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Direttiva UE case green: raggiunto l’accordo, stop caldaie a gas dal 2040

L'Unione Europea ha segnato un traguardo fondamentale con l'approvazione della Direttiva Case Green, un accordo che ridefinisce le norme per l'efficientamento energetico degli edifici. Questo compromesso, nato dal dialogo tra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo, mira a un parco immobiliare climaticamente neutrale entro il 2050, bilanciando le esigenze ambientali con quelle economiche e infrastrutturali.

L'Unione Europea e il futuro delle Case Green: raggiunto un compromesso per gli edifici ad Energia Sostenibile

L'Unione Europea ha raggiunto un accordo significativo sulla riforma della Direttiva sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici, comunemente nota come Direttiva Case Green.

L'intesa, frutto di un trilogo tra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo, si propone di guidare il continente verso un futuro più sostenibile, puntando a un parco immobiliare climaticamente neutrale entro il 2050.

 

Sfide e Compromessi della nuova direttiva Case Green

Il percorso verso l'accordo non è stato semplice.

La versione originale della direttiva aveva suscitato apprensioni in molti stati membri, Italia inclusa, per i criteri severi di efficientamento energetico degli edifici.

Tuttavia, il testo finale rappresenta un compromesso equilibrato, che considera le diverse esigenze degli stati membri.

In particolare durante il trilogo, si è giunti a un compromesso che ha eliminato i parametri riguardanti le classi energetiche specifiche per ciascun edificio. La scelta è stata quella di adottare medie di riferimento, lasciando a ciascuno Stato membro il compito di definirle in base al proprio patrimonio edilizio, sistema nazionale di classi energetiche e piano di ristrutturazione.

   

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All'interno il testo della proposta di direttiva UE per l'efficientamento energetico delle case, approvato lo scorso 14 marzo 2023.

  

Gli obiettivi

L'obiettivo primario della direttiva europea sulle case green per l’efficientamento energetico degli edifici dell’Unione (EPBD – Energy Performance of Buildings Directive) è quello di diminuire i consumi energetici e di trasformare l'intero patrimonio immobiliare ad emissioni zero entro il 2050. Questo obiettivo è motivato dal fatto che, secondo le analisi condotte, gli edifici costituiscono il 40% del totale dell'energia consumata e contribuiscono al 36% delle emissioni dirette e indirette di gas serra.

Secondo l'accordo il 55% della riduzione energetica dovrà essere ottenuta attraverso la ristrutturazione degli edifici con le performance peggiori definendo le tappe intermedie a cui i diversi Paesi dovranno attenersi, ma diversamente dal primo testo con una flessibilità maggiore.

Ogni Stato definirà quindi i propri obiettivi e la propria tabella di marcia, quali edifici ristrutturare e con quali tempistiche.

Questi i punti salienti dell'accordo:

EDIFICI RESIDENZIALI NUOVI 

  • Dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti a emissioni zero

EDIFICI PUBBLICI NUOVI

  • Dal 2028 tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere costruiti a emissioni zero

EDIFICI RESIDENZIALI ESISTENTI

  • Entro il 2030 riduzione del consumo medio di energia primaria del 16%.
  • Entro il 2035, l'obiettivo si innalzerà al 20-22%.

EDIFICI NON RESIDENZIALI ESISTENTI

  • Entro il 2030 riduzione del consumo medio di energia primaria del 16%.
  • Entro il 2033, l'obiettivo si innalzerà al 26%.

 

Novità in pillole della Direttiva Case Green

  • Efficientamento Energetico: La direttiva modifica l'approccio all'efficientamento, non più basato sulla certificazione energetica individuale, ma su obiettivi medi per il patrimonio immobiliare di ogni stato. Entro il 2030, si prevede una riduzione del 16% del consumo medio di energia, con un ulteriore taglio fino al 20-22% nel 2035.
  • Caldaie a Gas: Una delle modifiche più rilevanti riguarda lo stop alla vendita delle caldaie a gas, posticipato al 2040. Questa decisione mira a ridurre l'impatto sull'industria e sui consumatori.
  • Pannelli fotovoltaici: Cambiano anche le regole sull'installazione dei pannelli solari. La nuova normativa non impone più l'obbligo per gli immobili residenziali esistenti, concentrando l'attenzione sui nuovi edifici, sugli edifici pubblici e su quelli non residenziali di grandi dimensioni.

