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Crollo viadotto in Sicilia: i geologi si rivolgono al Ministro Lupi

Graziano : “Siamo in grado di realizzare grandi opere ma continuiamo a trascurare il contesto territoriale e geologico in cui l’opera si inserisce . I geologi rivolgono un forte appello al Ministro Lupi affinché nelle Nuove Norme Tecniche si restituiscano dignità ed importanza agli studi geologici”.

Era stato inaugurato alla vigilia di Natale, il viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento è crollato a Capodanno.

L'Anas parla di "un anomalo cedimento del piano viabile in corrispondenza del rilevato retrostante della spalla del viadotto". Metà carreggiata è sprofondata e la restante presenta una profonda spaccatura. Per fortuna nessun veicolo transitava quando è avvenuto il collasso dell'arteria. L'Anas ha dunque deciso di chiudere al traffico la strada statale 121 tra il chilometro 226 e il chilometro 227 nei pressi di Mezzojuso.

L'apertura della variante di "Scorciavacche" era avvenuta il 23 dicembre, con tre mesi di anticipo rispetto ai tempi previsti. Il viadotto rientra nei lavori di ammodernamento dell'itinerario Palermo-Lercara Friddi sulla statale 121. Il presidente dell'Anas Pietro Ciucci aveva salutato con favore l'inaugurazione anticipata della struttura.

La ditta “Bolognetta scpa” è impegnata attualmente con diverse squadre di lavoro, soprattutto nei nuovi viadotti Scorciavacche 1 e 2. L’intervento sulla SS 121 si riferisce ad un tratto di circa 34 km dell’itinerario complessivo “Palermo- Agrigento”, che va dall’attuale svincolo “Bolognetta” (al km 238 circa dell’attuale SS121) allo svincolo “Bivio Manganaro”. Sono previste numerose opere d’arte e, in particolare, una galleria artificiale, 5 nuovi viadotti, 12 svincoli, oltre ad interventi di restauro, miglioramento sismico e adeguamento di 16 viadotti e ponti esistenti,  per l’ammodernamento dell'itinerario Palermo-Lercara Friddi lungo la statale 121, un'opera del valore complessivo di circa 297 milioni di euro, fondamentale in quanto si tratta dell’unico collegamento diretto tra le provincie di Palermo ed Agrigento. Il consorzio Bolognetta scpacomprende Cmc di Ravenna (che ha la stessa sede legale della Bolognetta scpa), una delle principali società costruttrici della Tav della Maddalena di Chiomonte e il cui presidente è Massimo Matteucci, la Ccc società cooperativa di Bologna sempre di Massimo Matteucci che ha anche una sede a Palermo in via Libertà e la catanese Tecnis spa di Mimmo Costanzo, partecipata al 50 per cento dalla Cogip di cui Costanzo è fondatore. Alla guida del contraente generale c’è il capo progetto Pierfrancesco Paglini, coadiuvato da Davide Tironi e il direttore tecnico Giuseppe Buzzanca.

Un cedimento che si dice causato da un problema sulle fondazioni e la tenuta del terreno. 

«Un cedimento del terreno di fondazione del corpo stradale con innesco di uno scivolamento verso valle di parte del rilevato. Si tratta quindi di movimento di roto-traslazione». Questa è la causa di quanto successo al viadotto Scorciavacche secondo gli ingegneri del consorzio Bolognetta scpa.

Intervengono quindi i Geologi, per voce del Presidente del Consiglio Nazionale, il dott. Gian Vito Graziano, che peraltro è proprio siciliano.
“E’ ora di mettere da parte l’ansia di sovrastare una categoria professionale, pensando a ciò di cui il Paese ha realmente bisogno. C’è ancora tempo per farlo  e per questo i geologi invocano il buon senso del Ministro Maurizio Lupi nell’approvazione definitiva della revisione alle Norme Tecniche per le Costruzioni, affinché, siano restituite dignità ed importanza agli studi geologici. Purtroppo in Italia siamo alle solite. Siamo in grado di progettare e realizzare grandi opere di rilevante impegno ingegneristico e strutturale, dalle gallerie, ai viadotti alle dighe, ma continuiamo a trascurare il contesto territoriale e geologico entro cui l'opera si inserisce”.

