Certificazione Energetica | Efficienza Energetica | Involucro | Patologie Edili | Riqualificazione Energetica
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Diagnosi energetica: come funziona e come individuare "patologie" edili per attuare interventi migliorativi

L’articolo esamina la Diagnosi energetica come strumento fondamentale per indagare sullo stato di fatto di un edificio, nelle sue componenti di involucro e impianti, in modo da metterne in luce le “patologie” e proporre una serie di interventi migliorativi che possano essere efficaci, sostenibili ed economicamente vantaggiosi.

L’importanza della diagnosi energetica

Spesso si sente parlare di patologie” edili, ovvero di situazioni che possono presentarsi negli edifici e che ne alterano in modo sostanziale la qualità edilizia, talvolta generando problematiche di salubrità agli occupanti. Pensiamo per esempio al fenomeno della condensa, che può verificarsi in condizioni di scarsa ventilazione e conseguente accumulo di umidità nell’aria che va a condensarsi nei punti più freddi dell’involucro (es. angoli, contorni di finestre, vetri, ecc.). Se la condensa permane per periodi sufficientemente lunghi, si può formare la muffa: ecco un “inquilino” pericoloso per la nostra salute, poiché può generare patologie di natura respiratoria anche gravi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la “Sick Building Syndrome - SBS”, ovvero la Sindrome da Edificio malato. Si tratta di una situazione particolare in cui i “malesseri” dell’edificio si ripercuotono sulla salute di coloro che lo occupano provocando patologie come irritazioni alle vie respiratorie, mal di testa, vertigini, reazioni allergiche.

Tutto questo per far capire che, come gli esseri umani, anche gli edifici soffrono di patologie che ne possono alterare il corretto funzionamento. Muffe, condense, scarsa qualità dell’aria interna e perdite energetiche sono infatti responsabili dello scarso comfort che spesso caratterizza gli ambienti in cui ci troviamo a vivere per molte ore al giorno, e che possono trasferire delle patologie anche all’organismo umano. Si rende quindi necessaria una diagnosi dell’edificio, che serva a mettere in luce le patologie da cui è afflitto e le possibili “cure” per eliminarle o almeno attenuarle.

 

In cosa consiste la Diagnosi energetica

La Diagnosi Energetica (DE) è una procedura appositamente normata e in alcuni casi, come vedremo, è resa obbligatoria per legge. Essa deve essere effettuata a monte di un qualsiasi intervento di efficientamento energetico, ed è volta ad ottenere una conoscenza adeguata dell’edificio nelle sue componenti di involucro edilizio e impianti allo scopo di individuarne i punti critici (le “patologie” di cui parlavamo in precedenza) e concentrarsi su quelli per delineare strategie di efficientamento energetico sostenibili sotto il profilo ambientale, tecnico ed economico.

Nel DLgs 102 del 4 luglio 2014, che recepisce la Direttiva europea 2012/27/UE si legge la seguente definizione:

Audit energetico o Diagnosi energetica: Procedura sistematica mirata a ottenere un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività o impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e a riferire in merito ai risultati.

Appare quindi chiaro che tale procedura deve essere effettuata a monte di un qualsiasi intervento di efficientamento energetico. Sintetizzando molto, ecco uno schema delle operazioni principali da effettuare nello svolgimento di una Diagnosi energetica:

  • Analisi dello stato di fatto, individuando con precisione il profilo di consumo energetico;
  • Individuazione degli interventi migliorativi che possano portare al conseguimento di un risparmio energetico sostenibile;
  • Calcolo dell’efficienza energetica come rapporto tra il rendimento in termini di prestazione fornita e l’energia immessa.

L’iter per l’effettuazione di una corretta Diagnosi energetica è dettato dalla Norma UNI CEI EN 16247-1, che determina tutti i passi da seguire organizzati in sequenza cronologica, in modo da poter ripercorrere anche operazioni già effettuate qualora ce ne sia la necessità. Riportiamo qui sotto la sequenza proposta dalla norma sotto forma di diagramma di flusso:

Fasi della Diagnosi energetica secondo la norma tecnica UNI CEI EN 16247
Figura 1 – fasi della Diagnosi energetica secondo la norma tecnica UNI CEI EN 16247. (@ENEA)

 

Questa norma si applica ad organizzazioni commerciali, industriali, residenziali e del settore pubblico, con la esclusione delle abitazioni private unifamiliari. Ma ciò non impedisce di poterla applicare anche a questo ultimo caso, eventualmente semplificando qualche passaggio.

