Costruzioni: tra baratro e paradiso
Riflessioni di Andrea Dar sui dati esplosivi che il Superbonus ha generato nel settore delle Costruzioni. Ma siamo sicuri che non corriamo qualche rischio?
E’ innegabile che gli incentivi fiscali e soprattutto il meccanismo della cessione del credito abbiano dato all’edilizia una spinta senza precedenti, che neanche la cosiddetta "Tremonti" di inizio millennio aveva saputo dare.
Oggi è impossibile trovare un ponteggio, le imprese sono sovraccariche, le tariffe per prestazioni professionali non sono mai state così alte, e così il prezzo di qualsiasi attività e materiale.
I dati di ENEA sul SUPERBONUS crescono del 20% al mese, i dati del centro studi ANCE ci mostrano che tutti i Bonus, ad eccezione forse del solo sismabonus, stanno maturando numeri incredibili. E in parlamento si sta ragionando su quali politica di continuità si deve perseguire su questi strumenti.
Sicuramente questo tipo di azione «push» ha dato un rilancio al settore, che poi, di fatto, ha effetto su tutta l’economia.
Siamo in paradiso ? O corriamo qualche rischio?
Dietro a questo incredibile successo, che ovviamente sta portando frutti a ogni persona del settore (anche a noi editori) vi sono però dei pericoli.
Innanzitutto sulla qualità degli interventi.
Un caro amico, l’arch. Beppe Fragasso, presidente di ANCE Bari raccontava in un recente convegno che ormai in giro si vedono dei ponteggi e dei montaggi che mai una persona del settore nel terzo millennio si sarebbe aspettato di trovare in Italia. E denunciava quindi come non essendosi prese delle misure sulla qualificazione delle imprese che possono lavorare in questo regime, purtroppo qualità e sicurezza sono un problema molto grande.
Con una domanda molto forte e un’offerta molto debole in termini di quantità di prodotti e materiali disponibili, con prezzari che come ha indicato l’ENEA non sempre sono proprio veritieri, vi è anche un problema di qualità delle forniture. Il rischio è che fra pochi anni si debba rintervenire su cose appena realizzate.
C’è un terzo pericolo: finanziario per le famiglie.
Se i lavori non sono conclusi per tempo, se sono realizzati non a norma, le famiglie sono solidali con l’impresa per restituire i soldi con gli interessi allo Stato. Quando arriveranno i controlli il rischio sociale potrebbe essere non trascurabile.
Infine c’è un quarto pericolo, il più oneroso per il settore.
Gli incentivi sui Capannoni della Tremonti così come quelli sul fotovoltaico quando sono finiti hanno lasciato alcuni settori nel baratro. L’industria della prefabbricazione dopo la Tremonti ebbe un crollo degli ordini, sul fronte fotovoltaico è successa la stessa cosa per molte aziende del settore.
Investimenti su persone e attrezzature ma non su innovazione e qualità, siamo sicuri che stiamo pensando al futuro?
Oggi molti professionisti, imprese, fornitori, per stare dietro alle richieste stanno investendo in modo quasi bulimico nella crescita di persone, camion, attrezzature, ma vedo purtroppo pochi investimenti invece sulla crescita in innovazione e qualità.
Il messaggio è "siamo troppo impegnati a lavorare per pensare al nostro futuro".
Sono poche le aziende che stanno cogliendo la sfida della sostenibilità in questo momento in cui le risorse non mancano, per poter essere pronti a un nuovo mercato, con numeri più bassi ma anche con norme più attente alla green economy. Sono pochi gli studi che stanno ragionando su una logica di crescita dimensionale e organizzativa per poter andare all’estero ora, che i soldi per investire ci sono, per essere pronti domani.
E anche sul piano delle norme sulla professione e sull’edilizia non vedo quella attenzione che possa consegnarci, per i prossimi anni, un settore più moderno, digitalizzato, efficiente.
Siamo quindi in paradiso ? o siamo sull’orlo dell’inferno ? Siamo in paradiso, ma la nostra permanenza in questa situazione dipende da noi, perchè sta ad ognuno di noi, ognuno per il suo ruolo, creare i presupposti per un nuovo paradiso a fine incentivi, o per un terribile inferno.
Costruzioni
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