“Il rilevato appena inaugurato che crolla è solo una delle tante testimonianze di questa anomalia nella filiera della progettazione – ha proseguito Graziano -  e dell’esecuzione dei lavori, che evidenzia quanto sia importante che ciascuna professionalità, con umiltà e spirito di servizio, accolga i suggerimenti provenienti da settori disciplinari adiacenti ed in parte sovrapposti. La progettazione è un passaggio tecnico troppo importante per non avere regole rigide e forme di controllo altrettanto rigide. L’esecuzione dei lavori è l’atto materiale con cui un progetto diventa opera dell’uomo e, in quanto tale, deve essere rigorosissima e lasciare spazi minimi ad errori o omissioni.
Realizzare una qualsiasi opera infrastrutturale senza aver analizzato con attenzione la storia evolutiva del versante sul quale essa si imposta è un errore progettuale grave, che può essere commesso solo se gli studi specialistici geologici non sono stati compiuti con il dovuto rigore o se il progettista delle opere non ha tenuto conto delle risultanze degli studi stessi”.

“Ma purtroppo si continua a trascurare l’importanza del corretto inserimento dell’opera nel territorio e lo studio degli scenari conseguenti a questo inserimento. Nel corso dell’ultima revisione delle Norme Tecniche per le costruzioni – ha concluso Graziano -  il Consiglio Nazionale dei Geologi, titolare di un solo voto in sede di Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, massimo organo tecnico dello Stato, ha proposto poche modifiche volte ad una visione concreta degli studi specialistici geologici e di quelli geotecnici che ne costituiscono la naturale prosecuzione. Si chiedeva di definire meglio i contenuti minimi della Relazione geologica e di concertare con il Progettista (ingegnere, architetto o geometra che fosse) la programmazione e la direzione lavori della campagna di indagine geognostica, da cui si definisce nel merito il modello geologico e quello geotecnico relativo alla specifica opera da realizzare. Una proposta di buon senso, molto lontana dalle guerre di quartiere che sono appartenute al passato e che hanno spesso relegato le competenze geologiche a ruoli secondari. Nonostante lo spirito costruttivo della proposta sia stato personalmente dichiarato al Presidente Sessa, l’Assemblea ha cassato le modifiche proposte ed ha votato, con il solo voto contrario del rappresentante del CNG, a favore di un testo di revisione che continua a voler trascurare l’importanza della geologia”.

In un momento storico in cui le risorse sono ridotte e il territorio antropizzato dal dopoguerra ad oggi scricchiola per le tante criticità legate alla cattiva progettazione o al mancato rispetto della naturale evoluzione del territorio, è ora di smetterla con i bracci di ferro e di rimboccarsi le maniche, tutti, per il bene ed il futuro dell’Italia.
Solo se questa logica verrà condivisa dall’apparato politico e dai professionisti, si potrà immaginare un’Italia diversa, con meno disgrazie e titoli da prima pagina sui giornali”.

Ora la procura ha proceduto con il sequestro delle carte dell'appalto e del collaudo, poi la nomina di un collegio di consulenti. L'inchiesta sul cedimento del tratto di acceso al viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento parte con due rapide mosse della Procura di Termini Imerese che già aveva sequestrato l'area interessata al collasso della struttura. Allo stato, conferma il procuratore Alfredo Morvillo, non ci sono indagati. Ma potrebbero esserci presto se dal collegio dei periti arriverà la richiesta di verifiche e di atti "irripetibili". Tutto dipenderà dal tipo di accertamenti giudicati necessari per risalire non solo alle cause del crollo dell'accesso all'opera, costata 13 milioni.

Il procuratore Morvillo e il suo sostituto Francesco Gucciardi però vogliono allargare la ricerca delle colpe eventuali. E lo fanno capire con l'acquisizione della relazione sul collaudo. Anche queste carte si trovano nel fascicolo dell'appalto affidato al consorzio di imprese "Bolognetta scpa" costituito da Cmc di Ravenna, Tecnis di Catania e Ccc di Bologna. Il contratto prevedeva la consegna dell'opera entro marzo 2015. L'impresa ha concluso i lavori tre mesi prima e di questo, nel giorno dell'inaugurazione, era molto soddisfatto il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, che tornerà in Sicilia il 7 gennaio, ma questa volta per un sopralluogo sul luogo dove appena due settimane fa era stata inaugurata l'opera. Una volta i ritardi costituivano una "regola" perché provocavano un aumento dei costi. Ora invece si punta sulla riduzione dei tempi. Ma il cambio di passo pone altri problemi.

Sotto tiro sono i vertici dell'Anas, di cui l'Adusbef e la Federconsumatori chiedono l'azzeramento, il ministro Maurizio Lupi attaccato dal M5S (il capogruppo al Senato Alberto Airola ne invoca le dimissioni) e l'impresa.