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Dall'International Style al Decostruttivismo: vita, opere e pensiero dell'architetto e teorico Philip Johnson

Vita, opere e collaborazioni del progettista statunitense Philip Johnson che nella sua lunga carriera cambiò diversi stili architettonici passando dal modernismo fino al decostruttivismo.

Architetto Philip Johnson: biografia

Philip Johnson (1906-2005) nacque a Cleveland, Ohio, nel 1906, e negli anni successivi è diventato una delle figure più rinomate dell'architettura. Prima di progettare il suo primo edificio all'età di 36 anni, Johnson era stato cliente, critico, autore, storico, direttore di museo, ma non un architetto.

Nel 1949, dopo diversi anni come primo direttore del Dipartimento di Architettura del Museum of Modern Art, Johnson progettò una residenza per sé stesso a New Canaan, Connecticut, come tesi di laurea magistrale, la ormai famosa Glass House.

 

Architetto statunitense Philip Johnson.
Architetto statunitense Philip Johnson. (Fonte: wikipedia crediti foto: B. Pietro Filardo)

 

Coniò letteralmente il termine "International School of Architecture" per una mostra al MOMA.

Johnson organizzò la prima visita di Mies van der Rohe negli Stati Uniti, così come quella di Le Corbusier. Commissionò persino a Mies la progettazione del suo appartamento a New York. Con l'architetto Van der Rohe, iniziò  uno tra i sodalizi più importanti della storia dell'architettura, che si concretizzò maggiormente, con la realizzazione del grattacielo Seagram Building di New York, all'interno del quale Johnson disegnò i locali del Four Seasons.

Negli anni Cinquanta, Johnson iniziò a rivedere le sue opinioni precedenti, culminando con un edificio che si rivelò uno dei più controversi della sua carriera: la sede della AT&T a New York, con il cosiddetto "Chippendale" sulla sommità.

Unendosi al partner John Burgee dal 1967 al 1987, la loro produzione ventennale è stata a dir poco fenomenale.

Numerosi sono stati i progetti da lui realizzati, partendo dai grattacieli come International Place a Boston; Tycon Towers a Vienna, Virginia; Momentum Place a Dallas; 53rd at Third a New York; NCNB Center a Houston; PPG a Pittsburgh; 101 California a San Francisco; United Bank Center Tower a Denver; fino al lontano National Center for Performing Arts a Bombay, India; Century Center a South Bend, Indiana; un Water Garden a Fort Worth, Texas; un Civic Center a Peoria, Illinois; la Crystal Cathedral in California; e un Dade County Cultural Center a Miami. Ce ne sono molti, molti altri.

Nel 1979 fu il primo architetto premiato con il Pritzker Architecture Prize.

Dal 1989, Johnson, semi-ritirato, ha dedicato il suo tempo principalmente a progetti personali, ma rimase consulente per John Burgee Architects. 

Muore nel 2005 a 99 anni nella villa di New Canaan in cui aveva vissuto per 45 anni trasformandola insieme al compagno  in una galleria d'arte a cielo aperto. 

 

Pensiero progettuale: eclettismo e capacità di reinventarsi

Il pensiero progettuale di Philip Johnson è stato caratterizzato da una straordinaria capacità di adattamento e da un'ampia gamma di stili, che riflettevano sia le sue esplorazioni intellettuali sia i cambiamenti nei gusti architettonici durante la sua lunga carriera.

Principali aspetti del pensiero progettuale di Philip Johnson:

  • Eclettismo e capacità di reinventarsi:
    Uno degli elementi distintivi di Johnson è stato il suo eclettismo. A differenza di molti suoi contemporanei, non si è mai ancorato a un unico stile architettonico. Johnson attraversò diverse fasi stilistiche, dal modernismo e l'International Style degli anni '30 e '40, al postmodernismo degli anni '70 e '80. Questa capacità di reinventarsi continuamente dimostra una profonda curiosità intellettuale e una volontà di rispondere ai cambiamenti culturali e sociali.
  • Ruolo come teorico e promotore:
    Johnson non era solo un architetto, ma anche un influente teorico e promotore di idee architettoniche. Attraverso la sua attività di curatore al MoMA, Johnson fu determinante nel portare l'architettura modernista europea negli Stati Uniti e nel promuovere l'International Style. Il suo lavoro teorico e curatoriale rifletteva un interesse per l'architettura come forma d'arte e come espressione culturale.
  • Minimalismo e purezza formale: 
    Nei suoi primi lavori, come la celebre Glass House (1949), Johnson esplorò il minimalismo e la purezza delle forme architettoniche. La Glass House è un esempio emblematico di questo approccio, con le sue linee semplici, la trasparenza e l'uso ridotto di materiali, che creano un dialogo diretto tra l'architettura e il paesaggio circostante.
  • Il ruolo dell’architettura come arte: Johnson vedeva l'architettura non solo come una disciplina tecnica, ma come una forma d'arte. Questo si rifletteva nella sua at  tenzione al design, alla proporzione e all'estetica, nonché nel suo interesse per la storia dell'architettura e per i movimenti artistici contemporanei. La sua architettura cercava di stimolare non solo gli occupanti, ma anche il pubblico, attraverso forme innovative e spesso provocatorie.

