Direttiva Case Green: efficienza energetica degli edifici e riduzione dell'impatto climatico
La Direttiva EPBD recentemente approvata mira all’obiettivo di decarbonizzazione globale e al miglioramento del comfort abitativo sfruttando tecnologie sostenibili e fonti rinnovabili a servizio di sistemi energeticamente efficienti per riscaldamento e raffrescamento di edifici residenziali e non.
La Direttiva Case Green e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente
Il IV recast della Direttiva UE sulla prestazione energetica nell’edilizia, nota come Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), è stata recentemente approvata con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas a effetto serra del settore edilizio entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Il lungo processo di adozione di tale direttiva, anche conosciuta come Direttiva Case Green, è iniziato il 14 marzo 2023 con l’approvazione della prima bozza. Successivamente, l’anno 2023 è stato caratterizzato dai negoziati tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione Europea, concludendosi il 7 dicembre con l’ultimo Trilogo, che ha portato all’approvazione della nuova bozza di revisione. Quest’ultima è stata approvata il 15 gennaio 2024 anche dalla Commissione ITRE (Commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia), portando all’adozione definitiva dell’aprile 2024.
Per il raggiungimento dell’obiettivo di decarbonizzazione del patrimonio edilizio europeo, la Direttiva Case Green focalizza l’attenzione sugli interventi di riqualificazione degli edifici esistenti. Infatti, più di 220 milioni di unità immobiliari (pari all’85% del parco edilizio europeo) sono state costruite prima del 2001, e l’85-95% degli edifici odierni sarà ancora in uso nel 2050. Inoltre, il 75% degli edifici esistenti è tutt’ora inefficiente dal punto di vista energetico. Il gas naturale rappresenta circa il 39% del consumo energetico dovuto al riscaldamento degli ambienti nel settore residenziale. Per questo motivo, la riduzione del consumo energetico e l'utilizzo di energia da fonti rinnovabili costituiscono misure necessarie per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, la povertà energetica e la dipendenza energetica dell'Unione Europea dai combustibili fossili.
È evidente che l'ambizione rafforzata dell'Unione Europea in materia di clima ed energia richiede una nuova visione per il settore dell’edilizia. In questo contesto, la Direttiva Case Green introduce il concetto di edificio a emissioni zero (ZEB, acronimo di Zero Emission Building) caratterizzato da una domanda molto bassa di energia, zero emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili e un quantitativo pari a zero, o molto basso, di emissioni operative di gas a effetto serra. In particolare, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero entro il 2030 ed altrettanto dovrà avvenire entro il 2050 per l’intero patrimonio edilizio all’interno dell’Unione Europea.
Inoltre, focalizzando l’attenzione sul patrimonio edilizio esistente, gli edifici non residenziali dovranno rispettare i seguenti criteri:
- i limiti massimi di prestazione energetica dovranno essere definiti rispetto ai valori di prestazione energetica del settore fissati al 1° gennaio 2020;
- la prestazione energetica minima dovrà essere calcolata facendo riferimento a quella del patrimonio edilizio nazionale; il valore dovrà essere inferiore rispetto a quello attuale almeno del 16% al 2023 e del 26% al 2033.
I criteri che dovranno essere rispettati dagli edifici residenziali esistenti si possono riassumere nei seguenti tre punti chiave: - definire una strategia per la riqualificazione del patrimonio residenziale esistente con obiettivi al 2030, 2040 e 2050 per la completa trasformazione degli edifici in ZEBs;
- garantire un tasso di riduzione del consumo medio di energia primaria rispetto ai valori del 2020 di almeno il 16% al 2030 e del 20-22% al 2035;
- garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia imputabile alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente più energivoro.
In questo contesto, l’analisi cost-optimal risulta essere l’approccio metodologico appropriato da applicare ai requisiti minimi di prestazione energetica sia per la ristrutturazione di edifici esistenti, sia per i singoli componenti edilizi. Tale analisi combina l’aspetto energetico alla dimensione finanziaria (in termini di costi di investimento e costi energetici), consentendo di individuare la soluzione più vantaggiosa tra i diversi scenari di retrofit. Inoltre, l’analisi cost-optimal permette di valorizzare e supportare l’introduzione di tecnologie innovative sul mercato energetico degli edifici.
Infatti, nonostante l’investimento iniziale di tali tecnologie possa risultare maggiore rispetto a quello delle soluzioni tradizionali, il guadagno in termini di risparmio energetico risulta nettamente superiore sul lungo termine. Dalla nuova Direttiva Case Green è emerso che entro il 30 giugno 2025, la Commissione procederà con la revisione dell’analisi cost-optimal con l’obbiettivo di introdurre ulteriori impatti all’interno dell’analisi, tra cui i benefici legati alla riduzione degli impatti ambientali (emissioni di CO2 equivalente) e al miglioramento del comfort ambientale interno.
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Innovazione tecnologica a supporto della decarbonizzazione del patrimonio edilizio
Come descritto nella sezione precedente, il patrimonio edilizio europeo – sia appartenente al settore residenziale sia terziario - è caratterizzato in maggioranza da edifici energeticamente inefficienti. Per questo motivo, la riqualificazione energetica degli edifici esistenti rappresenta lo strumento principale della nuova Direttiva Case Green per ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas a effetto serra. In questo processo di decarbonizzazione ed efficientamento energetico del patrimonio immobiliare esistente, l’innovazione tecnologica svolge un ruolo chiave.
La presente sezione ha l’obiettivo di presentare i principali vantaggi dell’introduzione di tecnologie innovative per l’applicazione in interventi di riqualificazione energetica relativi al sistema impiantistico dell’edificio. Tra queste, il mercato dei sistemi di climatizzazione radiante si sta orientando verso soluzioni tecnologiche a bassa inerzia termica, che consentono di ottenere il significativo risparmio energetico conforme ai target imposti dalla Direttiva.
Tale tecnologia può essere implementata sia nell’ambito di sistemi di emissione a pavimento ( impianti a pavimento radiante a bassa inerzia termica ) sia a soffitto (impianti a soffitto radiante conformi a UNI EN 1264-1:2021, oppure con pannelli radianti prefabbricati a finitura metallica o in cartongesso ). In particolare, il ridotto spessore che caratterizza i pannelli a bassa inerzia termica ne consente l’agevole applicazione negli interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici, nei quali è particolarmente importante riuscire a contenere gli ingombri dei sistemi che si vanno ad installare.
Inoltre, grazie al vantaggio di rispondere in modo rapido alle variazioni di temperatura, questa tecnologia consente di raggiungere un livello di comfort ambientale ottimale e un elevato risparmio energetico in tempi ridotti rispetto ai sistemi radianti tradizionali. In aggiunta, la sua applicazione negli interventi di riqualificazione risulta estremamente vantaggiosa anche in termini di riduzione dei tempi di cantiere e dei costi di demolizione, che non sempre devono essere necessariamente sostenuti.
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