Decreto Salva Casa, critiche dai professionisti: "Eccessive responsabilità per i tecnici"
I Consigli Nazionali di Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, degli Ingegneri e la Fondazione Inarcassa hanno sollevato critiche al recente Decreto Salva Casa, poichè impone agli esperti un "eccessivo carico di responsabilità". La richiesta è quella di "stracciare almeno le sanzioni penali".
I professionisti rischiano di diventare "tappabuchi" di inefficienze altrui
Il recente Decreto Salva Casa ha suscitato un acceso dibattito tra i professionisti del settore edile e le istituzioni rappresentative degli architetti e degli ingegneri. La normativa, volta a regolarizzare le piccole difformità edilizie esistenti, ha destato preoccupazione per alcuni aspetti procedurali che potrebbero imporre agli esperti un eccessivo carico di responsabilità.
Il decreto permette la regolarizzazione di difformità minori dei fabbricati esistenti, consentendo ai tecnici incaricati di attestare, anche in mancanza di documentazione probante, l'epoca di realizzazione di un immobile. Questo aspetto, se da un lato facilita la regolarizzazione di situazioni pregresse, dall'altro impone ai professionisti un compito arduo: attestare con precisione la data di costruzione senza prove certe, esponendosi a sanzioni penali in caso di dichiarazioni mendaci.
I Consigli Nazionali degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, degli Ingegneri e la Fondazione Inarcassa hanno sollevato critiche significative in merito. Essi evidenziano come il decreto, pur mirando a semplificare la regolarizzazione, imponga responsabilità e compiti che potrebbero essere eccessivi e irragionevoli per i professionisti. Questo aspetto rischia di trasformare i tecnici in "tappabuchi" delle inefficienze del sistema normativo ed edilizio.
I professionisti sostengono che anche con le migliori tecniche disponibili, è spesso impossibile stabilire con certezza l'anno di costruzione di un edificio, figuriamoci la data precisa. Pertanto, obbligare i tecnici a emettere tale attestazione può essere considerato non solo irragionevole ma anche inappropriato dal punto di vista delle sanzioni penali previste in caso di errore.
Un'altra critica riguarda la responsabilità del tecnico nel verificare e eliminare possibili limitazioni ai diritti di terzi derivanti dalle tolleranze costruttive. Questo compito, che può richiedere competenze legali oltre a quelle tecniche, viene considerato un ulteriore onere non congruo per gli architetti e gli ingegneri.
Infine, i rappresentanti professionali chiedono al legislatore di riconsiderare alcuni aspetti del decreto durante il processo legislativo, soprattutto per quanto riguarda le sanzioni penali connesse alle attestazioni dei professionisti. La richiesta è di modificare la normativa in modo da evitare un carico eccessivo di responsabilità sui tecnici, mantenendo al contempo l'intento di semplificare la procedura di regolarizzazione solo in presenza di documentazione probante e chiarezza normativa.
IN ALLEGATO IL TESTO INTEGRALE DELLA NORMA.
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