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International Style

Philip Johnson è stato una figura chiave nello sviluppo e nella diffusione dell'International Style, uno dei movimenti architettonici più influenti del XX secolo. L'International Style, caratterizzato da linee pulite, forme geometriche semplici, superfici lisce e l'uso di materiali come vetro, acciaio e cemento armato, si affermò come risposta modernista all'architettura tradizionale e ornamentale.

Il ruolo di Philip Johnson nell'International Style:

  • Esposizione al MoMA (1932): Una delle prime e più importanti contribuzioni di Philip Johnson al movimento fu la co-curatela della mostra "Modern Architecture: International Exhibition" presso il Museum of Modern Art (MoMA) di New York nel 1932, insieme allo storico dell'architettura Henry-Russell Hitchcock e storico dell'arte Alfred Barr. Questa mostra non solo presentò per la prima volta l'International Style al pubblico americano, ma ne stabilì anche i principi fondamentali. Johnson e Hitchcock pubblicarono un saggio dal nome " The International Style: Architecture since 1922" proprio per descrivere questa nuova estetica architettonica che trascendeva i confini nazionali. Quindi passò da essere "movimento" di origine europea ad essere un "stile" abbracciato oltreoceano. 
  • Diffusione del movimento: Johnson utilizzò la sua posizione di direttore del Dipartimento di Architettura del MoMA per promuovere gli architetti europei associati all'International Style, come Ludwig Mies van der Rohe, Le Corbusier e Walter Gropius. Organizzò esposizioni e conferenze che contribuirono a far conoscere e accettare il movimento negli Stati Uniti.
  • Collaborazione con Mies van der Rohe: Johnson non fu solo un teorico e critico del movimento, ma anche un praticante. Collaborò con Mies van der Rohe, uno dei massimi esponenti dell'International Style, nella realizzazione del Seagram Building a New York (1958), considerato uno dei migliori esempi di architettura modernista del dopoguerra.
  • Progetti iconici: Uno dei progetti più celebri di Johnson, la Glass House (1949) a New Canaan, Connecticut, è un esempio paradigmatico dell'International Style. Con le sue pareti completamente in vetro e la struttura minimale in acciaio, l'edificio incarna i principi di trasparenza, leggerezza e funzionalità che definiscono il movimento.

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Eclettismo

Dopo lo scioglimento del CIAM nel 1959, Johnson si trova a cercare nella storia un nuovo linguaggio architettonico che gli permetta di riproporre "l'antico nel moderno", utilizzando elementi arcaici in contesti contemporanei. Si considera classicista perché segue le indicazioni precise del committente per il progetto, mentre si definisce eclettico per la libertà di esplorare e trarre ispirazione da diverse epoche storiche.

 

…io sono prima un classicista strutturale e poi un eclettico funzionale….

 

Postmodernismo e ritorno all'ornamento

Negli anni '70 e '80, Johnson infatti si allontanò dal rigore modernista per abbracciare il postmodernismo, un movimento che rifiutava l'austerità del modernismo e reintroduceva l'ornamento, l'ironia e il riferimento storico nell'architettura.

Post-modernismo in architettura

Il fenomeno del Postmodernismo anticipato dall'architetto Robert Venturi nacque nel 1975 con la mostra al MOMA The Architecture of The Ecole des Beaux seguita dalla pubblicazione di testi come "The Language of Post-Modern Architecture" e "Post-modernism: the New Classicism in Art and Architecture" di Charles Jencks e "Collage City" di Colin Rowe. 
Mentre il modernismo prediligeva la funzionalità, le forme pure e l'assenza di ornamenti, il postmodernismo abbraccia l'eclettismo, la decorazione, e la mescolanza di stili storici e contemporanei.
Il postmodernismo architettonico si caratterizza per l'uso di forme irregolari, colori vivaci, e un atteggiamento giocoso o ironico nei confronti della storia e della tradizione. Invece di rifiutare il passato, i postmodernisti lo rivisitano, integrandolo in modi nuovi e a volte provocatori, combinando elementi classici con tecniche e materiali moderni.