  

Posticipato al 2040 lo stop alle vendite delle caldaie a gas

Diversamente da quanto previsto nel testo originale della direttiva, che fissava al 2035 lo stop definitivo alla produzione e vendita delle caldaie alimentate a combustibile fossile, il nuovo accordo posticipa di cinque anni tale obbligo portandolo al 2040.

Di fatto si è deciso di definire una tabella di marcia che consentisse di arrivare, in maniera più graduale, alla eliminazione dei sistemi di riscaldamento a combustibile fossile entro il 2040.

Questa tabella infatti prevede che per le caldaie autonome ci sia uno stop agli incentivi dal 2025, mentre si salvano gli incentivi per i sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.

È importante sottolineare che questa restrizione non si applica a coloro che già posseggono una caldaia a gas in casa, ma riguarda esclusivamente coloro che intendono acquistare un nuovo sistema di riscaldamento, che sia destinato a sostituire un impianto preesistente o ad essere installato in una nuova costruzione. Pertanto, quando si parla di "vietare caldaie a gas", non significa che possedere una di esse diventerà illegale. Piuttosto, a partire dal 2040, non sarà più consentito produrre e commercializzare nuovi modelli.

  

Pannelli fotovoltaici: quali sono gli edifici con obbligo di installazione?

L'obbligo di installazione dei pannelli fotovoltaici su tutti gli edifici nuovi e ristrutturati previsto nel primo testo della direttiva è stato modificato.

Il nuovo accordo prevede infatti che tale obbligo sia previsto per nuovi edifici, per gli edifici pubblici e in quelli esistenti non residenziali che subiscono una ristrutturazione. Rimangono quindi esclusi gli edifici residenziali esistenti.

Per gli edifici pubblici, l'obbligo è previsto con una scala temporale graduale a seconda delle dimensioni degli edifici.
Gli edifici sopra i 2.000 metri quadrati dovranno installare pannelli fotovoltaici a partire dal 2027, quelli da 1.000 metri quadrati a partire dal 2028 e infine quelli dai 250 metri quadrati in su a partire dal 2029.

 

Le esenzioni

La Direttiva presenta diverse esenzioni mirate a tener conto di casi particolari come gli edifici appartenenti al patrimonio storico e di specificità nazionali.

I Paesi membri avranno la facoltà di escludere dalla direttiva:

  • edifici vincolati e protetti;
  • edifici storici ("edifici ufficialmente protetti in virtù dell’appartenenza a determinate aree o del loro particolare valore architettonico o storico");
  • case utilizzate solo per le vacanze (seconde case utilizzate per meno di 4 mesi all'anno);
  • edifici temporanei.

     

Flessibilità e Autonomia Nazionale

Un elemento chiave dell'accordo è la maggiore flessibilità concessa agli stati membri.

Ogni paese potrà stabilire i propri obiettivi, la tabella di marcia e decidere quali edifici ristrutturare e con quali tempistiche. Questa flessibilità è fondamentale per bilanciare gli obiettivi ambientali con le realtà economiche e infrastrutturali nazionali.

L'obiettivo finale della direttiva è trasformare il patrimonio edilizio dell'UE in edifici a emissioni zero entro il 2050.

L’accordo prevede che questa visione ambiziosa sarà supportata da piani nazionali di ristrutturazione edilizia e da incentivi finanziari per sistemi di riscaldamento più sostenibili, come quelli ibridi. Un argomento che sicuramente susciterà molti dibattiti nel nostro paese.

Rimane da capire se l’Europa interverrà anche sul piano economico per attuare questa direttiva. Per ora sono previsti una serie di aiuti finanziari e sgravi fiscali. Il Parlamento di Strasburgo chiede che 110 miliardi di finanziamenti comunitari già stanziati da Bruxelles, possano essere reindirizzati per aiutare a sostenere i costi delle ristrutturazioni, soprattutto per le famiglie meno abbienti.

  

Prossimi Passaggi

Prima di diventare legge, l'accordo raggiunto dovrà essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio.

Questo passaggio rappresenterà un momento cruciale per l'effettiva implementazione della direttiva.

L'accordo sulla Direttiva Case Green segna un importante passo avanti nella strategia energetica dell'Europa. Nonostante i compromessi, resta una pietra miliare nel cammino verso un futuro energetico più sostenibile, equilibrando le necessità ambientali con quelle economiche e sociali.

Con questo accordo, l'UE aggiunge un tassello fondamentale ai suoi piani di decarbonizzazione, inaugurando un nuovo capitolo nella storia della sostenibilità europea.

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