Controlli | Calcestruzzo Armato
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Cubetti in calcestruzzo vendesi, di tutte le dimensioni

Controlli di accettazione del calcestruzzo: le regole sono vecchie, chi li dovrebbe eseguire non è mai in cantiere, a volte si basano su campioni fantasma, spesso sono confusi con quelli di conformità ... alcune considerazioni di Andrea Dari per un passo in avanti su questo argomento di fondamentale importanza per la qualità delle opere in calcestruzzo armato.

70 euro per un cubetto in calcestruzzo di 25 cm di lato, 30 auro per quelli da 15 cm. I cubetti in calcestruzzo si possono comprare on-line tramite un sito per acquisti regalo (ETSY).

 

 

Non si tratta di uno scherzo, il sito esiste davvero, ma i cubetti sono venduti per uso architettonico, come oggetto di design. Quindi non per i controlli di accettazione, o meglio, per falsificare i controlli di accettazione. Ma questo ci permette di poter fare qualche riflessione sui controlli del calcestruzzo e sui cubetti, perchè di campioni non rappresentativi oppure falsi, purtroppo, ne girano ancora molti.

Aboliamo il controllo di accettazione nei cantieri privati ?

Oggi i "controlli di accettazione sono obbligatori ed il collaudatore è tenuto a verificarne la validità, qualitativa e quantitativa".

La rottura dei cubetti va effettuata in un laboratorio ufficiale o uno autorizzato, altrimenti non è riconosciuta la loro validità ai fini dei cosiddetti  controlli di accettazione. Questo accade sempre.

Il problema è un altro: che non sempre quello che viene rotto rappresenta correttamente, o realmente, quello che abbiamo in opera.

Questa inosservanza è dovuta a più fattori:

  • prelievo eseguito in modo non rappresentativo;
  • confezionamento eseguito in modo non corretto;
  • cassaforma non idonea;
  • prima stagionatura dei campioni eseguita in modo non conforme;
  • stagionatura successiva dei campioni eseguita in modo non conforme;
  • sostituzione dei campioni.

Le prime 5 problematiche in genere portano a una riduzione delle performance del campione, quindi tutto sommato ai fini della sicurezza dell'opera creano minori danni (semmai possono crearli nell'ambito di un contenzioso fornitore-cliente).

E' l'ultimo caso quello più pericoloso e problematico, perchè in questo caso i valori espressi dal laboratorio sono ovviamente non rappresentativi.

Ma perchè succede ancora che qualcuno sostituisca i campioni prima della prova ? per quale motivo si bara su una prova così importante per la sicurezza dell'opera?

Ciò accade soprattutto per una prescrizione normativa. Le Norme Tecniche delle Costruzioni prevedono infatti che: 

  • "Un prelievo consiste nel prelevare dagli impasti, al momento della posa in opera ed alla presenza del Direttore dei Lavori o di persona di sua fiducia, il calcestruzzo necessario per la confezione di un gruppo di due provini."
  • "Il controllo di accettazione è eseguito dal Direttore dei Lavori su ciascuna miscela omogenea e si configura, in funzione del quantitativo di calcestruzzo in accettazione, nel: – controllo di tipo A di cui al § 11.2.5.1; – controllo di tipo B di cui al § 11.2.5.2."
  • "Il prelievo dei provini per il controllo di accettazione va eseguito alla presenza del Direttore dei Lavori o di un tecnico di sua fiducia che provvede alla redazione di apposito verbale di prelievo e dispone l’identificazione dei provini mediante sigle, etichettature indelebili, ecc.; la certificazione effettuata dal laboratorio prove materiali deve riportare riferimento a tale verbale."
  • "Il prelievo potrà anche essere eseguito dallo stesso laboratorio incaricato della esecuzione delle prove. I laboratori devono conservare i campioni sottoposti a prova per almeno trenta giorni dopo l’emissione dei certificati di prova, in modo da consentirne l’identificabilità e la rintracciabilità."

Se le norme ripetono per quattro volte la stessa cosa c'è un motivo, che ovviamente noi non conosciamo per certo, ma che possiamo solo immaginare: perchè il Direttore Lavori in cantiere, soprattutto nei lavori privati, non ci va molto spesso, mentre le norme tecniche prevedono almeno un prelievo per ogni giorno di getto.

Il motivo è che il Direttore Lavori è - in particolare per l’attività di edilizia privata - sottopagato, e quindi non dedica sufficiente tempo, in genere, a questa importante attività.

E di conseguenza questi prelievi:

  • o non vengono eseguiti con la frequenza prevista delle NTC;
  • o vengono eseguiti spesso in assenza del direttore lavori e poi utilizzati per controlli commerciali tra fornitore e cliente, lasciandone qualcuno in cantiere perchè non si sa mai.

