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Dal Terremoto ai primi vagiti di Casa Italia: i cinque 'must' del piano sicurezza di Renzi

Prevenzione sismica e idrogeologica, riqualificazione energetica, recupero delle periferie, politiche abitative, fisco e semplificazioni: questi i paletti della strategia per la sicurezza, con utilizzo di fondi europei e fondi sviluppo-coesione

Se sono rose, fioriranno. Di certo c'è che Casa Italia, istituita ufficialmente dall'ultimo Consiglio dei Ministri per mettere in sicurezza l'Italia dopo il nefasto Terremoto del 24 agosto scorso non può prescindere, come già rimarcato dal nostro direttore Andrea Dari in sede di commento alla notizia, dall'approvazione di norme tecniche chiare che esitono già e dalla definizione delle linee guida della classificazione sismica. 

Resta però di stretta attualità anche il tema degli investimenti, da effettuare - secondo quanto trapela - tramite ricorso ai fondi europei e ai fondi di sviluppo e coesione e in cinque mosse che, per volontà del Governo, dovrebbero portare alla messa in atto di misure specifiche in questi ambiti di applicazione:

1. Prevenzione sismica e idrogeologica
Il terremoto di Arquata e Amatrice ha confermato l'inadeguatezza di un sistema che presenta alte criticità nel 44% della superficie nazionale, nel 36% dei comuni e per un terzo della popolazione. Il Piano Italia conterrà quindi, per voce del viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini, un "intervento organico dentro una cornice organica per dare stabilità a tutta una serie di fattori che rende fragile il nostro patrimonio". Alla base, però, ci dovrà essere una adeguata organica e coerente attività di prevenzione sismica per aggredire le situazioni più a rischio, a cominciare dalle infrastrutture pubbliche.

2. Riqualificazione energetica
L'idea è di fornire maggiori incentivi fiscali sulle riqualificazioni con efficentamento energetico, cosa che avrà spazio nella prossima Finanziaria. La norma più attesa è quella per consentire il passaggio di scala dall'appartamento e dalla villetta al condominio e al complesso immobiliare. Possibile l'ampliamento del perimetro anche a immobili di impresa e della Pa.

3. Recupero delle periferie
Sono due i bandi specifici, rivolti ai comuni, per progetti di miglioramento delle periferie. Il primo, già avviato, da 200 milioni, che aspetta solo la graduatoria delle proposte finanziate. Per il secondo, da 500 milioni, si stanno per chiudere i termini per la partecipazione: entro fine agosto i comuni dovranno inviare a Palazzo Chigi le proposte.

4. Politiche abitative
Nonostante i tanti strumenti a sostegno della casa, come ad esempio sostegno alla morosità (incolpevole), fondo di solidarietà, acquisto prima casa, leasing immobiliare e sospensione rate di mutuo, il problema abitativo è ben lontano dall'essere risolto. Casa Italia proverà a creare meccanismi – a partire dal patrimonio Erp – per attrarre privati nel mercato dell'affitto. 

5. Fisco e semplificazioni
Qui sarà l'Associazione Costruttori, a muovere per prima le pedine, presentando al Governo le proposte da inserire in "Casa Italia". Prima di tutto bisognerà stabilizzare e potenziare gli incentivi fiscali del 50 e del 65%. Esempio portante: per incentivare gli interventi di demolizione e ricostruzione, i costruttori propongono di estendere il bonus fiscale del 50% anche agli aumenti volumetrici (sempre nel limite di spesa di 96mila euro), contestualmente alla proroga del bonus, destinato altrimenti a scivolare al 36% a partire da gennaio prossimo. Inoltre, si chiede una fiscalità agevolata per almeno tre anni per le imprese che acquistano e riqualificano (con aumento di efficienza energetica) vecchi immobili.