretata quale approfondimento di dettaglio delle soluzioni ideative finalizzato alla costruibilità, ma, in definitiva, essa riflette il portato di decisioni merceologiche derivanti dalla dialettica interna ai soggetti imprenditoriali, per cui è difficile immaginare un ruolo propositivo per la struttura di committenza.

 

Il ruolo del Coordinatore dei Flussi Informativi

Semmai, al Coordinatore dei Flussi Informativi spetterebbe inizialmente la facoltà, a supporto del Direttore dei Lavori, nell’accertare ulteriormente la idoneità dei modelli informativi, disciplinari e aggregati, posti alla base del contratto pubblico, nonché di un eventuale modello informativo geo-spaziale, bidimensionale o tridimensionale, delle aree interessate all’intervento. Del resto, l’esito favorevole degli accertamenti operati dal Coordinatore nella fase di progettazione conduce alla prosecuzione della stessa, mentre in questo caso sfocia nell’autorizzazione all’avvio della realizzazione di un pacchetto di lavorazioni. Parimenti, lo sviluppo della progettazione costruttiva per il tramite dei modelli informativi dovrebbe consentire a entrambe le parti contrattuali di aggiornare la modellazione in maniera tempestiva, mantenendosi nell’ambito della stessa, senza derive esterne.

Occorre, inoltre, ricordare come, molto più che per la fase della progettazione, la modellazione informativa non sia l’unica, o comunque, la prevalente soluzione digitale praticabile nella fase realizzativa, per la quale sono disponibili più immediatamente numerose altre soluzioni tecnologiche: a iniziare, banalmente, dalla introduzione di immagini digitali sferiche georeferenziate.

D’altro canto, essendo la Direzione dei Lavori una attività che presenta una forte propensione all’accertamento, per essa tutte le possibilità di esercitare una intelligenza predittiva offerte dalle modalità della cosiddetta Artificial Intelligence, sono destinate a esercitare un ruolo rilevante, a condizione che la stazione appaltante abbia acquisito nel tempo data set qualitativamente e quantitativamente adeguati e sia in grado di utilizzare soluzioni di apprendimento automatico e modelli linguistici.

Non scordiamo, comunque, che, pur condizionate dalla legislazione comunitaria, esistono soluzioni tecnologiche in grado di esercitare attività di intelligenza dei fenomeni cantieristici non solo attraverso l’analisi automatica delle immagini, ma anche delle voci: soluzioni innegabilmente ascrivibili alla Gestione Informativa Digitale.

Bisogna, infine, come premessa, osservare che la Direzione dei Lavori, orientata al controllo tecnico, contabile e amministrativo dell’esecuzione dell’intervento, si deve concludere con il passaggio più rilevante, vale a dire la transizione verso la gestione patrimoniale, immobiliare e infrastrutturale, costituita essenzialmente, per ora, dalla documentazione relativa alla programmazione della manutenzione e dalla redazione degli elaborati cosiddetti As Built: in attesa del Digital Twin, ma già in presenza delle strutture di dati richieste da AINOP (Archivio Informatico delle Opere Pubbliche).

Per quanto concerne, anzitutto, la Direzione dei Lavori, la legislazione previgente aveva già imposto l’informatizzazione delle prassi, ma è evidente che il contesto relativo fosse analogico, convenzionale, strettamente legato alla nozione di documento e alla sua dematerializzazione.

Se, tuttavia, si considerano le diverse funzioni che devono essere assunte dal Direttore dei Lavori, in connessione con il proprio Ufficio, qualora sussista, ancor prima che ragionare sui modelli informativi, serve comprendere come l’ultima istanza concerna la trasposizione dei contenuti testuali dei diversi, numerosi ed eterogenei documenti coinvolti in basi di dati strutturate.

In altre parole, lo sfondo entro cui riflettere per la Direzione dei Lavori, ma non solo, riguarda il progressivo affrancamento del dato dal documento, molto prima che non la produzione, la verifica o l’elaborazione dei modelli informativi. Certo, non si tratta di un passaggio che possa risolversi in breve tempo, sia per ragioni tecnologiche sia per ragioni giuridiche, ma è palese come sia il dato l’assoluto protagonista nella prospettiva.

Se, perciò, in apparenza l’attenzione è riposta sui modelli informativi in quanto abilitatori, a partire da dati strutturati, della generazione di elaborati, geometrico-dimensionali e alfa-numerici, più accurati e maggiormente affidabili, l’obiettivo di maggior rilievo è opposto, essendo costituito dalla possibilità di tradurre i documenti in dati strutturati.

Ad esempio, la transizione di cui si disserta potrebbe ben essere ben esemplificata dalla gestione del giornale dei lavori, attualmente un documento convenzionale, dematerializzato, ma, prospetticamente, esso potrebbe tradursi strumentalmente in una base di dati dinamica connessa a fonti informative esterne e a una sensoristica interna al cantiere, generando una struttura di dati aggiornata in tempo reale e verificabile in remoto.

Questa prima esemplificazione è eloquente della transizione non solo dal documento al dato, ma del ruolo proattivo che il dato (che il flusso informativo) possa esercitare nel processo decisionale, non solo in termini veicolari. Da questo punto di vista, ad esempio, la possibilità per un macchinario del movimento terra di disporre del modello digitale del terreno dovrebbe condurre a una misurazione semi-automatica e tempestiva delle quantità realizzate, i cui dati sono, però, detenuti dalla controparte contrattuale, interoperabile con la base di dati relativa al registro di contabilità.

 

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