DDL codice appalti pubblici: studiamo la bozza di una riforma a due velocità
Il ddl delega codice appalti pubblici esiste già, andrà solo vidimato in Aula: la Camera, nel recente esame, ha dato il via libera ad una riforma che, tra le varie novità, annovera l'abolizione dell'incentivo del 2% per la progettazione interna alla pubblica amministrazione.
Tra le modifiche apportante dalla commissione al ddl codice appalti pubblici c'è anche il superamento della Legge Obiettivo e l'abrogazione della cosiddetta garanzia globale. L'emendamento pià interessante, si diceva, è quello che esclude l’applicazione degli incentivi alla progettazione per i dipendenti pubblici. “La Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera e in particolare la relatrice On. Mariani hanno dato ascolto agli stakeholder e al mercato, accogliendo nel nuovo Codice le priorità evidenziate dagli operatori del settore - ha detto soddisfatto il presidente di Fondazione Inarcassa, Andrea Tomasi - E’ il primo passo verso una netta distinzione tra i compiti degli impiegati pubblici e quelli dei liberi professionisti e delle società di ingegneria. In questo modo si rimuove una gravosa discrasia, che ha sempre generato confusione tra i ruoli di controllore e controllato. E’ un tema cruciale che impatta inevitabilmente sulla trasparenza dell’azione amministrativa, sulla qualità delle opere, sui costi nonché sui tempi di realizzazione”.
LE DUE VELOCITA' DELLA RIFORMA
La riforma del codice appalti pubblici si strutturerà in due fasi: entro il 18 aprile 2016 è previsto il varo del decreto legislativo per il recepimento delle tre direttive europee, con abrogazione delle parti del Codice Appalti non in linea; entro il 31 luglio 2016, dovrà essere varato un secondo decreto legislativo con il riordino completo del Codice attualmente in vigore, e con i principi di recepimento delle direttive di cui al precedente decreto.
Questo secondo decreto abrogherà in via definitiva il Codice e il regolamento attuativo. Il nuovo Codice sarà attuato attraverso linee guida dell'Autorità nazionale anticorruzione e del ministero delle Infrastrutture, sottoposte al parere delle commissioni parlamentari competenti.
Altra importante novità: viene eliminato il divieto assoluto di affidamenti in house inizialmente previsto, laddove, negli appalti sopra i 150 mila euro, l’80% dei lavori dovrà essere affidato con gara e il 20% potrà andare alle società partecipate.
COSA RESTA DELLA DELEGA ORIGINALE
Confermati gli altri contenuti della delega, cioè i principi ispiratori sulla base dei quali dovrà essere scritto il nuovo Codice Appalti Pubblici:
- i servizi di ingegneria e architettura e tutti i servizi di natura tecnica saranno affidati attraverso i criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa;
- la fase progettuale e la qualità architettonica saranno valorizzate con l’introduzione dei concorsi di progettazione;
- i progetti dovranno essere pubblicati online per garantire la ponderazione delle offerte;
- sarà incoraggiato inoltre l’uso del BIM – Building Information Modeling – per la simulazione elettronica delle informazioni edilizie;
- saranno ammesse deroghe alle procedure ordinarie solo in casi di emergenza;
- la qualificazione delle imprese si baserà su requisiti formali, come il fatturato o il numero di addetti, ma anche sulla “buona condotta” tenuta negli appalti precedenti;
- in caso di inadempimento da parte dell’appaltatore, la Stazione Appaltante procederà al pagamento diretto dei subappaltatori;
- in alcuni casi da definire, sarà obbligatorio indicare tre subappaltatori per ogni categoria di lavori da subappaltare e l’idoneità delle imprese dovrà essere garantita dal titolare del contratto d’appalto.
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