Un esempio chiave di questo cambiamento è il Sony o AT&T Building (1980-84) a New York, con il suo celebre frontone ispirato allo stile Chippendale. Questo edificio segnò una svolta importante nella carriera di Johnson e lo rese una figura centrale nel dibattito architettonico dell'epoca.

  

Decostruttivismo in architettura

Decostruttivismo è un movimento architettonico e artistico emerso alla fine degli anni '80, caratterizzato da una visione che rompe con le forme tradizionali e la simmetria, proponendo strutture frammentate, distorte e apparentemente instabili e un rifiuto di gerarchie. Il termine "decostruttivismo" deriva dalla filosofia della "decostruzione" del filosofo poststrutturalista francese Jacques Derrida, che proponeva un'analisi critica e decostruttiva delle strutture di significato tradizionali.
Non parliamo di un vero e proprio stile, ma qualcosa di più complesso, un rifiuto della purezza formale, una frammentazione, un superamento dell'estetica del funzionalismo della form follows function di Sullivan e lo sguardo all'imperfezione e l'incertezza della possibilità.

Gli architetti ricorrevano a layer sovrapposti privi di ordine e a geometrie che richiamavano a sculture dinamiche e utopiche.

I decostruttivisti non decostruivano il costruito, ma volevano "cristallizzare"  un "caos controllato" dovuto alla stratificazione di un processo di elaborazione, affidandosi così alla complessità (sovrapposizione, ibridazione, decontestualizzazione, cambio di scala), alla messa messa in scena del quotidiano e a una critica analisi della modernità.  Il decostruttivismo in architettura si distingue per l'uso di geometrie non euclidee, superfici irregolari e una sensazione di disordine intenzionale, pur mantenendo una precisa complessità strutturale. Questo stile sfida le aspettative convenzionali della forma e della funzione, creando edifici che sembrano in costante cambiamento.

Uno dei contributi più significativi di Johnson al decostruttivismo è stato la sua partecipazione all'organizzazione della mostra "Deconstructivist Architecture" al Museum of Modern Art (MoMA) di New York nel 1988. Curata insieme a Mark Wigley, la mostra presentava il lavoro di architetti come Frank Owen Gehry, Zaha Hadid, Bernard Tschumi, Rem Koolhaas, Peter Eisenman e Daniel Libeskind e il gruppo Coop Himmelb(l)au. L'oggetto della mostra non era tanto determinato dai singoli progetti, quanto da quello che li univa, ossia una sensibilità anticonformista incentrata sull'indagine di nuove dinamiche e strategie compositive e un recupero formale delle avanguardie del primo Novecento

   

  

Opere Principali dell'architetto Philip Johnson

Glass House (1949), New Canaan, Connecticut

La Glass House è una delle opere più celebri di Johnson e un esempio paradigmatico dell'International Style. Il progetto è noto per la sua estrema trasparenza, con tutte le pareti realizzate in vetro, sostenute da una struttura in acciaio verniciato di nero. 

L'uso del vetro su larga scala per le pareti esterne era innovativo per l'epoca e richiedeva una precisione ingegneristica per garantire stabilità e isolamento termico. La struttura in acciaio, un materiale tipico del modernismo, permette di sostenere il peso del tetto senza l'uso di pareti portanti.

Con dimensioni di 17 metri per 9,8 metri per 3,2 metri, l'edificio è posizionato su un podio di mattoni disposti a spina di pesce.

 

Pianta della Glass House, Philip Johnson.
Pianta della Glass House, Philip Johnson. (fonte: wikipedia crediti disegno: Edelteil)

 

La struttura è sostenuta da pilastri in acciaio che Johnson ha cercato di rendere il meno visibile possibile, integrandoli nelle pareti vetrate e facendoli apparire simili ai più sottili montanti delle finestre. Questo approccio è in netto contrasto con quello di Van der Rohe nella casa Farnsworth, dove i pilastri in acciaio a sezione "H" sono distinti dai piani orizzontali, che vengono così messi in risalto. La casa è priva di pareti interne, tranne per il cilindro di mattoni a vista che racchiude il bagno e il camino, e questo crea un senso di continuità tra gli spazi interni e l'ambiente naturale circostante.

