Rigenerazione Urbana
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Dall'Emilia Romagna progetti di rigenerazione urbana per città più sostenibili, vitali e volte al riuso

Urbanpromo, la manifestazione nazionale di riferimento per la rigenerazione urbana, propone nella sua gallery su www.urbanpromo.it i progetti che hanno preso parte all’ultima edizione. Ve ne sono diversi provenienti dall’Emilia-Romagna.

Urbanpromo, la manifestazione nazionale di riferimento per la rigenerazione urbana, propone nella sua gallery su www.urbanpromo.it i progetti che hanno preso parte all’ultima edizione. Ve ne sono diversi provenienti dall’Emilia-Romagna.

Tra questi il nuovo quartiere Darsena presentato dal Comune di Ferrara.

L’area progetto è situata a sud-ovest della città, in prossimità del Centro Storico, a ridosso dalle mura Estensi e comprende il vecchio Mercato Ortofrutticolo (MOF), la darsena di San Paolo e l’ex Carcere di Piangipane, oggi sede del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS), con le relative connessioni al sistema delle piazze centrali, al Po di Volano ed alla stazione ferroviaria.

L’area del MOF, attualmente usata a parcheggio pubblico, costituisce, unitamente al MEIS, la principale connessione tra il centro della città e il fiume e la Darsena che sarà destinata principalmente ad usi ricreativi, realizzando un luogo attrezzato per il tempo libero.

Il progetto vuole creare un ambiente urbano che consenta alti standard di vita, ponendo uguale attenzione alle diverse esigenze dei futuri residenti, come dei turisti e di quanti vi si trovano per ragioni di lavoro e di studio, non determinando nuovo consumo di suolo ma una valorizzazione e un processo di riqualificazione. A sostegno del programma sono stati siglati protocolli d’intesa tra Comune di Ferrara e Agenzia del Demanio e tra Comune di Ferrara e Fondazione MEIS.

Il Comune di Faenza ha presentato invece il Museo all’Aperto, dove arte e urbanistica si uniscono in un connubio destinato alla riqualificazione della trasformazione urbana della città esistente.

A Faenza, il progetto del Map innesca l’arte urbana come fattore identitario di grande interesse pubblico e attiva nuove energie per la rigenerazione degli spazi urbani. Il museo, continuamente in progress, raccoglie più di 70 opere d’arte collocate nella città secondo un preciso progetto urbanistico (già introdotto nel Piano Strutturale faentino approvato nel 2010) per rendere Faenza sempre più attrattiva e culturalmente riconoscibile, offrendo anche un esempio di come, attraverso le installazioni artistiche, si possa elevare la qualità e riconoscibilità dei luoghi urbani periferici e integrare sapientemente la qualità di quelli storici.

In questo modo, il MAP supera il concetto di mostra temporanea, relegata in spazi confinati, e diventa la città il contenitore ideale, alla vista di tutti, senza diaframmi. Quando l’esperienza dell’arte (della bellezza), da occasionale diventa quotidiana, si liberano sinergie innovative, di speranza e vitalità. L’obiettivo è di generare quello stupore che si avverte quando si visita un centro storico ricco di emergenze architettoniche, scultoree, pittoriche.

Dal Comune di Reggio Emilia proviene il progetto “Agricoltura custode del paesaggio rurale”. La Pianura Padana ha alle spalle decenni di crescita quantitativa che, il più delle volte, ha smarrito il senso di equilibrio con la sostenibilità delle scelte compiute. Abbiamo creato ricchezza e insieme nuova povertà, trasformando il territorio in maniera sproporzionata rispetto ai nostri bisogni; dando maggiore valore alla rendita fondiaria anziché alla capacità di produrre cibo di qualità e valorizzare il paesaggio. Il progresso indica oggi nuove rotte: quella del riuso e dell’economia circolare che dobbiamo essere rapidi a intraprendere.

La rigenerazione urbana è parte di questa rivoluzione che deve avviarsi con la scelta di una drastica riduzione del consumo di suolo. E’ necessario poi semplificare ed incentivare il recupero dell’esistente investendo sull’industria del riuso. Soprattutto occorre consegnare all’agricoltura lo spazio che merita nei piani di utilizzo del territorio che devono occuparsi anche di aziende agricole, terreni coltivati e sovranità alimentare. Fondamentale è infine attivare strumenti di governance e finanziari in grado di sostenere questo cambiamento.



Con questi obiettivi, a Reggio Emilia, è stato sottoscritto un protocollo con associazioni agricole, Regione, Enti di formazione, Bonifiche e Slow Food.


Infine il progetto del Comune di Ravenna, “Paesaggi in divenire”. Con il Piano del Verde del 1993 Ravenna avvia la trasformazione del “Paesaggio Urbano”; la cintura del verde si struttura e cresce per definire il nuovo margine della città.

Da allora con la cintura del verde tante aree sono state realizzate: Parchi Urbani (Teodorico e Baronio), Giardini di Quartiere, valorizzazione di Giardini storici. Assieme alle funzioni degli spazi verdi connessi sono state integrate le funzioni ambientali: acqua, boschi e campagna.

L’acqua è stata immaginata sia come elemento compositivo sia come risorsa ambientale per la rigenerazione delle falde e il recupero dell’acqua piovana e di laminazione. I boschi ormai caratterizzano il perimetro urbano della città e sono oggi riconosciuti come veri e propri polmoni ambientali per Ravenna. L’agricoltura torna ad essere protagonista dentro la città non solo come spazi agrari coltivati ad orto, ma anche nella salvaguardia di un patrimonio paesaggistico che oggi ci consente di riproporre il valore di coltivare e utilizzare i prodotti della terra.
 

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