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Crisi, Transizione e Trasformazione del Settore dell'Ambiente Costruito

Crisi, Transizione e Trasformazione del Settore dell'Ambiente Costruito

La bozza del futuro decreto ministeriale, relativo al comma 13, dell'articolo 23 del codice dei contratti pubblici, costituirà, senza dubbio, all'atto della sua divulgazione, un elemento fondamentale di focalizzazione dell'attenzione del Settore in merito alla questione della Digitalizzazione.
Qualunque siano i suoi contenuti, esso sarà sottoposto a una procedura di consultazione pubblica, che richiederà sia un commento, di carattere esplicativo, puntuale dei suoi articoli sia una analisi dei documenti proposti nel corso delle audizioni ai soggetti interessati.
Tenendo in conto che i lavori pubblici rappresentano solo uno dei tre corni della sfida digitale (gli altri sono le procedure di rilascio dei titoli abilitativi per l'edilizia privata e lo sviluppo immobiliare/committenza privata), la partita si annuncia ben più vasta e complessa.
Ciò che, però, rileva è che la consultazione pubblica, a prescindere dai contenuti delle osservazioni proposte, potrebbe fare emergere gli umori del mercato, gli stessi che, in altre sedi, si sta cercando di interpretare.
Chi scrive è convinto che, all'avvio effettivo del Processo di Digitalizzazione del Settore (sin qui si è avanzati estemporaneamente), ci si debba immaginare come Gli Specialisti della Transizione: che non è ovviamente solo quella dall'Analogico al Digitale, bensì dall'Industria delle Costruzioni al Settore dell'Ambiente Costruito.
Transizione, assieme a Rivoluzione, è un termine che è ricorso più volte, ad esempio, nella scena francese delle Costruzioni: esso sta a significare evidentemente un passaggio da uno stato a un altro, l'oltrepassare una soglia, ma il fatto è che la qualità del processo stesso di cambiamento ne influenzerà profondamente il punto di arrivo, a proposito di un fenomeno epocale di cui tutti sono apprendisti stregoni.
La Digitalizzazione, tra l'altro, è decisiva non perché sia l'unico fattore del cambio di paradigma, basterebbe menzionare Efficienza Energetica, Circolarità, Resilienza, Sicurezza Strutturale e altro, ma poiché ne è la leva, l'elemento che mette a nudo la potenzialità trasformativa.
La mutazione, per così dire persino genetica, avviene, anzitutto, abbandonando la parola Crisi, a favore della Trasformazione, ma tenendo in considerazione che il mercato è ormai sempre più articolato, almeno tra soggetti che operano su un mercato domestico che appare, per alcuni versi, diverso da, oltre che meno attrattivo, dei mercati internazionali.

