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Da ZES a BES a … BIS. Lo sviluppo della Sicilia partendo dai Borghi

Consulta & Sviluppo

Due massimi esperti in campo ambientale quali l'Ing. Francesco Cancellieri, Presidente dell’Associazione Centro Educazione Ambientale (CEA) Messina onlus e il Prof. Vincenzo Piccione, Componente Comitato Scientifico dell’IRSSAT, grandi lettori di Ingenio Sicilia, ci hanno onorato, fornendoci un contributo didattico-culturale sulle problematiche ambientali, ma soprattutto focalizzando l'attenzione su un possibile sviluppo territoriale partendo dall'ambiente.

Inoltre Mercoledi 17 Giugno 2020 dalle ore 15:00 alle 19:00 si terra in modalità FAD un Seminario Formativo (con il rilascio di 4 CFP). Le iscrizioni potranno avvenire a partire dalle ore 14:00 di giorno 09/06/2020 attraverso il sito dell'Ordine degli Ingegneri di Messina. Numero massimo Ingegneri partecipanti: 200.

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DA ZONE ECONOMICHE SPECIALI A BORGHI AD ECONOMIA SPECIALE … A BORGHI IDEALI DI SICILIA

Da ZES a BES
  Il 2020 potrebbe essere l’anno dell’istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES) siciliane che hanno completato l’iter progettuale. Un’opportunità per 50 comuni. Sono aree geografiche con particolari benefici per le imprese. Vengono istituite per attrarre investimenti stranieri con incentivi doganali e fiscali e con finanziamenti alle attività. Hanno una legislazione economica differente da quella della nazione alla quale appartengono. Si stima che nel mondo ne esistano migliaia, distribuite in più di 100 Paesi dando lavoro a 40 milioni di persone e l’export vale 200 miliardi di dollari.
  Dalle ZES in Sicilia ci si aspetta un credito d’imposta, sgravi fiscali, agevolazioni sul lavoro, ammortamenti per le aziende. La posizione geografica della Sicilia nel Mediterraneo e l’attuale gap infrastrutturale esigono, una programmazione integrata e immediata di interventi a breve termine. Le ZES costituiscono un prezioso strumento operativo finalizzato a realizzare un circolo virtuoso di investimenti, crescita e lavoro.
  Una opportunità che non dovrebbe limitarsi al porto franco o alle aree tax free bensì diventare un motore per lo sviluppo del Mezzogiorno. Obiettivo perseguibile se sapranno dialogare con le realtà produttive dei territori; rimanendo scollate dal retroterra siciliano nel breve volgere di pochi anni saranno destinate a fallire.
  Le ZES, saranno vincenti nella misura in cui si riuscirà a far interagire le aree individuate con le potenzialità inespresse del retroterra siciliano. Con un buon progetto di infrastrutturazione si potrebbero trascendere i 50 comuni che beneficeranno dal varo delle ZES.
  In Sicilia entro i 10.000 abitanti ricadono ben 280 comuni su 390 complessivi. Molti sono affetti da marginalizzazione, isolamento e, non ultimo, da rischio desertificazione ossia perdita di fertilità del suolo, bene primario da cui discende l’esistenza di una comunità. Le politiche comunitarie di sviluppo agro-zootecnico hanno avuto da sempre un occhio di riguardo alle zone agricole svantaggiate. Politiche per equilibrare le disparità esistenti tra le diverse regioni agricole d'Europa attraverso indennizzi compensativi finalizzati all'incentivazione delle attività agricole e al miglioramento del reddito degli agricoltori. La finalità ultima è favorire il presidio del territorio e la riduzione del processo di spopolamento. L'intervento di aiuti fiscali nei riguardi di questi territori svantaggiati si applica se i terreni sono ubicati in zone montane, dove le condizioni pedoclimatiche sono difficili e comportano costi più elevati della media e, se a bassa produttività, con conclamati fenomeni di spopolamento e con necessità di preservare l'ambiente naturale.
  Dal 2000 si lavora a livello europeo ad un nuovo concetto di zona svantaggiata. Ragionamenti, ancora oggi non conclusi, ma già discutibili in quanto non contengono strategie di politica e gestione del territorio.Un esempio: se un'area agricola è svantaggiata dal punto di vista pedoclimatico ancor di più lo è se non supportata da adeguate reti di trasporto, da idonei servizi e da moderne infrastrutture.
  Negli ultimi 15 anni i fondi comunitari hanno supportato la crescita del PIL nonché dell'occupazione ma dobbiamo interrogarci se tutto ciò ha prodotto una società inclusiva. La Sicilia ancora oggi è in ritardo sul tasso di occupazione, in generale, e giovanile, nello specifico se confrontato al panorama nazionale. La Sicilia deve correre se si vuole colmare il gap rispetto al resto della nazione ai fini del PIL. Non possiamo denunziare un PIL pro capite siciliano che non riesce a raggiunge nemmeno le 20.000 euro quando una regione portata ad esempio, come la Lombardia, viaggia al di sopra dei 30 mila.
  Alla luce di quanto esposto bisogna riparametrizzare gli aiuti in funzione del problema siccità e qualità dei suoli. La Sicilia più di tante altre regioni soffre del problema della siccità a causa delle scarse precipitazioni atmosferiche (in 100 anni le precipitazioni medie annue della regione si sono ridotte del 27% concentrandosi in pochi mesi all'anno).
  Il fenomeno della desertificazione in Sicilia è particolarmente diffuso e spesso critico. Dal momento che la Sicilia rappresenta l'hotspot della desertificazione si dovrebbe avviare un progetto di ampio respiro che consista nel
* individuare i territori comunali a maggiore rischio desertificazione;
* selezionare a sua volta i territori comunali più fragili dal punto climatico, vegetazionale e gestionale del territorio;
* avviare un progetto di manutenzione dei suddetti territori in chiave eco-sostenibile.
  Le piccole comunità sono la chiave di volta per avviare un processo virtuoso di manutenzione del territorio.
   I Borghi dovrebbero privilegiare la rigenerazione dei suoli integrandola con gli aiuti fiscali tipici delle aree montane svantaggiate, oggi non più proponibili su fattori di spopolamento e disagio altitudinale e, peraltro, secondari per la realtà territoriale e ambientale siciliana. Se il 70% dei territori siciliani sono interessati dal rischio desertificazione l'Italia meridionale n’è affetta al 40%. Nessuna attenzione socio – economico – fiscale è oggi dedicata al problema desertificazione, al bene suolo. Solo di recente, grazie agli studi dell'ISPRA, è maturata una coscienza sui rischi connessi alla sottrazione di suolo per uso edificatorio o per perdita di fertilità. Se il processo è gestito correttamente porterà benefici vari: fermare lo spopolamento, ricostituire i presidi montani, mitigare il dissesto idrogeologico, rivitalizzare le colture di eccellenza, tutelare il patrimonio genetico agrotecnico, etc. Si potrà frenare l’emorragia di giovani che vanno via a causa della crescita esponenziale della disoccupazione e migliorare la qualità di vita degli anziani che restando non beneficiano di adeguati servizi.
   Il momento è propizio per avviare un percorso virtuoso individuando in maniera obiettiva i borghi che potrebbero beneficiare di un processo rigenerativo dei suoli.
 
