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Dall’argilla ai no-VOC: l’evoluzione degli intonaci moderni e la paura della “chimica”

“Voglio un prodotto non chimico” è una frase che sempre più spesso i progettisti si sentono dire dai loro clienti, e riflette una percezione comune ossia che tutto ciò che è passato attraverso il massiccio intervento umano sia, in qualche modo, più pericoloso e nocivo di quanto è allo stato naturale. Ma è davvero così?

Ne parliamo con Samuele Beraldo, Responsabile Area Edilizia del Fassa I-Lab, il laboratorio dove nascono i prodotti di Fassa Bortolo: un centro ricerche interno con un laboratorio all’avanguardia totalmente attrezzato che da oltre 20 anni opera per migliorare gli standard qualitativi dell’edilizia, intesi da un lato come miglioramento delle prestazioni, e dall’altro come miglioramento della salubrità e della sostenibilità dei prodotti.

 

Prodotti per edilizia privi di sostanze chimiche: percezione comune e alcune riflessioni

“Desidero un prodotto privo di sostanze chimiche”: lei cosa risponderebbe a un’affermazione di questo tipo? Meglio le innovazioni della chimica o i prodotti naturali?

Direi che se vogliamo parlare di “naturale” nel mondo dell’edilizia dovremmo parlare di malte composte di argilla, inerti e paglia, perché a ben vedere anche un prodotto considerato naturale come la calce deriva da un processo di trasformazione chimica: a partire dal calcare, un materiale naturale, si ottiene la calce, che è un materiale caratterizzato da una forte alcalinità e causticità. Il pericolo rappresentato dalla causticità della calce è legato alla possibilità di contatto diretto con occhi, pelle o di inalazione della polvere, ma non è legato a emissioni di sostanze pericolose nel tempo. Inoltre, ci sono additivi chimici che derivano da materie prime naturali, come per esempio la fecola delle patate. In realtà la chimica è in sé un concetto neutro, che può portare a problemi o risolverli; proprio negli ultimi 20 anni è cresciuta la consapevolezza di queste potenzialità in positivo.

 

Samuele Beraldo, Responsabile Area Edilizia del Fassa I-Lab
Samuele Beraldo, Responsabile Area Edilizia del Fassa I-Lab (Fassa Bortolo)

 

Sull'uso del cemento e degli addittivi chimici

Tra le grandi innovazioni dell’edilizia dell’ultimo secolo c’è stato l’avvento del CEMENTO, inventato nell’800 ma ampiamente diffuso in Italia solo negli anni ’50. Quale evoluzione hanno subito gli intonaci?

L’uso massiccio degli intonaci a base di cemento è arrivato in Italia nel dopoguerra, durante il periodo della ricostruzione e nel boom economico degli anni ‘50 e ‘60. Rispetto alla calce il cemento era preferito per:

  • l’elevate prestazioni meccaniche;
  • la velocità di indurimento.

In un periodo in cui si doveva costruire tanto e rapidamente, il cemento rispondeva precisamente alle necessità dell’edilizia dell’epoca. Non c’era allora, purtroppo, una precisa conoscenza delle problematiche legate ad un abuso della componente cementizia.

 

Quando si è iniziato invece a parlare di ADDITIVI CHIMICI negli intonaci?

Abbastanza presto, in realtà. Fassa Bortolo già nelle prime formulazioni cominciava a proporre al mercato intonaci più “calibrati” attraverso l’inserimento di additivi: questo significava da un lato calibrare in maniera più corretta la percentuale di cemento e dall’altro migliorare alcune caratteristiche degli intonaci, ad esempio:

  • rendere l’intonaco fresco più facile da applicare e lavorare;
  • ridurre il peso specifico;
  • conferire traspirabilità e in alcuni casi idrorepellenza.

Quando parliamo di additivi, consideriamo che sono elementi presenti in dosi molto contenute, che hanno poco impatto sulla naturalezza del prodotto, nel senso che non comportano fondamentalmente emissioni di sostanze organiche volatili, a fronte di un deciso miglioramento nella qualità del prodotto.

