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Dal rilievo del danno alla prevenzione sismica

In questi mesi ho seguito l’attività da remoto e sul campo dei 24 ricercatori di Eucentre e Reluis, impegnati nella missione scientifica di rilievo del danno degli edifici scolastici in c.a. in Turchia. Attraverso sia i report giornalieri ma anche grazie alle loro testimonianze, c’è stato fornito un quadro incoraggiante che passa attraverso una prevenzione caratterizzata da una buona progettazione e dalla conoscenza.

Il terremoto turco ha rilasciato una quantità di energia 40 volte superiore rispetto al sisma di Norcia

In Figura 1 è riportato l’interno di una scuola, il giudizio di agibilità, che emergerebbe dal solo rilievo di questo ambiente, sarebbe sicuramente positivo. Ora contestualizziamo l’immagine: febbraio 2023, terremoto in Turchia, il valore massimo di magnitudo è stato pari a 7.8. L’accelerazione massima registrata è stata è stata talvolta superiora ad 1 g: un terremoto energetico rispetto ai terremoti distruttivi verificatisi in Italia.

Tenuto conto che per il terremoto di Norcia era stata stimata una magnitudo di 6.5, una magnitudo di 7.8 significa, aumentare di una quarantina di volte l’energia rilasciata nella rottura della faglia. Ogni punto di magnitudo, infatti, corrisponde a moltiplicare la quantità di energia per un fattore 31,5” – queste le parole del presidente del consorzio universitario ReLuis, il professore Mauro Dolce.

Tornando quindi all’immagine, riecheggiano le parole del ricercatore turco di Eucentre, Ali Guney OzcebeQuesto progetto, esempio che ciò che uccide non sono i terremoti ma una cattiva progettazione/costruzione, ha dimostrato che le morti nei terremoti non sono il destino”.

Interno di scuola in c.a. in Turchia: rilievo del danno svolto dalla squadra di Eucentre Davide Bellotti, Stefano Bracchi, e Numan Eren affiancata dal professore Cem Akgüner del TEDU - Turkish Education Association University di Ankara.


Gli obiettivi della missione scientifica in Turchia

Attraverso il report giornaliero della missione, Ingenio ha seguito i quattro giorni che i 24 ricercatori italiani hanno dedicato al rilevo del danno post sisma degli edifici scolastici in Turchia.

Una missione, che, come spiega il professor Mauro Dolce nella sua intervista, è partita ben prima con un contatto tra la protezione civile italiana e turca, ma non solo, un reciproco scambio di informazioni tra i rispettivi ministeri e centri di competenza universitari (ReLUIS ed Eucentre), come testimoniato da Ali Guney Ozcebe (Eucentre).

Incontri istituzionali e di coordinamenti, tenutisi tra il 24 ed il 26 aprile 2023. La delegazione italiana è stata guidata dal professore Mauro Dolce, Direttore dell’ufficio Rischio Sismico e Vulcanico del DPC e consulente scientifico del Capo Dipartimento, dal dott. Stefano Ancilli, dell’ufficio relazioni internazionali del DPC, ed era composta dalla dott.ssa Marìca Mercalli, in rappresentanza del Ministero della Cultura – MIC, e, per la rete scientifica, dai rappresentanti dei centri di competenza del DPC maggiormente coinvolti sul rischio sismico, ing. Fabio Germagnoli (EUCENTRE), Prof. Andrea Prota (ReLUIS), dott. Paolo Marco De Martini (INGV), dott. Paolo Comelli (OGS), dott. Valerio Comerci (ISPRA), Prof. Sandro Conticelli (CNR-IGAG), seguiti e accompagnati dal Consigliere d’Ambasciata dott. Francesco Maria de Stefani Spadafora e da un’interprete messo a disposizione dall’Ambasciata Italiana in Turchia, Dott.ssa Toprak Duygu.

