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Creatività, intelligenza artificiale vs intelligenza umana: chi ha vinto

L'Intelligenza Artificiale (IA) sta facendo progressi notevoli nel superare test di creatività umana, suscitando dibattiti su cosa significhi davvero. Gli AI hanno ottenuto punteggi migliori rispetto agli umani in alcuni test, ma questo non implica necessariamente una creatività umana. Tuttavia, l'IA può fungere da catalizzatore, acceleratore e fonte d'ispirazione nella creatività organizzativa, aiutando a sviluppare nuovi prodotti e idee. L'obiettivo non è sostituire la creatività umana, ma potenziarla, consentendo agli esseri umani di concentrarsi su compiti più significativi. L'IA è vista come un alleato nella promozione della creatività e della leadership, contribuendo a un futuro più innovativo.Ecco il mio approfondimento

La creatività ci fa sentire a immagine di Dio

“Oh, fu davvero una giornata tremenda quella in cui osai recarmi alla prima mostra (impressionista, ndr) sul boulevard des Capucines assieme a Joseph Vincent, paesaggista, allievo di Bertin, premiato sotto diversi governi.”.

Queste parole rimangono impresse nella storia dell'arte come il momento in cui Louis Leroy coniò il termine "impressionismo" nel suo acuto articolo intitolato "L'esposizione impressionista," pubblicato su Le Charivari il 25 aprile 1874.

Quando gli impressionisti presentarono al mondo la loro rivoluzionaria interpretazione della realtà, furono accolti da critiche feroci.

Tuttavia, la creatività audace e innovativa di questo movimento riuscì a catturare il desiderio umano di evadere dagli schemi consolidati e di nutrire la mente con qualcosa di straordinario e inaspettato, dimostrando ancora una volta che l'arte aveva trionfato.

La creatività è un tema che ha sempre separato l'essere umano dal resto del regno animale, spesso affrontato in dibattiti filosofici e contemplazioni religiose. È stata la creatività a farci sentire superiori, a distinguerci, a farci definire che siamo fatti a immagine di Dio.

Questo senso di superiorità è stato confermato anche con l'avvento dell'intelligenza artificiale, in cui abbiamo costantemente sostenuto che nessun algoritmo potesse mai competere con la creatività umana.

Ma è davvero così?

Intelligenza artificiale vs intelligenza umana

L’Intelligenza Artificiale (AI) sta dimostrando progressi significativi nel superare test progettati per misurare la creatività umana, come riportato da un articolo pubblicato il 14 settembre 2023 su Scientific Reports [1].

Questo studio evidenzia che i chatbot AI hanno ottenuto punteggi medi superiori rispetto agli esseri umani nella “Alternate Uses Task,” un test comunemente utilizzato per valutare questa abilità.

Tuttavia, questa scoperta alimenta un dibattito in corso tra i ricercatori sull’IA riguardo a cosa significhi veramente per un computer superare test concepiti per gli esseri umani.

Secondo l’articolo, i risultati non implicano necessariamente che le IA stiano sviluppando una capacità di creatività in senso umano.

Potrebbe essere semplicemente che le IA riescano a superare i test di creatività, senza essere effettivamente creative nel senso in cui noi intendiamo. Nonostante ciò, la ricerca come questa potrebbe aiutarci a comprendere meglio come esseri umani e macchine affrontano compiti creativi.

Nel dettaglio, gli studiosi hanno condotto il test chiedendo a tre chatbot AI, tra cui ChatGPT e GPT-4 di OpenAI, oltre a Copy.Ai basato su GPT-3, di suggerire il maggior numero possibile di utilizzi per una corda, una scatola, una matita e una candela in soli 30 secondi.

Le istruzioni erano orientate a ottenere idee originali e creative per ciascun oggetto, mettendo in secondo piano la quantità delle idee.

Ciascun chatbot è stato testato 11 volte per ogni oggetto, e le stesse istruzioni sono state date a 256 partecipanti umani.

Per valutare le risposte sia delle IA che degli esseri umani, i ricercatori hanno utilizzato due metodi. Il primo metodo consisteva in un algoritmo che valutava quanto l’uso suggerito per l’oggetto si avvicinasse allo scopo originale dell’oggetto. Il secondo metodo coinvolgeva sei valutatori umani (ignari che alcune risposte fossero generate da sistemi AI) che dovevano valutare ogni risposta su una scala da 1 a 5 in termini di creatività e originalità, con 1 che rappresentava “per niente” e 5 “molto”. I punteggi medi per entrambi, esseri umani e IA, sono stati poi calcolati.

Nonostante le risposte dei chatbot siano state valutate in media migliori rispetto agli esseri umani, l’articolo sottolinea che le risposte umane migliori hanno ottenuto punteggi superiori.

È importante sottolineare che lo scopo dello studio, come evidenziato dall’articolo, non era dimostrare che le IA possano sostituire gli esseri umani in ruoli creativi, ma solleva domande di carattere filosofico riguardo alle caratteristiche uniche degli esseri umani.

Simone Grassini, professore associato di psicologia all’Università di Bergen, Norvegia, che ha co-diretto la ricerca, ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato che negli ultimi anni la tecnologia ha fatto un notevole passo avanti nell’imitare il comportamento umano. Questi modelli stanno continuamente evolvendo.”

Tuttavia, dimostrare che le macchine possono ottenere buoni risultati in compiti progettati per valutare la creatività umana, come riportato nell’articolo, non implica che esse siano capaci di pensiero originale.