 

Prodotti da costruzione: regolamenti e direttive

Quando furono introdotti i primi regolamenti sui prodotti?

Se negli anni precedenti le evoluzioni dei prodotti erano guidate dall’intraprendenza delle aziende, negli anni 2000 c’è stato un importante cambio di prospettiva e l’Unione Europea in particolare comincia a dotarsi di una serie di normative che regolano la composizione dei prodotti, la loro prestazione e il modo in cui vengono testati. Sono gli anni in cui si ormai era chiara la consapevolezza dei problemi sul lungo periodo di prodotti con contenuto di cemento eccessivo e la pericolosità di alcune sostanze. Ad esempio, in quel periodo vennero posti dei limiti al contenuto di cromo esavalente.

  

Prodotti prestazionali, salubri e a basso impatto ambientale per migliorare gli standard qualitativi dell’edilizia

Nel secondo decennio degli anni 2000, sdoganato il tema della qualità intesa come “prestazione”, è vero che si spostò l’attenzione sul concetto di “COMFORT ABITATIVO”?

La casa non è più vista semplicemente come uno spazio che protegge dall’esterno, il focus si sposta sul punto di vista dell’utente e il suo stato di benessere a 360°. Questo significa studiare soluzioni che in primo luogo siano utili a garantire, ad esempio, una maggiore traspirabilità ad evitare la proliferazione di muffe, a migliorare l’isolamento termico, etc., e in secondo luogo non siano esse stesse causa di possibile inquinamento interno, e quindi non emettano COV, Composti Organici Volatili pericolosi come la formaldeide. Questo significa effettuare dei controlli e delle analisi approfondite, facendo uso di una apparecchiatura complessa.

Fassa I-Lab è dotato di speciali camere di prova, all’interno delle quali vengono posti i prodotti. Le sostanze emesse vengono campionate e successivamente analizzate mediante una combinazione di sofisticati strumenti in grado di determinarle qualitativamente e quantitativamente.

A protezione del consumatore in alcuni stati europei come Francia, Germania e Belgio sono nate certificazioni con relative classi di emissione. Purtroppo, allo stato attuale, non c’è una regolamentazione unica europea relativa all’emissione di sostanze organiche volatili.

A generare forse maggiore confusione è anche la nascita di una serie di certificazioni indipendenti riguardanti la salubrità dei prodotti.

In una situazione in cui confrontare la salubrità di un prodotto con altri sul mercato non risulta facile, va comunque dato atto che tali certificazioni sono importanti strumenti di garanzia per i consumatori e aumentano il valore degli immobili: anche per questo aderiamo a tutti i protocolli più importanti e abbiamo un team che si occupa esclusivamente di seguire i processi di certificazione.

 

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Iniziative per ridurre l'impatto ambientale dei prodotti da costruzione

Quali iniziative specifiche sono state adottate in edilizia per promuovere l'economia circolare e ridurre l'impatto ambientale?

Negli ultimi anni la comune preoccupazione relativa al consumo indiscriminato di risorse naturali ha spinto ogni settore produttivo ad analizzare la propria filiera e a cercare di diminuire e ottimizzare i propri consumi, riducendo gli sprechi o riutilizzando materiali che sono scarti di lavorazioni.

Protocolli e direttive nazionali e comunitari ragionano sempre più in un’ottica di economia circolare. Nell’edilizia questo si è tradotto ad esempio nei CAM, Criteri Ambientali Minimi, che prevedono per alcune tipologie di prodotto una percentuale minima obbligatoria di materiale riciclato, mentre per altre tipologie l’eventuale contenuto di riciclato è comunque considerato come un requisito premiante.

 

Tutte queste direttive non rappresentano per voi una limitazione nella possibilità di sviluppo dei nuovi prodotti?

A mio avviso possiamo vederli come una limitazione ma anche come un’opportunità, nel senso che il nostro know how ci consente sempre di sperimentare, di fare studi esplorativi e cercare soluzioni che possano rendere i nostri prodotti più efficaci e con un minore impatto ambientale.

La chimica oggi può rivelarsi una grande alleata per contribuire a risolvere i problemi dell’ambiente.

   

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