Demo-ricostruzione più muri di contenimento: altroché SCIA, il Testo Unico Edilizia chiede il permesso di costruire

Voi dite che è abbastanza semplice capire che, per realizzare tramite demolizione e ricostruzione un immobile e dei muri di contenimento in muratura e cemento, servono sia il titolo abilitativo edilizio che, se in zona sismica, l'autorizzazione/permesso dedicato?

In teoria sì, ma a giudicare dalla mole di sentenze della Cassazione sul tema, evidentemente un ripasso non guasta.

Opere edilizie senza permessi

Si prenda ad esempio il caso della pronuncia 26804/2023 dello scorso 21 giugno della Cassazione, relativa al ricorso contro una condanna penale (tra l'altro per gli articoli 71, 72 e 95 del Testo Unico Edilizia), per aver l'imputato realizzato, senza permesso di costruire e autorizzazione sismica, una demo-ricostruzione di un precedente fabbricato in adiacenza al proprio e in sua prosecuzione un immobile e dei muri di contenimento in muratura e cemento, senza la direzione di un tecnico abitato e in assenza di un progetto esecutivo.

Il ricorso

Secondo la difesa, ci si poteva riferire all'art.37 del DPR 380/2001 (interventi eseguiti in assenza o difformità dalla SCIA), in quanto la demo-ricostruzione non aveva determinato alcun aumento di volumetria o modifica di sagoma rispetto al preesistente legittimamente edificato.

Quindi, secondo la difesa non si tratterebbe di nuova costruzione perché i fabbricati erano stati oggetto di una precedente sanatoria, motivo per cui - in assenza di variazioni significative della volumetria regolarizzata - dovevano considerarsi legittimi.

Demo-ricostruzione più muri di contenimento: non basta la SCIA

Prima di tutto, la Cassazione precisa che per questo tipo di lavori non basta la SCIA.

Dopo aver ricordato quali interventi possono essere eseguiti con SCIA (art.22 TUE), si sottolinea che in questo caso l'area oggetto di lavori non solo era vincolata a verde pubblico, che non avremmo mai consentito di effettuare una ristrutturazione con SCIA, ma era soggetta anche a vincolo sismico, realizzata addirittura in cemento in totale 'spregio' delle norme sulle costruzioni.

Opere di scavo e sbancamento: configurazione urbanistica dei lavori

Gli ermellini ricordano anche che le opere di scavo, sbancamento e livellamento del terreno, per usi diversi da quelli agricoli, incidendo sul territorio a livello urbanistico, sono sempre assoggettate a titolo abilitativo edilizio: per lavori di nuova costruzione si intendono cioè quelli di trasformazione edilizia del territorio che comportano la trasformazione in via permanente del suolo inedificato (art.3 comma 1 lett.e) del TUE).

Solo i movimenti di terra collegati all'esercizio dell'attività agricola non sono soggetti ad alcun permesso (art.6 comma 1 lett.d) TUE), ma questo non è il caso!

E i muri di contenimento?

Stesso 'destino' spetta ai muri di contenimento: si tratta di manufatti che si elevano sopra il suolo, spiega la Cassazione, e destinati a trasformare in maniera durevole l'area impegnata.

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