Digitalizzazione delle opere pubbliche: come il BIM e il CDE rivoluzionano la gestione infrastrutturale
Il BIM è obbligatorio dal 1° gennaio 2025 per appalti pubblici oltre 2 milioni di euro. Tante le sfide per il futuro, ma anche molti vantaggi: maggior efficienza, controllo costante e nuove tecnologie. Come il Common Data Environment supporta i processi BIM per l'intero ciclo di vita dell'opera.
Adempimenti normativi, nuove tecnologie e maggior efficienza, per una completa gestione digitale delle opere pubbliche
Digitalizzazione: quanto spesso ne sentiamo parlare e quanto spesso ci poniamo domande su questo “viaggio verso il futuro” per il quale siamo tutti ormai partiti?
La digitalizzazione è un processo di profondi cambiamenti che attraversa in maniera trasversale ogni aspetto nelle nostre vite. E la pubblica amministrazione certamente non fa eccezione.
La digitalizzazione della pubblica amministrazione è un procedimento complesso, non privo di sfide: si tratta infatti di uno dei settori tradizionalmente più correlati a pratiche burocratiche complesse e spesso macchinose. La “rivoluzione digitale” nella PA ha quindi un obbiettivo ambizioso: rendere i servizi pubblici più accessibili, trasparenti e, soprattutto, efficienti.
E per quanto riguarda la digitalizzazione delle opere pubbliche?
Dal processo di digitalizzazione non sono esenti le infrastrutture, come edifici pubblici, strade, ponti, parchi e più in generale tutte le opere di utilità collettiva. In questo contesto, diventa quindi necessaria e non più rimandabile l'adozione di tecnologie digitali per la progettazione, la realizzazione e il monitoraggio di opere pubbliche.
Il riferimento è quindi verso software di gestione e piattaforme per la condivisione di dati (CDE, Common Data Environment o ACDat, Ambiente di Condivisione dei dati), ma anche, per quelle PA che fanno anche progettazione, software di modellazione BIM.
Quali sfide ci attendono nel percorso verso l’intera digitalizzazione delle opere pubbliche?
- Certamente c’è un divario digitale per il quale i sistemi tradizionali impiegati per anni nella Pubblica Amministrazione non saranno facili da cambiare. Si tratta quindi di un aspetto prettamente culturale. Un ruolo centrale in questo processo di transizione lo avranno quindi, in primo luogo, le persone, che dovranno essere adeguatamente formate e, successivamente, mantenersi aggiornate. Non a caso il decreto appalti indica fra i requisiti per la digitalizzazione un’adeguata formazione del personale per poter “creare” quelle figure tipiche dei processi BIM come il BIM Manager, il BIM Coordinator e il CDE Manager: la presenza di queste nuove figure determina in automatico la necessità di un nuovo atto organizzativo.
- Dati e sicurezza. La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione porta con sé anche un rischio maggiore di attacchi informatici, violazioni della privacy e perdite di dati sensibili. Soluzioni avanzate di cybersecurity si renderanno quindi indispensabili per garantire la sicurezza di ogni processo legato alla digitalizzazione dell'opera pubblica. Esattamente come un sistema di conservazione a norma di tutti i documenti inseriti nel CDE
- Infrastrutture tecnologiche. Altra problematica che andrà inevitabilmente superata è quella di dotare la Pubblica Amministrazione di tecnologie adeguate, come ad esempio una totale copertura di connettività Internet.
- Un nuovo quadro normativo. Si pone infine l'attenzione sulla necessità di un sistema normativo chiaro, che sia in grado di regolare le nuove modalità di gestione e monitoraggio delle infrastrutture, che non lasci spazio a incertezze e che sia costantemente aggiornato.
Nonostante le tante implementazioni da apportare, la formazione e l'adozione di nuove prassi, va tenuto in considerazione che la digitalizzazione delle opere pubbliche garantirà tante nuove opportunità.
Tecnologie avanzate, un sistema più snello e più sostenibile, anche grazie al ridotto consumo di carta inutile, un maggior controllo di ogni singola fase nel processo di progettazione, realizzazione e monitoraggio, riduzione dei costi. Questi sono solo alcuni dei numerosi vantaggi che si prospettano nel prossimo futuro, nel settore delle opere pubbliche.
Obblighi normativi e BIM: una nuova era per il settore delle costruzioni
Dal 1° gennaio 2025, l'adozione della metodologia BIM (Building Information Modeling) è diventata obbligatoria per la maggior parte degli appalti pubblici in Italia (nuovo codice appalti D.Lgs. 36/2023 che conferma l’approccio già stabilito dal vecchio codice e dal D.M. 312/2021).
Questo significa che le stazioni appaltanti sono tenute a richiedere che la progettazione, realizzazione, manutenzione e tutta la gestione in generale delle opere, siano realizzate mediante l'utilizzo di modelli informativi digitali.
