Da una Piazza un’idea di società futura
Il pensiero di Alfredo Martini a seguito della manifestazione per l’Europa tenutasi a Roma il 15 marzo 2025
Ci sono nella storia dell’Occidente giorni considerati miliari. Talvolta la loro rilevanza è intrinseca, altre volte invece lo diventa. Per molti di noi il richiamo alle Idi di marzo evoca l’assassinio di Giulio Cesare e di conseguenza un passaggio storico.
Chissà se un giorno anche il 15 marzo del 2025 non possa assumere una importanza storica simile, o forse anche maggiore.
Perché la manifestazione per l’Europa tenutasi a Roma - la Piazza come è stata definita da chi vi ha partecipato e da chi la sta raccontando - ha un valore che trascende le persone presenti, l’appello di un giornalista intelligente e preoccupato, le tante parole dette sul palco, i dibattiti on line.
Forse molto più dei tavoli istituzionali, delle scelte difficili dei rappresentanti nazionali, chiamati a ricompattarsi intorno a un’entità sovranazionale; delle forze politiche, dei distinguo, delle differenze, la piazza ha mandato un messaggio forte.
In Piazza del popolo – nomen omen – si è condivisa un’idea di Europa che ha le sue radici profonde nelle parole di Pericle nel suo discorso agli ateniesi, recitato da Bentivolglio nella versione riadattata all’oggi da Paolo Rossi nel suo spettacolo sulla costituzione. Parole precise e chiare nell’evocare la diversità della democrazia e in cui non può non riconoscersi chiunque creda in una libertà reale fatta di diritti, di accoglienza, di giustizia per tutti, di partecipazione alla vita pubblica. Quell’insieme di valori che sono l’anima anche dell’Europa di oggi e di quell’entità sovranazionale, che è l’Unione, figlia dell’idea e della proposta di alcuni pensatori allora al “confino”, privati della loro libertà da un regime totalitario in un’Europa in fiamme, e che oggi costituisce il nostro mondo e per dirla con lo scrittore spagnolo Javier Cercas la nostra “patria”.
E’ questo il messaggio forte che proviene da questa Piazza. Un messaggio chiaro di adesione piena per un rilancio di un progetto ancora in gran parte da portare a compimento. Un percorso verso gli Stati Uniti d’Europa.
La richiesta è di considerare l’Unione europea di oggi come un punto di partenza. L’Europa con la sua storia di pace, ma anche con le sue contraddizioni, con i tanti errori, lo scarso coraggio, le divisioni e le scelte incoerenti.
Oggi la storia ci invita ad accelerare e a superare le divisioni e le ideologie con realismo e allo stesso tempo con visione, ascoltando e pensando collettivamente. Un’accelerazione verso una fiscalità e un esercito comune, senza rinunciare ad obiettivi cardine come la sostenibilità e l’inclusione. Per una società futura più giusta, più solidale e fondata su un benessere economico ed ambientale per tutti.
Condividi su: Facebook LinkedIn Twitter WhatsApp