Ddl Intelligenza Artificiale: primo sì del Senato. Tutte le novità
Il Senato ha approvato il Ddl Intelligenza Artificiale, primo fondamentale passo verso il Regolamento Nazionale sull’IA. Il provvedimento, che recepisce l’AI Act europeo, stabilisce norme su tutela dati personali, server in Italia e sviluppo tecnologico sostenibile. Ora la parola alla camera
Il Senato ha approvato, con 85 voti favorevoli e 42 contrari, il disegno di legge sull’intelligenza artificiale (IA), una normativa chiave che recepisce l’AI Act europeo e istituisce una governance solida basata su Agid e Acn.
Il provvedimento passa ora alla Camera per il via libera definitivo.
Una strategia nazionale per l'IA
Il sottosegretario Alessio Butti ha sottolineato l’importanza della strategia del Governo, orientata a garantire sicurezza, sviluppo e competitività.
Il Ddl Intelligenza Artificiale istituisce una governance chiara e prevede un miliardo di euro per investimenti strategici in IA, cybersicurezza, tecnologie quantistiche e telecomunicazioni 5G, gestiti tramite Cdp Venture Capital.

Principi cardine della normativa sulla regolamentazione dell'AI
La legge pone al centro il rispetto dei diritti fondamentali, assicurando trasparenza, proporzionalità, sicurezza, protezione dei dati personali e non discriminazione. Tra le novità principali del Ddl Intelligenza Artificiale:
- Server in Italia: I dati utilizzati dall’intelligenza artificiale in ambito pubblico dovranno essere conservati esclusivamente su server nazionali. Tuttavia, è stata esclusa la proposta dell’opposizione relativa al controllo nazionale o europeo sui sistemi satellitari.
- Delega al Governo: Entro un anno, il Governo dovrà definire una normativa organica per l'uso dei dati e algoritmi nell’addestramento dei sistemi IA.
- Tutela del diritto d'autore: Le opere create con il supporto dell’IA saranno protette dal diritto d'autore se frutto dell’ingegno umano. Inoltre, è consentita anche l'estrazione di dati da opere contenute in rete per scopi di IA generativa.
Applicazioni in sanità e lavoro
In campo sanitario, il Ddl Intelligenza Artificiale prevede una piattaforma gestita da Agenas per supportare le decisioni mediche, garantendo che l’IA non influenzi in modo discriminatorio l'accesso alle cure. La decisione finale rimarrà sempre in mano ai professionisti sanitari.
Nel mondo del lavoro, viene creato un Osservatorio presso il Ministero del Lavoro per monitorare l'impatto dell'IA e promuovere formazione e tutela dei lavoratori.
Pubblica Amministrazione e Giustizia
La PA potrà usare l’IA solo come strumento di supporto, mai sostitutivo del potere decisionale umano. Saranno obbligatori misure tecniche e organizzative per garantire un utilizzo responsabile.
Nel sistema giudiziario, ogni decisione fondamentale resterà prerogativa esclusiva del magistrato. L’utilizzo dell’IA sarà limitato alla semplificazione e all'organizzazione del lavoro giudiziario.
Nuove norme penali
La normativa introduce una nuova aggravante per reati commessi tramite sistemi IA, specialmente quando l'impiego ostacola la pubblica o privata difesa, e sanziona penalmente (reclusione da 1 a 5 anni) la diffusione non autorizzata di contenuti generati o alterati dall'IA che inducano in inganno.
Critiche dall’opposizione
Il provvedimento non è passato senza polemiche. Il Pd ha criticato la bocciatura dell’emendamento che prevedeva un controllo sui sistemi satellitari nazionali ed europei, accusando il governo di superficialità e mancanza di visione strategica. Lorenzo Basso (Pd) ha parlato di "occasione mancata", sottolineando la necessità di una governance più forte, mentre Silvia Fregolent (Italia Viva) ha definito il provvedimento "nettamente insufficiente".
Reazioni delle categorie professionali
Confcommercio Professioni ha espresso soddisfazione per le misure sulla formazione professionale, mentre la Fnsi ha ribadito la necessità di proteggere il diritto d’autore e i giornalisti dall’utilizzo incontrollato dell’IA nel settore dell’informazione.
Conclusioni e considerazioni personali
L’approvazione del Ddl Intelligenza Artificiale rappresenta una base normativa importante e necessaria, in grado di bilanciare la tutela dei diritti fondamentali e lo sviluppo tecnologico.
Personalmente ritengo possibile creare un regolamento etico equilibrato, ma è una sfida complessa.
Le norme riportate nel Ddl sull'intelligenza artificiale approvato dal Senato sono un buon punto di partenza, soprattutto perché pongono al centro l’uomo, la trasparenza e la protezione dei diritti fondamentali, bilanciando al contempo la spinta verso l’innovazione.
Tuttavia, per rispondere pienamente ai quesiti che poni, occorre considerare alcuni punti critici che probabilmente richiederanno approfondimenti e ulteriori sviluppi normativi.
1. Equilibrio fra innovazione e tutela dei diritti umani
La sfida principale è garantire che l'intelligenza artificiale sia uno strumento a servizio dell'uomo, senza comprometterne l’autonomia e la libertà decisionale. Le norme attuali insistono molto su questo principio, ma potrebbero servire disposizioni ancora più dettagliate per casi specifici, come ad esempio le applicazioni particolarmente sensibili nel settore sanitario o giudiziario.
2. Aggiornabilità delle norme
L’intelligenza artificiale evolve rapidamente: il rischio è che le norme di oggi possano diventare rapidamente obsolete. Occorrerebbe dunque un meccanismo agile e dinamico per aggiornare periodicamente le normative, accompagnato da organismi specializzati in grado di reagire rapidamente alle nuove sfide poste dall'evoluzione tecnologica.
3. Approccio multidisciplinare
Un regolamento efficace sull’IA richiederà sempre più una visione multidisciplinare. Oltre agli aspetti tecnologici e giuridici, sarà fondamentale integrare considerazioni filosofiche, etiche, sociologiche e antropologiche per affrontare al meglio le implicazioni profonde che l’IA ha sull’identità, la società e l’economia.
4. Formazione e cultura
Le norme, per essere realmente efficaci, dovranno essere accompagnate da programmi formativi e culturali che sensibilizzino cittadini e professionisti. Senza consapevopevolezza diffusa, anche il miglior quadro normativo rischia di essere inefficace.
Conclusioni
In sintesi, quanto riportato nel tuo testo è corretto e costituisce una solida base normativa, ma probabilmente non sarà sufficiente a lungo termine. Il processo di regolamentazione dovrà essere dinamico e costantemente aperto a revisioni.
In prospettiva, potrebbe essere necessario prevedere:
- Norme specifiche e dettagliate su nuove applicazioni emergenti.
- Regole flessibili per adattarsi rapidamente all’innovazione.
- Una governance forte, con organismi di controllo autonomi e competenti.
- Investimenti continui in ricerca e formazione per anticipare, anziché seguire, i cambiamenti tecnologici.
Quindi, sì: nuove norme, o aggiornamenti frequenti delle norme esistenti, saranno inevitabili e fondamentali per governare efficacemente questa rivoluzione tecnologica, garantendo al contempo il rispetto dei principi umani e il sostegno all’innovazione.

AI - Intelligenza Artificiale
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