Secondo Ryan Burnell, ricercatore senior presso l’Alan Turing Institute, le chatbot testate sono “scatole nere,” il che significa che non sappiamo esattamente su quali dati sono state addestrate o come generano le risposte. In tal caso, come evidenziato nell’articolo, non stiamo misurando la creatività, ma piuttosto la conoscenza pregressa del modello su questo tipo di compito.

Tuttavia, come suggerito nell’articolo, Anna Ivanova, ricercatrice postdottorale al MIT che studia i modelli linguistici e non ha partecipato al progetto, sostiene che questi studi dovrebbero spingerci a esaminare il legame tra il compito che chiediamo ai modelli AI di completare e la capacità cognitiva che stiamo cercando di misurare. “Non dovremmo presumere che le persone e i modelli risolvano i problemi nello stesso modo,” afferma [1].

[1] Fonte: “AI just beat a human test for creativity. What does that even mean?” di Rhiannon Williams, Scientific Reports, 14 settembre

Se l’intelligenza artificiale fosse creativa sarebbe un problema ?

Al di là di stabilire classifiche di superiorità o di avviare considerazioni filosofiche sui pericoli di un’intelligenza artificiale che sappia essere creativa (IAC), è necessario considerare quale supporto potrebbe nascere da questo sviluppo, ovvero, in che modo l’IA può favorire la creatività organizzativa.

L’IAC potrebbe diventare un catalizzatore, un facilitatore, e persino come una fonte d’ispirazione nel contesto lavorativo.

Quando applicata alla creatività organizzativa, questa tecnologia potrebbe innescare lo sviluppo di nuovi prodotti, nuove idee e nuovi modi di collaborare.

In questo contesto, assistiamo a una sorta di evoluzione moderna in cui le organizzazioni che abbracciano l’IA per creare una sorta di “tessuto connettivo” creativo si pongono in una posizione di vantaggio, pronte a guidare la nuova generazione di leader, che si distinguono per la loro proattività e modernità.  

Immaginiamo una situazione comune in molti ambienti di lavoro: un professionista presenta un’idea per un prodotto, un modello di business o un progetto creativo, e il suo superiore o cliente desidera qualcosa di più stimolante, ma non sa come definirlo con precisione [2].

In queste situazioni, l’IA può intervenire per suggerire nuove direzioni, ispirare nuove idee e persino contribuire alla creazione di nuovi prodotti. L’IA non mira a sostituire la creatività umana, ma piuttosto a rendere l’esperienza lavorativa più piacevole e produttiva, accelerando il processo creativo invece di sostituirlo

Secondo Margherita Pagani e Igor Jablokov nell’articolo “LEADERSHIPL’intelligenza artificiale può stimolare la creatività?“ [2] tre sono le fasi cruciali in cui l’IA può influenzare il processo creativo:

AI: uno strumento creativo

L’intelligenza può fornire agli esseri umani gli strumenti necessari per scoprire e creare. Attraverso l’IA generativa, è possibile creare contenuti, migliorare le immagini, scrivere storie e persino generare influencer con milioni di seguaci.

Questo ha un impatto significativo su professionisti come i designer, consentendo loro di esplorare nuove prospettive senza dover eseguire manualmente la codifica.

Un acceleratore del processo creativo

L’Intelligenza Artificiale collabora già con artisti e designer per stimolare nuove idee e soluzioni creative, introducendo nuovi design sul mercato. Esempi notevoli includono progetti di co-progettazione tra designer famosi come Philippe Starck e sistemi di IA che hanno portato a innovativi prodotti. Motori di raccomandazione e strumenti di assistenza alla scrittura accelerano il processo creativo, offrendo al contempo ispirazione.

Un facilitatore del consumo

L’IA applicata alla pubblicità digitale ha introdotto il concetto rivoluzionario di personalizzazione, consentendo alle organizzazioni e agli individui di controllare quando e come raggiungere il proprio pubblico.

Gli assistenti virtuali intelligenti e gli avatar digitali sono diventati modelli per campagne di marketing e assistenti virtuali umanoidi che possono insegnare, fornire informazioni o aiutare con le attività quotidiane, tutto mentre raccolgono informazioni utili per migliorare la creatività organizzativa.

[2] “L’intelligenza artificiale può stimolare la creatività?” di MARGHERITA PAGANI, IGOR JABLOKOV, HBR Italia

Qual è e quale sarà il rapporto tra creatività e l’intelligenza artificiale.

Forse è più facile rispondere a questa domanda per l’immediato presente.

Al momento l’IA non sembra in grado di sostituire la creatività umana, ma a potenziarla.

Questa tecnologia consente agli esseri umani di concentrarsi su compiti più significativi, liberando tempo da attività ripetitive. Le organizzazioni e i loro dirigenti dovrebbero valutare l’IA attraverso una lente umana, riconoscendo come questa tecnologia possa migliorare l’esperienza dei dipendenti e dei clienti, adottando strumenti di intelligenza aumentata e investendo nella gestione della conoscenza basata sull’IA per favorire l’innovazione.

Con Ingenio stiamo affrontando l’IA a 360 gradi: quale impatto può avere nel mondo economico, industriale, dell’informazione, della scuola; quali regole etiche deve darsi per evitare di trasformarsi in una micidiale arma distruttiva; come potrà essere usata nell’ambito della formazione; e ora abbiamo parlato del tema della  creatività.

L’impressione che stiamo maturando è  quello che oggi non sia solo uno strumento, ma un alleato nella promozione della creatività e della leadership nel mondo del lavoro, contribuendo a plasmare un futuro più innovativo e prospero.

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