  DA BES A BIS
  La Commissione Europea nel 2016 assegnò alla Sicilia l'ultimo posto nel raffronto con le altre regioni italiane e il 237mo su 263 nella scala Europea sulla base dell'Indice di Competitività Regionale (RCI), postazione ad oggi non migliorata.
  Per una inversione di tendenzala soluzione passa attraverso un nuovo modello di crescita sociale in grado di realizzare quella interdipendenza attesa fra fattori socio-economico-ambientali, tecnologici e di innovazione e traducendo il rischio desertificazione in opportunità.
  L’IRSSAT – Istituto di Ricerca, Sperimentazione, Sviluppo sul Territorioe Ambienteha messo a sviluppato un set di indicatori per classificare i borghi a rischio desertificazione individuando quelli che possono interagire con le ZES per generare quell'impulso economico e commerciale che la Sicilia attende da molti anni.
  Molti borghi siciliani sono scrigni di storia, cultura, arte e, altresì, presidi SLOW FOOD impegnati nel recupero e la salvaguardia di piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall'agricoltura industriale e dal degrado ambientale. Il progetto BES – Borghi ad Economia Specialepotrebbe esaltarne le potenzialità e aiutarli a decollare.
  Sono i temi che verranno presentati a Palazzo Landro Scalisi in Floresta il 17 giugno 2020 in occasione della Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità. Il team, coordinato dal Prof. Piccione, illustrerà che esistono le condizioni per varare le BES ma si può arrivare a fantasticare – la Sicilia ha bisogno di ritornare a sognare - di farle evolvere nel breve da BES aBIS– Borghi Ideali di Sicilia.
   *ing. Francesco Cancellieri – Presidente dell’Associazione Centro Educazione Ambientale (CEA) Messina onlus
   ** Prof. Vincenzo Piccione – Componente Comitato Scientifico dell’IRSSAT

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