In particolare, quali sono gli obblighi specifici previsti dal codice degli appalti?
- Soglia di applicazione: L'obbligo riguarda appalti di lavori, servizi e forniture per opere di nuova costruzione, interventi su costruzioni esistenti, a esclusione di opere di ordinaria e straordinaria manutenzione, superiori a 2 milioni di euro.
- Tipologia di modello BIM: Le stazioni appaltanti hanno l'obbligo di definire nel bando di gara il livello di dettaglio del modello BIM richiesto, in base alle caratteristiche dell'opera, tramite il cosiddetto capitolato informativo
- Strumenti da adottare: sono le stazioni appaltanti a doversi dotare degli strumenti necessari hardware e software per conseguire l’obiettivo della digitalizzazione: prima di tutto la piattaforma di condivisione (il CDE) e, nel caso in cui si esegua progettazione internamente, anche programmi di BIM authoring (modellazione BIM) e BIM tool (per la progettazione vera e propria)
- Formazione: l’introduzione delle nuove metodologie significa anche la necessità di adeguata formazione e la creazione delle competenze necessarie con le varie figure chiave del processo.
- Atto organizzativo: nuove figure, nuovi processi decisionali, nuove modalità di gestione delle gare e del processo dell’opera. Tutto questo richiede ovviamente che ci sia una nuova predisposizione del sistema organizzativo, con la rivalutazione dei processi decisionali.
Se in un primo momento l'impiego del BIM può quindi causare perplessità e smarrimento agli occhi delle professionalità coinvolte nel settore, in realtà appare ormai chiaro che queste nuove procedure abbiano portato e porteranno sempre più vantaggi, soprattutto in termini di riduzione di tempi e costi e nella precisione dei risultati ottenuti.
Il Common Data Environment a supporto dei processi BIM
Con l’avvento del BIM e della digitalizzazione delle opere nella Pubblica Amministrazione le informazioni andranno considerate come la materia prima del modello economico e dovranno quindi essere mappate, gestite e controllate in modo preciso in ogni fase del ciclo di vita dell'opera, per ogni attore coinvolto nei processi.
Il CDE – Common Data Environment – è un’applicazione generalmente disponibile in Cloud con cui è possibile gestire in modo univoco e strutturato informazioni per la gestione di un progetto, di un cantiere o per la gestione e manutenzione di un edificio, oltre a favorire la collaborazione tra i diversi operatori.
Uno strumento ormai indispensabile per tutte le fasi del ciclo di vita di un edificio e per tutti gli attori coinvolti nel settore delle costruzioni.
Esso rappresenterà in effetti la prima necessità delle PA che per la maggior parte vengono coinvolte nei processi dell’opera più in termini di gestione che di vera e propria progettazione. Con il CDE non ci sarà più carta, tutto confluirà in esso e la storia dell’opera sarà a portata di mano (anzi di click!) in qualunque momento anche fra decine, anzi centinaia di anni.
Namirial Building in Cloud: la soluzione CDE-BIM definitiva per le PA
Namirial Building in Cloud è un servizio per la gestione dell’intero ciclo di vita degli edifici (Ambiente Condiviso di Dati ACDat - CDE in Cloud) che si rivolge a tutte le stazioni appaltanti pubbliche e private, secondo le ultime indicazioni normative che obbligano le PA a procedere rapidamente verso quel percorso di digitalizzazione di cui si è poco sopra parlato:
- Pianificazione
- Progettazione
- Costruzione
- Gestione e manutenzione
La disponibilità delle informazioni relative alle varie fasi del ciclo di vita di un edificio necessarie all’avanzamento della commessa o alle attività di manutenzione consentono di ottimizzare i processi, il controllo e il monitoraggio delle attività consentendo il rispetto della qualità, tempi e costi di esecuzione. Un’unica piattaforma collaborativa cloud per gestire i tuoi progetti BIM mantenendo il controllo e il monitoraggio di costi, tempi e qualità di esecuzione.
Building in Cloud consente di mettere a disposizione dei collaboratori, in un ambiente web, tutta la potenza del BIM utilizzando direttamente i modelli Standard IFC (ma anche RVT).
L’uso del CDE, combinato all’utilizzo delle informazioni provenienti dai modelli BIM, consente forti risparmi di costi, tempi certi di esecuzione e una più efficiente gestione degli edifici.
Namirial Building in cloud è stato pensato e studiato secondo i criteri delle norme UNI 11337 e ISO 19650, requisito obbligatorio e richiesto dal Decreto.
Namirial Building in cloud garantisce inoltre una estrema protezione del dato, grazie alle riconosciute competenze di un leader mondiale della digitalizzazione quale appunto è Namirial Spa.
Con Namirial Building in Cloud l'intero processo di digitalizzazione dell’opera è totale e costantemente sotto controllo!
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