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Record crolli e mancanza di certificazioni: il quadro allarmante della sicurezza nelle scuole in Italia

Il XXII Rapporto di Cittadinanzattiva evidenzia 69 crolli nelle scuole italiane in un solo anno, il peggior dato degli ultimi sette anni. Il 59% degli edifici scolastici è privo di certificato di agibilità e solo il 3% ha subito interventi di adeguamento sismico.

Sicurezza scolastica in Italia: 69 crolli in un anno, il peggior dato degli ultimi 7 anni

Il recente XXII Rapporto sulla sicurezza nelle scuole, presentato da Cittadinanzattiva, ha rivelato dati estremamente preoccupanti riguardo alla sicurezza degli edifici scolastici in Italia.

Solo nell'ultimo anno, da settembre 2023, si sono verificati 69 episodi di crolli all'interno di strutture scolastiche, un record negativo che non si vedeva negli ultimi sette anni. Di questi, il 40,5% è avvenuto nelle regioni del Nord, mentre il 19% nel Centro e il 28% nel Sud e nelle Isole, sottolineando un problema diffuso in tutto il Paese.

Edifici scolastici privi di certificazioni essenziali: una minaccia latente Uno dei principali aspetti critici emersi dal rapporto è l'alto numero di edifici scolastici privi di certificati di sicurezza fondamentali. Secondo i dati del 2022, il 59,16% delle scuole non dispone del certificato di agibilità, mentre il 57,68% non ha il certificato di prevenzione incendi.

Ancora più preoccupante è che il 41,50% degli edifici non ha un collaudo statico, mettendo a serio rischio la stabilità strutturale in caso di eventi critici, come terremoti o condizioni atmosferiche avverse.

Adeguamento sismico e miglioramenti strutturali: interventi ancora insufficienti Sebbene ci siano stati alcuni interventi mirati a migliorare la sicurezza delle scuole, il progresso in materia di adeguamento sismico rimane estremamente lento. Su oltre 40.000 edifici scolastici, solo il 3% ha subito interventi di miglioramento o adeguamento sismico. In Italia, ben 17.343 scuole si trovano in zone a rischio sismico (classificazione 1 e 2), ma solo l'11,4% è stato progettato seguendo le normative antisismiche attuali. Questo dato evidenzia l'urgenza di ulteriori azioni per garantire la sicurezza di studenti e personale.

Manutenzione inadeguata e rischi emergenti Il rapporto evidenzia anche come la mancanza di manutenzione giochi un ruolo cruciale nel degrado delle strutture scolastiche. Il 64% dei docenti intervistati ha segnalato gravi problemi legati a infiltrazioni d'acqua (40,1%), distacchi di intonaco (38,7%) e tracce di umidità (38,2%). La metà di questi ha riferito che, nonostante le segnalazioni, solo il 50,8% degli interventi richiesti è stato effettivamente eseguito.

Queste problematiche, se ignorate, possono portare a ulteriori cedimenti strutturali, aggravando una situazione già critica.

 

Prove di emergenza e preparazione agli eventi disastrosi

Un altro aspetto affrontato dal rapporto riguarda la preparazione delle scuole alle emergenze. Il 92% degli istituti ha condotto prove di emergenza, principalmente per rischio incendio (79%) e rischio sismico (70%), ma resta basso l'impegno per rischi altrettanto reali, come alluvioni (5%) e rischio vulcanico (1%). Nonostante la crescente frequenza di eventi disastrosi legati al cambiamento climatico, la preparazione verso questi scenari rimane limitata.

Il ruolo del PNRR e le criticità della spesa Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha subito revisioni che hanno inciso sulla sicurezza delle scuole. Sebbene il piano preveda investimenti per circa 4,399 miliardi di euro, quasi 500 milioni in più rispetto agli iniziali 3,900 miliardi, i tagli hanno ridotto l’impatto atteso: meno asili nido costruiti e un numero ridotto di edifici ristrutturati. Questo potrebbe rallentare ulteriormente il processo di messa in sicurezza delle strutture scolastiche e frenare l'adeguamento sismico ed energetico degli edifici.

Inclusione e accessibilità: un problema ancora aperto Il rapporto di Cittadinanzattiva mette in evidenza anche la necessità di migliorare l'inclusione degli studenti con disabilità. Nell'anno scolastico 2022/23, solo il 40% delle scuole risultava accessibile a studenti con disabilità motoria, mentre l'accessibilità per disabilità sensoriali è ancora più limitata, con segnalazioni visive presenti solo nel 17% delle strutture. Anche il numero crescente di studenti di origine straniera, che rappresentano il 12% della popolazione scolastica, richiede un miglioramento delle strutture per favorire l'inclusione sociale e culturale.

Il rapporto evidenzia la necessità di un'azione urgente e coordinata per affrontare i problemi di sicurezza nelle scuole italiane. La carenza di certificazioni, la scarsa manutenzione e il ritardo negli interventi di adeguamento sismico rappresentano una minaccia concreta per la sicurezza di studenti e personale scolastico. Sebbene siano stati fatti alcuni progressi, soprattutto grazie ai fondi del PNRR, le sfide rimangono grandi, e un impegno più forte da parte delle istituzioni è essenziale per garantire un futuro più sicuro alle nuove generazioni.

Il commento di Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha subìto tagli rilevanti per quanto riguarda gli asili nido: il Piano prevedeva una spesa di 4,6 miliardi per 264.480 nuovi posti ma, dopo la revisione del Governo, la cifra è scesa a 3,245 miliardi per 150.480 posti; stessa cosa per la costruzione di nuove scuole, da 195 a 166. La causa principale di questa revisione è stata motivata con l’aumento dei costi di costruzione. Lo stesso è accaduto con la ristrutturazione, sostituzione/ricostruzione, messa in sicurezza, adeguamento o miglioramento sismico e riqualificazione energetica degli edifici; le risorse ammontano a 4,399 miliardi di euro, quasi 500 milioni in più rispetto ai 3,900 mld iniziali, ma che serviranno per sistemare meno edifici rispetto a quelle previsti inizialmente. Palestre e mense sono previste, ma molto al di sotto del fabbisogno effettivo. Siamo molto preoccupati per la riduzione degli interventi, soprattutto sui nidi, che non riusciranno a colmare i gap esistenti nei territori che più ne necessitano né a raggiungere gli obiettivi europei, ancora più lontani.
È evidente che sin d’ora bisogna guardare al post PNRR, con l’utilizzo di fondi ordinari nazionali ed europei, per garantire il funzionamento delle nuove strutture (in particolare nidi e scuole dell’infanzia), per investimenti mirati (es. climatizzatori) e per assicurare continuità dei fondi all’edilizia scolastica”, commenta Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva.

Fonte: Cittadinanzattiva

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