Il decreto ministeriale, cruciale, destinato forse ad assumere un ruolo di riferimento a livello comunitario, dovrebbe essere accompagnato da una Strategia Nazionale sulla Digitalizzazione del Settore, come auspicato dai relatori delle competenti commissioni parlamentari nel Parere a corredo del Correttivo, poiché alla Transizione serve un Racconto, serve la Narrazione.
E' palese, quindi, che sia necessaria una regia, una operazione di concertazione con e tra le parti interessate, con le rappresentanze, che agisca, prima di tutto, non sui metodi e sugli strumenti della Digitalizzazione, bensì sulle condizioni strutturali del mercato: dall'assetto dimensionale degli attori alla legalità, dalla cultura industriale dei competitori alle strutture contrattuali.
La Strategia per la Digitalizzazione del Comparto non può che essere, infine, la Politica Industriale tout court per il Settore, che cerca di imporre alcune idee guida ma, allo stesso tempo, che tenta di raccogliere una condivisione sugli obiettivi.
Il problema è che, a dispetto delle dichiarazioni ufficiali e delle buone intenzioni, molte delle dichiarazioni propositive avanzate, pur essendo sincere, giungono agli interlocutori esterni come retoriche, dato che, a dispetto del nominalismo, forte è ancora la percezione diffidente, il deficit reputazionale del Settore.
E' opportuno, pertanto, ammettere che il cammino verso la Digitalizzazione non è stato ancora avviato compiutamente, permanendo molte riserve, agendo molti elementi di confusione a opera di chi cerca di sfruttare una miope opportunità in assenza di Visione a Medio e a Lungo Termine: il mercato del BIM è, in effetti, a rischio di trovarsi ben lontano dal mostrarsi quale mercato avanzato della Digitalizzazione, restando alla superficie dei fenomeni e, di conseguenza, avendo poca o nulla incidenza su di essi.
Sappiamo bene, d'altro canto, che laddove la Promessa della Digitalizzazione sia stata formulata con grande anticipo, la Lentezza della Transizione appare gettare qualche ombra, insinuare qualche incrinatura: ecco, allora che serve chiarire bene quale sia il sentiment attuale dei diversi soggetti e delle diverse rappresentanze, allo scopo di non dar vita a commedie degli equivoci, per cui la sostanza della scommessa resti regolarmente elusa.
Da un lato, infatti, sta una Ambizione Straordinaria, esplicitata nel Regno Unito con più convinzione che altrove, che ancora recentemente Mark Bew sintetizzava benissimo coi Livelli 3 e 4 di Digital Built Britain (http://www.pcsg.co.uk/wp-content/uploads/Mark-Bew-Building-Magazine-column-May-2017.pdf), che spiega bene quale sia il grado di pervasività dell'Ambiente Costruito, mentre, da un altro lato, il consolidamento effettivo del cosiddetto Livello 2 appare assai più complesso dell'immaginabile, proprio perché la percolazione della Cultura Industriale (nella sua versione digitalizzata) nella Catena di Fornitura incontra ovvie resistenze e difficoltà, dovute, appunto, alla struttura mentale e contrattuale delle Transazioni.
Da tale punto di vista, si può affermare che la Natura delle Transazioni condiziona la Qualità della Transizione.
Per questa ragione, sullo stesso terreno stanno aspetti variegati: attitudini ostili di operatori frammentati, individualisti, antagonisti; intenti innovativi collaborativi e integrativi applicati a soggetti eterogenei; obiettivi evolutivi straordinari e dirompenti coinvolgenti operatori inediti.
In ultima istanza, la Digitalizzazione sembra proporre approcci diametralmente opposti agli umori e alle essenze del mercato domestico (ma non solo): vi è, dunque, un rischio non secondario di sottovalutare le ragioni dell'Opposizione al Cambiamento, perché, altrimenti, all'insegna della Improduttività e della Corruzione, si demonizzano i caratteri strutturali del Settore, avanzando interpretazioni ingenue che già, in passato, dal Dopoguerra in poi, sullo stesso tema, sono già immancabilmente e miseramente fallite.
La difficoltà risiede, perciò, nel far coesistere una Promessa Forte, un Racconto Affascinante, che consenta al Settore di migliorare l'Attrattività e la Reputazione e di convincersi della inevitabilità della svolta, con la consapevolezza della Riluttanza Ostinata, della Difficoltà Strutturale.
In parole povere, se è vero che la Digitalizzazione, per soddisfare alla attese, richiede una Innovazione Radicale della Configurazione del Mercato, è altresì fondamentale riconoscere come l'Incrementalità del Cambiamento rivela la complessità degli assetti strutturali e dei sistemi delle convenienze che non generano certo scioccamente o casualmente quella che è per i Riformatori l'Inefficienza.
È una grande sfida, quella di proporre una Possibilità di Trasformazione con il Disincanto: si tratta di fare convergere, di mettere a sistema logiche che sono eterogenee, sapendo che esse resteranno incommensurabili a fronte di tentativi «olistici». 
Occorre definire, quindi, un percorso preciso, differenziato, a più velocità, che tenga conto delle riserve e delle criticità di ogni Componente della Filiera.
Senza una dimostrazione che il Sistema delle Convenienze che viene generato da Processi Decisionali informati ovvero abilitati da Flussi Informativi Digitalizzati (computazionali e trasparenti) sia nettamente superiore a quello attuale, insceneremo solo superfetazioni, sovrapposizioni di Logiche Arcaiche a Metodi Innovativi.
Se, infatti, il Mercato della Digitalizzazione è relativamente agli esordi nel Nostro Paese, la Digitalizzazione del Mercato è ancora di là da venire, anche nei Paesi più «avanzati», ma Governo e Parlamento da tempo vi sono lodevolmente attivi, come dimostra il decreto in precedenza ricordato.
Proviamo a realizzare una occasione affinché Domanda e Offerta si incontrino, e si scontrino, per trovare Convergenze.
Solo un Sistema delle Costruzioni Avanzato ci permetterà di contare come Sistema Paese sulle Scene Comunitarie e Internazionali.