 

Glass House dell'architetto Philip Johnson.
Glass House dell'architetto Philip Johnson. (fonte: wikipedia crediti foto: Staib)

 

Interni Glass House, architetto Philip Johnson.
Interni Glass House, soggiorno, architetto Philip Johnson. (fonte: wikipedia crediti foto: Edelteil)

 

Seagram Building (1958), New York City (in collaborazione con Ludwig Mies van der Rohe)

Il Seagram Building è un grattacielo di 38 piani considerato un capolavoro del modernismo. L'edificio è arretrato rispetto al bordo della strada e occupa l'intero lotto con una piazza che fa da basamento all'edificio e risalta la struttura.

La struttura in acciaio permette grandi spazi aperti all'interno, con un uso ridotto di colonne. Il sistema di facciata a curtain wall (pareti continue) in vetro e metallo rappresentava una novità tecnologica all'epoca, consentendo una facciata uniforme e priva di elementi portanti visibili.

La facciata è rivestita in vetro fumè e bronzo, conferendo all'edificio un aspetto sobrio ed elegante.  Le norme antincendio degli Stati Uniti prevedevano di ricoprire infatti l'acciaio esternamente, per questo l'intervento fu molto costoso richiedendo grandi quantità di bronzo e di materiali come marmo e travertino per tutta la struttura a vista fra cui anche la gabbia degli ascensori interni. 

Grattacielo Seagram Building, New York.
Grattacielo Seagram Building, New York. (fonte: wikipedia crediti: stevecadman)

 

AT&T Building (oggi Sony Tower, 1984), New York City

Il design del AT&T Building segna una svolta nel pensiero architettonico di Johnson, spostandosi dal modernismo al postmodernismo.

L'edificio è noto per il suo frontone curvilineo, ispirato al design dei mobili Chippendale. Chiamato così anche dai newyorkesi per la forma triangolare del tetto che sembrava riprendere un timpano o di un cassettone. La facciata è rivestita in granito rosa, un materiale che richiama l'architettura tradizionale ma utilizzato in un contesto modernista.

L'uso del granito per la facciata è un esempio di come Johnson abbia reinterpretato materiali tradizionali in chiave moderna. Il design strutturale permette di sostenere il frontone decorativo, che è un elemento puramente estetico, senza funzione portante.

 

AT&T Building. oggi Sony Tower, grattacielo post-modernista. Philip Johnson
AT&T Building. oggi Sony Tower, grattacielo post-modernista. (fonte: wikipedia crediti foto: David Shankbone)

  

Crystal Cathedral (1980), Garden Grove, California

É una chiesa interamente realizzata in vetro, con oltre 10.000 pannelli di vetro argentato. La struttura in acciaio sostiene il grande tetto a spigolo, permettendo un'enorme trasparenza e luminosità interna. L'effetto è quello di un'enorme scultura di vetro che riflette e refrange la luce naturale.

L'uso del vetro argentato e della struttura in acciaio rappresenta una fusione avanzata di materiali e tecnologie. La progettazione ha richiesto complessi calcoli strutturali per garantire che la grande superficie di vetro potesse resistere alle forze esterne, come il vento e i terremoti, mantenendo al contempo un isolamento termico adeguato.

 

Pittsburgh Plate Glass (PPG) Place (1984), Pittsburgh, Pennsylvania

Questo complesso di grattacieli è caratterizzato da torri gotiche moderne, con facciate in vetro riflettente. Il design è un'interpretazione moderna delle cattedrali gotiche, con guglie appuntite e un'attenzione all'effetto visivo dell'edificio nella skyline. L'uso del vetro riflettente e della struttura in acciaio conferisce un aspetto leggero e traslucido all'intero complesso, pur mantenendo l'efficienza energetica grazie a moderne tecnologie di isolamento.

 

Lippe Tower (1991), Düsseldorf, Germania

La Lippe Tower è un esempio di architettura postmoderna, con un uso innovativo di vetro, acciaio e materiali compositi per creare una struttura che si distingue per la sua leggerezza e trasparenza.
Le tecnologie avanzate nella progettazione della facciata permettono un controllo climatico efficiente, combinando estetica e funzionalità.

 

Fonti

Architettura

L'architettura moderna combina design innovativo e sostenibilità, mirando a edifici ecocompatibili e spazi funzionali. Con l'adozione di tecnologie avanzate e materiali sostenibili, gli architetti moderni creano soluzioni che affrontano l'urbanizzazione e il cambiamento climatico. L'enfasi è su edifici intelligenti e resilienza urbana, garantendo che ogni struttura contribuisca positivamente all'ambiente e alla società, riflettendo la cultura e migliorando la qualità della vita urbana.

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