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Direttiva case green, fumata bianca: le nuove regole sui requisiti di prestazione energetica degli edifici

Il Parlamento UE ha approvato in via definitiva la direttiva Case Green sulle prestazioni energetiche degli edifici, nello stesso testo varato a gennaio. Caldaie a gas e a metano ok fino al 2040, misure più personalizzabili da parte dei singoli Stati membri, edifici residenziali nuovi a emissioni zero dal 2030. Per diventare legge, dovrà essere approvata formalmente dal Consiglio dei Ministri.

Nella seduta di martedì 12 marzo 2024, i deputati del Parlamento europeo hanno adottato in via definitiva le nuove regole per ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas a effetto serra del settore edilizio, ovverosia la cosiddetta "direttiva case green" (o Energy performance of building directive, EPBD).

Attenzione però: nella nota del Parlamento UE si sottolinea che per diventare legge, la direttiva dovrà ora essere approvata formalmente anche dal Consiglio dei Ministri. Una volta che tutti i Governi l'avranno approvata, sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale UE ed entrerà in vigore entro i successivi 20 giorni.

 

IL TESTO DELLA DIRETTIVA CASE GREEN E' SCARICABILE IN ALLEGATO

 

Direttiva case green: requisiti di prestazione energetica meno stringenti. L'obiettivo finale

Il testo (scaricabile in allegato), che è quello approvato dalla Commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE) del Parlamento europeo nello a metà gennaio scorso, contiene modifiche rilevanti rispetto alla 'prima versione', i quali riguardano i requisiti di adeguamento energetico, molto meno stringenti e più malleabili a seconda delle necessità dei singoli Stati membri, i quali dovranno redigere un piano per la riduzione dei consumi che punti alle 'zero emissioni' nell'anno 2050.

L'obiettivo finale è infatti quello di "ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050".

C'è però un vincolo: bisognerà garantire almeno il 55% della riduzione di consumo medio di energia primaria, attraverso, appunto, la ristrutturazione degli edifici a bassa prestazione, cioè quelli che consumano più energia.

 

Direttiva UE case green: le specifiche nel dettaglio. Stop caldaie a gas dal 2040

L'Unione Europea ha segnato un traguardo fondamentale con l'approvazione della Direttiva Case Green, un accordo che ridefinisce le norme per l'efficientamento energetico degli edifici. Questo compromesso, nato dal dialogo tra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo, mira a un parco immobiliare climaticamente neutrale entro il 2050, bilanciando le esigenze ambientali con quelle economiche e infrastrutturali.


Leggi l'articolo con l'approfondimento su tutte le misure della direttiva case green

 

Direttiva case green: dal 2030 edifici residenziali nuovi a emissioni zero

Riepiloghiamo, rimandando all'articolo di riferimento che aveva approfondito tutte le novità sulla direttiva, i paletti principali del provvedimento:

  • edifici residenziali nuovi: dal 2030 dovranno essere costruiti a emissioni zero;
  • edifici pubblici nuovi: dal 2028 dovranno essere costruiti a emissioni zero;
  • edifici residenziali esistenti: entro il 2030 riduzione del consumo medio di energia primaria di almeno il 16%; entro il 2035, di almeno il 20-22%;
  • edifici non residenziali esistenti: entro il 2030 riduzione del consumo medio di energia primaria di almeno il 16%; entro il 2033, di almeno il 26%.

Gli Stati membri potranno considerare, nel calcolo delle emissioni, il potenziale impatto del riscaldamento globale sul ciclo di vita di un edificio, inclusa la produzione/smaltimento dei rifiuti utilizzati per la sua realizzazione.

 

Direttiva case green: le novità

  • Efficientamento Energetico: la direttiva modifica l'approccio all'efficientamento, non più basato sulla certificazione energetica individuale, ma su obiettivi medi per il patrimonio immobiliare di ogni stato. Entro il 2030, si prevede una riduzione del 16% del consumo medio di energia, con un ulteriore taglio fino al 20-22% nel 2035. I Paesi membri, in ogni caso, dovranno introdurre requisiti minimi di prestazione energetica, il che porta al collegamento con gli APE (attestati di prestazione energetica);
  • Caldaie a Gas: una delle modifiche più rilevanti riguarda lo stop alla vendita delle caldaie a gas, posticipato al 2040. Questa decisione mira a ridurre l'impatto sull'industria e sui consumatori.
  • Pannelli fotovoltaici: cambiano anche le regole sull'installazione dei pannelli solari. La nuova normativa non impone più l'obbligo per gli immobili residenziali esistenti, concentrando l'attenzione sui nuovi edifici, sugli edifici pubblici e su quelli non residenziali di grandi dimensioni. L'obbligo di installazione riguarderà però gli edifici pubblici, progressivamente dal 2026 al 2030, ma in ogni caso dovranno essere predisposte strategie nazionali per dotare di impianti solari anche gli edifici residenziali nuovi e i non residenziali di grande dimensione, se tecnicamente ed economicamente fattibili.

 

Caldaie a gas 'bandite' dal 2040. Ma ok agli ibridi

Come evidenziato dalla nota pubblicata sul sito del Parlamento europeo, "gli Stati membri dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento eliminando, gradualmente, i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento entro il 2040. A partire dal 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili".

Attenzio però: saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore, ovverosia gli apparcchi ibridi.