Raramente accade che un Direttore Lavori o un suo incaricato si occupi di questa incombenza, che non riguarda poi solo l'attività di prelievo, ma poi anche di raccolta successiva e conferimento al laboratorio, oltre alla predisposizione del relativo verbale.

Chi frequenta i cantieri vede spesso cubetti di calcestruzzo ancora inseriti nelle cubiere in polistirolo abbandonati in qualche angolo dell’area. E chi frequenta gli impianti di betonaggio a volta vede cubetti non identificati posti in qualche angolo del laboratorio.

Ci sono quindi due problemi da affrontare: buona esecuzione (con conseguente verbalizzazione) e tracciabilità. E se non risolti, ci si chiede se sia utile mantenere un obbligo che porti oggi - ancora in tanti casi - a rompre dei campioni che per vari cause non rappresenti il calcestruzzo messo in opera.

O il processo è tutto sotto "controllo", o il "controllo" rischia di essere pericolosamente inutile.

 

NTC18: il prelievo del CONTROLLO di ACCETTAZIONE

Il prelievo dei provini per il controllo di accettazione va eseguito alla presenza del Direttore dei Lavori o di un tecnico di sua fiducia che provvede alla redazione di apposito verbale di prelievo e dispone l’identificazione dei provini mediante sigle, etichettature indelebili, ecc.; la certificazione effettuata dal laboratorio prove materiali deve riportare riferimento a tale verbale.
Il laboratorio incaricato di effettuare le prove sul calcestruzzo provvede all’accettazione dei campioni accompagnati dalla lettera di richiesta sottoscritta dal direttore dei lavori. Il laboratorio verifica lo stato dei provini e la documentazione di riferimento ed in caso di anomalie riscontrate sui campioni oppure di mancanza totale o parziale degli strumenti idonei per la identificazione degli stessi, deve sospendere l’esecuzione delle prove e darne notizia al Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Il prelievo potrà anche essere eseguito dallo stesso laboratorio incaricato della esecuzione delle prove.
I laboratori devono conservare i campioni sottoposti a prova per almeno trenta giorni dopo l’emissione dei certificati di prova, in modo da consentirne l’identificabilità e la rintracciabilità.
La domanda di prove al laboratorio deve essere sottoscritta dal Direttore dei Lavori e deve contenere precise indicazioni sulla posizione delle strutture interessate da ciascun prelievo.

Tracciabilità dei campioni di calcestruzzo

C'era un tempo in cui il Direttore Lavori preciso ed esperto, per evitare la sostituzione dei cubetti, utilizzava alcuni stratagemmi empirici, come ad esempio l'inserimento di un chiodo nel prelievo, oppure l'apposizione di un foglio sottilissimo di carta sul calcestruzzo ancora fresco con la sua firma e il codice di identificazione.

Oggi è possibile fare molto di più.

Esistono soluzioni che consentono di tracciare, stagionare e conservare i campioni in modo corretto e sicuro.

Per esempio c'è un sistema realizzato da un'azienda italiana che non solo identifica completamente il campione in modo digitale, ma attraverso sensori GPS è in grado di registrare quello che accade ai campioni. Per quanto riguarda la stagionatura sono anche in grado di gestire i casi di alta o bassa temperatura ambiente (Gestione e digitalizzazione della maturazione dei provini di calcestruzzo fresco in cantiere: il Sistema S2).

Non è l'unico ma sicuramente uno dei più completi. Peraltro mi risulta che il sistema consenta anche la registrazione e gestione successiva dei dati.

Sarebbe quindi possibile già da oggi risolvere alcuni dei problemi già richiamati in questo articolo, quello della tracciabilità, con un'evoluzione digitale che potrebbe portare con sè molti benefici.

Tracciabilità che potrebbe, nel caso di opere pubbliche, essere resa trasparente, prevedendo un archivio nazionale di raccolta in cui poer ogni opera in costruzione siano riportati in chiaro i dati sui controlli dei cubetti.

Su questo fronte il primo soggetto da coinvolgere è i COMMITTENTE, colui che dovrebbe pretendere la tracciabilità digitale dei campioni da sottoporre a prova. Il sistema va inserito anche nei capitolati di gara. Questo se vogliamo la tracciabilità digitale facoltativa, intesa come esigenza della Committenza, oppure un requisito qualitativo in fase di gara. Ma anche in quest'ultimo caso è la Committenza che deve acquisire il sistema, non basta sia offerto dal laboratorio come risultato della premialità nella gara.

