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Digitalizzare per costruire: il futuro del BIM dopo il correttivo al Codice degli Appalti

Si è svolto il 20 marzo al Tecnopolo di Bologna l’evento “ASSOBIM Connect 2025: costruire il futuro con innovazione e collaborazione”. Un’occasione di confronto tra professionisti, PA e imprese sulla digitalizzazione del settore costruzioni. Centrale l’intervento di Pietro Baratono sulle novità del Codice dei Contratti e sull’obbligo GID, ora esteso sopra i 2 milioni di euro.

Si è tenuto il 20 marzo 2025 presso il Tecnopolo, l’evento “ASSOBIM Connect 2025: costruire il futuro con innovazione e collaborazione”. L’iniziativa, organizzata da ASSOBIM, ha visto la partecipazione di numerosi professionisti del settore delle costruzioni, tra cui ingegneri, tecnici e operatori della Pubblica Amministrazione.

Ad aprire i lavori è stato il Presidente di ASSOBIM, Adriano Castagnone, che ha sottolineato la necessità di una sempre più stretta sinergia tra imprese, enti pubblici e filiera edilizia, in vista delle sfide che attendono il comparto nel quinquennio 2025-2030.

       

La presentazione di Pietro Baratono

Al centro della giornata si è posta la relazione di Pietro Baratono, Vice Presidente del Comitato Speciale PNRR presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Nel suo intervento, Baratono ha illustrato le evoluzioni del D.Lgs. 36/2023 (nuovo Codice dei Contratti Pubblici) e del cosiddetto “Correttivo”, ponendo in particolare l’accento sulla Gestione Informativa Digitale (GID) e sulle piattaforme di condivisione dati.

Secondo il relatore, il passaggio dal concetto di BIM tradizionale alla più ampia nozione di GID non è un mero esercizio di stile, ma una vera e propria rivoluzione metodologica, in cui i processi di Project Management e la Modellazione Informativa devono integrarsi profondamente.

Obbligatorietà del GID e soglia

Tra i punti caldi, Baratono ha ricordato che la soglia d’obbligatorietà per l’adozione del BIM (o GID) è stata innalzata da un milione a due milioni di euro di lavori. Questo cambiamento, ha spiegato, semplifica l’approccio per molte piccole Stazioni Appaltanti, le quali spesso non dispongono delle risorse necessarie per gestire complessi processi digitali.

Se da un lato si riduce l’obbligo per gli appalti di importo minore, dall’altro si rafforza l’esigenza di diffondere la cultura dell’innovazione in tutta la filiera edilizia, sensibilizzando soprattutto gli enti pubblici sulle opportunità offerte dalla digitalizzazione.

L’obiettivo è favorire una digitalizzazione progressiva, ma incisiva, del settore delle costruzioni in Italia, affidandosi a piattaforme interoperabili che garantiscano chiarezza e trasparenza dei dati.

Verso la piattaforma nazionale digitale

Nel corso della presentazione è emersa inoltre la prospettiva di una futura “Piattaforma Nazionale Digitale” a sostegno dei processi nelle costruzioni.

La piattaforma si porrebbe come “catalizzatore” per l’introduzione e la diffusione della cultura della digitalizzazione nel settore. Iniziativa necessariamente da svilupparsi in ambito pubblico perché, al tempo stesso, deve garantire trasparenza, iniettare fiducia imprenditoriale nel mercato, aprire il più possibile le porte delle nostre aziende alla competizione nei mercati esteri, competere con le altre iniziative nazionali europee e costituire opportunità di sviluppo e indirizzo.

La Piattaforma Nazionale Digitale rappresenta, come in altre realtà europee, l’integrazione di soluzioni tecnologiche perl’interoperabilità nel settore delle costruzioni a supporto della corretta esecuzione digitale di processi e flussi di lavorointelligenti e scalabili nell’ambito dell’e-procurement e del coinvolgimento dell’intera catena di fornitura.

Conclusioni e prospettive

La mattinata di lavori a “ASSOBIM Connect 2025” ha confermato il grande interesse per l’evoluzione del quadro normativo e per le potenzialità offerte dal BIM e dalla GID.

Molti interventi che si sono susseguiti dopo la relazione di Baratono hanno evidenziato la necessità di un ulteriore sforzo comune per formare personale specializzato e rendere più snello il passaggio a modalità di lavoro digitali.

Come ha sottolineato in chiusura il Presidente Castagnone, la vera sfida dei prossimi anni sarà investire su formazione, interoperabilità e sostegno alle piccole realtà, così da rendere strutturale l’innovazione nel settore delle costruzioni.

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