Al fine di poter essere concretamente utilizzato, secondo la norma EN 16247-1 il processo di Diagnosi energetica deve essere:

  • a) appropriato: adatto a scopo, finalità ed accuratezza concordati;
  • b) completo: al fine di definire l’oggetto e la organizzazione sottoposti a diagnosi;
  • c) rappresentativo: al fine di raccogliere dati affidabili e pertinenti;
  • d) tracciabile: al fine di tracciare l’origine e le modalità di elaborazione dei dati;
  • e) utile: al fine di includere una analisi costo-efficacia delle opportunità di risparmio energetico identificate;
  • f) verificabile: al fine di permettere all’organizzazione di monitorare il raggiungimento dei traguardi delle opportunità di miglioramento dell’efficienza energetica implementate.

 

Chi è obbligato a eseguire la Diagnosi energetica?

Il DLgs 102/2014, a seguito del recepimento della Direttiva 2012/27/UE, ha inserito l’obbligatorietà dell’esecuzione della Diagnosi energetica per i seguenti soggetti:

  • Grandi imprese ovvero - come chiarito dal MISE - quelle imprese che occupano più di 250 persone e il cui fatturato annuo supera i 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio annuo supera i 43 milioni di euro;
  • Imprese a forte consumo di energia che, secondo l’art. 2 del D.M. 5/4/2013, consumano almeno 2.4 GWh di energia (elettrica o di diversa fonte) e il cui rapporto tra costo effettivo dell’energia utilizzata e valore del fatturato non risulti inferiore al 3%.

Per queste categorie di imprese la legge precisa che sono ammesse solo diagnosi energetiche provenienti da soggetti certificati e cioè:

  • ESCo certificate secondo UNI CEI 11352
  • Auditor energetici
  • Esperti in Gestione dell’Energia (EGE) certificati in conformità alla UNI CEI 11339.

La stessa legge contiene anche indicazioni inerenti gli edifici pubblici o di uso pubblico. A tal proposito si distinguono due casi:

  • a) in forza del DLgs 115/08, è fatto obbligo dell’effettuazione della Diagnosi energetica per gli edifici pubblici o di uso pubblico qualora siano sottoposti a interventi di ristrutturazione degli impianti termici o di ristrutturazioni edilizie che riguardino almeno il 15% della superficie esterna dell’involucro che racchiude il volume lordo riscaldato.
  • b) ai sensi del Punto 2.4.1 del DM 23 giugno 2022 (CAM 2022) si distinguono due ulteriori casi:
    - Per progetti di ristrutturazione importante di primo e secondo livello di edifici con superficie utile di pavimento uguale o superiore a 1000 metri quadrati e inferiore a 5000 metri quadrati il progetto di fattibilità tecnico economica è predisposto sulla base di una diagnosi energetica “standard” basata sul metodo quasi stazionario e conforme alle norme UNI CEI EN 16247-1 e UNI CEI EN 16247-2 ed eseguita secondo quanto previsto dalle Linee Guida della norma UNI/TR 11775.
    - Il progetto di fattibilità tecnico economica per la riqualificazione energetica e la ristrutturazione importante di primo e secondo livello di edifici con superficie utile uguale o superiore a 5000 metri quadrati, è predisposto sulla base di una diagnosi energetica “dinamica”, conforme alle norme UNI CEI EN 16247-1 e UNI CEI EN 16247-2 ed eseguita secondo quanto previsto dalle Linee Guida della norma UNI/TR 11775, nella quale il calcolo del fabbisogno energetico per il riscaldamento e il raffrescamento è effettuato attraverso il metodo dinamico orario indicato nella norma UNI EN ISO 52016-1; tali progetti sono inoltre supportati da una valutazione dei costi benefici compiuta sulla base dei costi del ciclo di vita secondo la UNI EN 15459.

La diagnosi energetica, elaborata secondo le norme tecniche citate, verrà redatta da un Esperto in Gestione
dell'Energia (EGE) certificato da un organismo di valutazione della conformità ai sensi della norma UNI CEI 11339 oppure da una società che fornisce servizi energetici (ESCo) certificata.