Gli obiettivi della missione scientifica in Turchia sono stati i seguenti:

  1. Ciascuna squadra, in totale 8, aveva il supporto di un ingegnere turco che interagiva con il referente della scuola e guidava i ricercatori italiani nei diversi siti di rilievo;
  2. Rilievo degli edifici scolastici in c.a;
  3. La peculiarità è consistita nel riscontrare il danno in edifici in cui erano stati svolti, a partire dal 2010, degli interventi di rinforzo;
  4. Mettere a confronto il danno di un edificio non rinforzato da uno invece riparato.

Le caratteristiche degli edifici scolastici in c.a. rilevati

Le testimonianze raccolte convergono sulla tecnologia e tipologia costruttiva riscontrata, ovvero:

  1. Fabbricati originari realizzati tra l’inizio degli anni 70 e la fine degli anni 90 (Pinasco);
  2. Fabbricati in cemento armato tendenzialmente isolati, con un ampio spazio intorno (Bellotti).
  3. Edifici costituiti da 3 – 4 piani fuori terra (Di Ludovico);
  4. Presenza di porzioni giuntate, e in taluni casi, di sopraelevazioni in acciaio o legno leggere non adeguatamente collegate alla struttura in c.a. (Bellotti);
  5. Aggiunta di una parte anteriore, composta da setti in c.a., dando all’edificio una planimetria risultante ad “L” (Ferretti);
  6. Inserimento di interventi di adeguamento impiantistico e consolidamento strutturale prevalentemente eseguiti mediante inserimento di setti in c.a. nella maglia strutturale in sostituzione delle tamponature/tramezzature (Di Ludovico).

A livello tecnologico:

  1. Sono tutti edifici in c.a. aventi telai nelle due direzioni. Quelli di più recente costruzione sono stati progettati e realizzati già con un sistema misto telaio-pareti.
  2. Tecnologia costruttiva principalmente in c.a.;
  3. Tamponature e partizioni interne in laterizio;
  4. Orizzontamenti in c.a.;
  5. Coperture leggere in acciaio o legno.

Il rilievo dei danni a seguito del terremoto

Emerge un quadro confortante: gli edifici consolidati hanno esibito una risposta, nei confronti dell’azione sismica, efficiente.

Il rilievo del danno ha mostrato che l’inserimento di setti ha sensibilmente migliorato la risposta sismica, conferendo alle strutture una maggiore rigidezza e conseguentemente riducendo gli spostamenti; ciò ha, evidentemente, impattato sul quadro fessurativo, riducendo entità e diffusione del danno e, soprattutto, garantendo spesso l’operatività degli impianti” – questo il riscontro del professore Marco di Ludovico, capomissione, con cui concordano gli altri intervistati, e che il professore Mauro Dolce riassume così fornendo un panorama di come potrà procedere la ricerca (perché la missione non termina, ora inizia la rielaborazione):
«Rinforzi semplici, quali quelli adottati per le scuole turche, ed efficaci anche con accelerazioni così elevate costituiscono un prezioso insegnamento che può essere declinato in diversi quesiti ed ambiti:

1) Come la nostra norma avrebbe affrontato il tema della progettazione di interventi di questo tipo?
2) Oppure quali altri tipi di intervento avrebbero risposto in modo altrettanto efficace a una scossa così violenta?
3) Quali sono i requisiti progettuali previsti dalle nostre norme tecniche per interventi dello stesso tipo? Più gravosi o meno gravosi di quelli alla base della progettazione degli interventi in Turchia?
4) Lo studio del singolo intervento ed i relativi dettagli costruttivi: il collegamento delle pareti con la maglia strutturale esistente, il rafforzamento delle fondazioni in corrispondenza delle nuove pareti in c.a;
5) Una possibile revisione delle indicazioni normative per questo tipo di interventi nelle NTC18».

Formazione di una cerniera plastica in testa ad un pilastro in c.a. di un edificio non rinforzato (foto dell’ing. Francesca Ferretti)

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