Resta però ancora un problema da risolvere: chi fa il prelievo.

 

Il controllo di accettazione non è il controllo di conformità

Capita molto spesso, tra gli addetti ai lavori, che il controllo di accettazione sia confuso con il controllo di conformità.
Il primo è definito dalle norme tecniche, è obbligatorio, va eseguito dal Direttore Lavori o qualcuno da lui delegato, non occorre che ci sia alcun contraddittorio con impresa e fornitori, i cubetti vanno rotti da laboratori ufficiali o autorizzati, la verifica finale spetta al collaudatore.
Il secondo può essere fatto come previsto dalla norma UNI EN 206, va definito contrattualmente tra le parti, indicando il chi, come, quando e dove, ovvero chi esegue i prelievi, come li effettua, quando e in quali punti della costruzione. Il laboratorio che si occupa della rottura va definito tra le parti, il contraddittorio è necessario.
Punto!.  

I prelievo del calcestruzzo è importante quanto la rottura del campione

Eh sì, perchè se il prelievo non è eseguito a regola d'arte da mano esperta, il risultato è che anche il dato uscito dalla rottura non rappresenti nulla. 

Con gli interlocutori con cui spesso mi confronto su questi temi faccio spesso una domanda: perchè il prelievo del calcestruzzo fresco può essere fatto da tutti mentre, nel caso dei controlli per le opere esistenti, lo può eseguire solo chi è è specificatamente certificato? 

In sostanza trovo poco coerente avere un super controllo di chi fa il prelievo (in genere di carote) in fase di verifica sulle strutture esistenti e poco o nulla quando il prelievo riguarda il calcestruzzo fresco.

Ecco perchè sono convinto che anche per il calcestruzzo destinato alla costruzione di opere nuove il prelievo del controllo di accettazione debba essere eseguito da figure esperte, ancor meglio da qualcuno che faccia parte dell'organizzazione dei laboratori, ufficiali o autorizzati che siano.

Se il committente affidasse a un laboratorio autorizzato l’onere di eseguire i controlli di accettazione previsti per legge e quindi la relativa tracciatura e stagionatura noi oggi avremmo sicuramente un miglioramento della situazione. I prelievi sarebbero eseguiti meglio, la tracciatura assicurata, i tempi di rottura rispettati e questo porterebbe dei vantaggi non solo alla qualità dell’opera e alla sua durabiltà, ma anche alla qualificazione del mercato del calcestruzzo.

Sono i cosiddetti Tutor di cui parlava l’amico Luigi.

 

E se i controlli non sono eseguiti?

Se i controlli non sono eseguiti ... ci pensa la legge. Le norme tecniche del 2018 infatti riportano: "I controlli di accettazione sono obbligatori ed il collaudatore è tenuto a verificarne la validità, qualitativa e quantitativa; ove ciò non fosse rispettato, il collaudatore è tenuto a far eseguire delle prove che attestino le caratteristiche del calcestruzzo, seguendo la medesima procedura che si applica quando non risultino rispettati i limiti fissati dai controlli di accettazione.

Quindi sono obbligatori, ma le norme già prendono in considerazione che non siano stati fatti. Non si parla nella norma di sanzioni, solo di come rimediare al problema. Le sanzioni e le responsabilità verranno definite in seguito, sulla base dell’esito non solo dei controlli ma anche delle verifiche strutturali.

E queste prove, come già detto, devono essere seguite da qualcuno di accreditato.

 

Conclusioni

In conclusione:

  • come affermava il prof. Luigi Coppola in un nostro evento a SAIE di BARI occorrono i Tutor, perchè senza un controllo serio non avremo mai una crescita qualitativa significativa del calcestruzzo, e questo appiatterà l'offerta e sarà una delle cause di degrado precoce del calcestruzzo;
  • i tutor oggi possono sfruttare la digitalizzazione già con strumenti disponibili sul mercato per l'identificazione, la tracciabilità e gestione dei campioni di prova;
  • se vogliamo che i dati di rottura siano utili occorre necessariamente intervenire a livello normativo sulle figure che fanno i prelievi: la nostra proposta è che siano eseguiti interamente delegati ai laboratori ufficiali o autorizzati;
  • i dati dei controlli di accettazione devono diventare pubblici, in modo che si possa tenere sotto controllo la qualità di un'opera in modo trasparente e al tempo stesso avere informazioni utili per la certificazione FPC degli impianti.

E, intanto che ci siamo, si intervenga anche sui criteri di controllo che hanno superato i 50 di storia e, forse, è giunto il momento di portare avanti un cambiamento che tenga conto anche delle esigenze di sostenibilità e del cambio conseguente di materiali e tecnologie.

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