Infine, per quanto riguarda gli edifici residenziali, l’art. 5.3 del DM 26/06/2015 (Decreto Requisiti Minimi) attuativo della L. 90/2013, prevede la Diagnosi energetica obbligatoria nel caso di ristrutturazione o di nuova installazione di impianti termici di potenza termica nominale del generatore maggiore di 100 kW, ivi compreso il distacco dall’impianto centralizzato. In questo caso la Diagnosi può essere effettuata da un tecnico abilitato iscritto ad un Albo professionale (non c’è l’obbligo di rivolgersi a un EGE o a una ESCo).

Allo scopo di facilitare l’esecuzione della diagnosi energetica - soprattutto per le grandi imprese energivore – e di uniformarne i contenuti a livello nazionale, l’ENEA ha messo a punto delle Linee guida e alcuni strumenti informatici di ausilio ai tecnici e ai soggetti impegnati nelle diagnosi, liberamente consultabili al sito di ENEANello stesso sito sono riportate le indicazioni operative, la normativa di riferimento, gli elenchi dei soggetti certificati da Accredia abilitati all’esecuzione delle diagnosi energetiche e altra documentazione utile.

 

Differenze tra Diagnosi energetica e APE

Per concludere cerchiamo di rispondere alla seguente domanda: che differenze ci sono tra Diagnosi Energetica (DE) e Attestato di Prestazione Energetica (APE)?

Questa perplessità può venire dal fatto che tali documenti riportano entrambi le prestazioni energetiche di un edificio, tanto da poterli a prima vista considerare equivalenti. In realtà esistono delle differenze fondamentali tra di loro.

L’APE – Attestato di Prestazione Energetica viene redatto attraverso una metodologia di calcolo “standard” (asset rating secondo UNI TS 11300:2) i cui dati di ingresso si basano su un uso standard dell’edificio e un clima standard. Dunque, nella determinazione della prestazione energetica per la compilazione di un APE non si tiene conto in alcun modo del comportamento dell’utenza (il cosiddetto “fattore utente”) né delle reali condizioni climatiche.

Le norme UNI TS 11300:2, alla base del modello di calcolo dell’APE, impongono condizioni standard e fisse all’interno dell’edificio, indipendentemente dall’uso che ne fa l’utenza. Questo perché l’obiettivo della certificazione energetica è di fornire un valore di riferimento confrontabile del consumo energetico potenziale, in modo da orientare l’utente verso l’acquisto di un immobile piuttosto che di un altro. Per fare un parallelo con il mercato dell’auto, quando andiamo ad acquistare un’auto il costruttore ci fornisce dei dati in merito ai consumi di quel veicolo, determinati in particolari condizioni “di laboratorio”: è chiaro che quei consumi non saranno quelli reali “su strada” che dipenderanno dal “fattore utente” e da altri parametri, ma ci possono fornire indicazioni attendibili circa il modello che intendiamo scegliere e ci permettono di confrontare modelli diversi.

Lo stesso accade quando andiamo ad acquistare un elettrodomestico.

La Diagnosi Energetica (DE) viene invece effettuata in condizioni operative dell’edificio, sulla base dei dati rilevati di occupazione, dell’effettivo utilizzo degli impianti (continuo o intermittente) e delle reali condizioni climatiche. In altri termini, nel caso della DE, la normativa richiede che il modello di simulazione sia in grado di riprodurre in modo quanto più fedele possibile le reali condizioni operative dell’edificio negli anni per cui si dispone dei consumi, così da rendere significativo il confronto tra questi ultimi ed i fabbisogni calcolati.

Una DE si può svolgere solo su edifici esistenti e “vissuti” per i quali siano disponibili i dati di consumo dell’energia utilizzata. Un APE si può redigere per qualsiasi edificio, anche di nuova costruzione, con dati di consumo non ancora disponibili.


..Continua la lettura nel PDF.

Il pdf continua parlando di:

  • Esempio di Diagnosi energetica eseguita su un edificio scolastico
  • Analisi del profilo di utenza e dei dati climatici
  • Analisi dei consumi energetici
  • Interventi migliorativi e analisi economica

Articolo integrale in PDF

L’articolo nella sua forma integrale è disponibile attraverso il LINK riportato di seguito.
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