Anche l'elettrificazione dei riscaldamenti e l'utilizzo delle pompe di calore darà determinante: la direttiva, infatti, ne 'parla' in diversi punti del testo, in quanto porterà a utilizzare svariati tipi di energie rinnovabili nei nuovi edifici (quelli residenziali dal 2030) che dovranno essere a emissioni zero.

 

L'impatto sul Bonus Ristrutturazioni e l'Ecobonus: verso una proroga? La direttiva cita le agevolazioni in fattura

E' chiaro che questa direttiva impatterà anche sulla questione Bonus Casa, in quanto per l'Ecobonus per l'efficientamento energetico degli edifici - che scade il 31/12/2024 - è strettamente correlato, così come il Bonus Ristrutturazioni (che prevede sconti anche per i lavori di efficiientamento energetico) che è l'unica agevolazione al momento sicura di resistere nel 2025 anche se con percentuali e massimali minori (attualmente è al 50%, poi scenderà al 36% a regime).

Ma ovviamente, per efficientare gli edifici, serviranno interventi specifici come cappotti termici, sostituzione infissi, pannelli solari, caldaie a condensazione, tutte 'spese' in più per i cittadini.

In tal senso, va evidenziato ad esempio che anche molti degli attuali bonus (Ecobonus, Sismabonus, Sismabonus Acquisti) scadono a fine 2024 e il Governo dovrà ripensare gioco forza a una proroga, o ad un altra forma di agevolazione fiscale (bonus edilizio unico?), proprio per incentivare la spinta verso le 'case green'.

Non solo: nella direttiva è ammesso l'utilizzo di incentivi che garantiscano l'agevolazione fiscale per chi investe sull'efficientamento energetico, ma viene 'di riflesso' citato anche lo sconto in fattura, ovverosia l'incentivo, per i cittadini che spendono per efficientare i loro edifici, di risparmiare direttamente nelle fatture.

In questo senso, sarà possibile rivedere il blocco 'quasi' totale a cessione del credito e sconto in fattura imposto dal DL Cessioni (11/2023) a partire dallo17 febbraio 2023? Il Governo dovrà presumibilmente occuparsi anche di questo.

 

Le esenzioni

E' importante, infine, sottolineare che la direttiva prevde alcune esenzioni alle regole per determinati tipi di edifici.

Nello specifico, sono esentati dall'applicazione delle specifiche gli edifici agricoli e gli edifici storici.

Inoltre, i Paesi membri possono decidere di escludere anche:

  • gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico (sottoposti a vincolo puntuale o di area);
  • gli edifici temporanei, cioè le case utilizzate per un periodo di tempo inferiore a 4 mesi all'anno (case vacanza);
  • le chiese e i luoghi di culto;
  • gli immobili della difesa;
  • gli immobili inferiori ai 50 metri quadrati.

 

Il commento di Green Building Council

Alla base della Direttiva EPBD4 permane il principio dell’”Energy Efficiency First”, cioè la spinta ad intervenire sul costruito con una scala di priorità: prima di tutto, ridurre il fabbisogno degli edifici, per poi in seconda battuta aumentare l’efficienza dei sistemi energivori e alimentare il fabbisogno residuo con fonti di energia rinnovabile - si legge nella nota emanata sull'approvazione della direttiva case green da parte di Green Building Council.

La Direttiva nella sua ultima revisione introduce obiettivi complessi, per questo “GBC Italia si rende da subito disponibile nei confronti del Governo nel mettere a sistema tutti i contenuti tecnici che l’Associazione possiede. Tra questi, annoveriamo i nostri protocolli energetico ambientali, che possono essere una guida fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi introdotti al 2030 e al 2050”, afferma Fabrizio Capaccioli – Presidente GBC Italia, che prosegue “Su una cosa è necessario lavorare fin da subito, ossia: il miglioramento sismico dei nostri edifici. Aspetto non trattato da Bruxelles, ma che in Italia non possiamo fare a meno di considerare come prioritario”.

Il traguardo è sfidante. Il testo prevede che tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2028, mentre quelli esistenti dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e D entro il 2033.

Per i nuovi edifici, viene infatti introdotto lo standard Zero Emission Building (ZEB) – in sostituzione all’attuale concetto di nearly Zero - Emission Building (nZEB) – e la valutazione del potenziale di riscaldamento globale (GWP) nel corso del ciclo di vita, con l’introduzione di un indice, misurato in kgCO2eq/m2 anno, che dovrà essere inserito nell’attestato di prestazione energetica di ogni edificio che sarà costruito a partire dal 1° gennaio 2027.

La normativa - prosegue la nota - porterà alla necessità di implementare nuove professionalità e competenze, che dovranno essere da subito definite e formate per essere pronti ad agire quando il quadro normativo sarà definitivo.

Altro aspetto di novità della Direttiva è il richiamo esplicito alla necessità di affiancare agli obiettivi di sola efficienza energetica, maggiori requisiti di benessere e qualità degli ambienti abitati.

In più punti, il testo appena varato evidenzia che sia per i nuovi edifici che per le ristrutturazioni “importanti” si dovranno garantire livelli ottimali di qualità degli ambienti interni, in termini di qualità dell'aria, di comfort termico ed illuminotecnico e di adattamento ai cambiamenti climatici.


IL TESTO DELLA DIRETTIVA CASE GREEN ADOTTATO DAL PARLAMENTO E' SCARICABILE IN ALLEGATO PREVIA REGISTRAZIONE AL PORTALE.

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