Calcestruzzo Armato
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Costruzioni e calcestruzzo: quale futuro?

La presentazione del Rapporto Atecap 2015 ha dato l’avvio ad una serie di riflessioni, anche sulla filiera del cemento e del calcestruzzo armato e sull’intero comparto delle costruzioni, che hanno portato ad una conclusione unanime: è necessaria una forte spinta al cambiamento.

 

«La difficoltà delle analisi contemporanee sta nell’altalena tra la progressione di numeri negativi e l’idea che però i numeri del passato non possano più essere il termometro degli andamenti produttivi odierni», questo lo spunto d’apertura della terza giornata di Made in concrete all'interno di Made expo. La presentazione del Rapporto Atecap 2015 ha dato l’avvio ad una serie di riflessioni, anche sulla filiera del cemento e del calcestruzzo armato e sull’intero comparto delle costruzioni, che hanno portato ad una conclusione unanime: è necessaria una forte spinta al cambiamento.


«Perchè il Rapporto? Perche' ancora analisi tese a misurare la “temperatura a un moribondo?”». Queste le suggestioni d’apertura con cui è stata data voce alle più recenti riflessioni nate all’interno dell’Atecap di fronte ai dati sul mercato del calcestruzzo. Svolgere analisi sull’andamento del settore produttivo significa, per un’Associazione, conoscere le dinamiche in atto e poter così supportare le proprie imprese nell’individuare le strategie più adeguate per gestire il mercato e le sue fasi.
Negli ultimi 8 anni il settore del calcestruzzo ha perso più del 60% della propria produzione, perdita per la gran parte concentrata nell’ultimo triennio. La perdita di produzione complessiva non è, peraltro, differenziata per aree geografiche ma interessa l’intero territorio italiano. Risulta ormai anacronistico definire il quadro attuale come uno stato di “crisi”.
Le analisi del Centro Studi di Confindustria indicano il 2015 come l’anno spartiacque, definendo concluso il lungo e profondo periodo recessivo, seppure le previsioni per la produzione di calcestruzzo preconfezionato non si attestano ancora sull’interruzione del trend negativo.
Per la filiera del cemento e del calcestruzzo armato l’attesa prevista è quella di una rimodulazione positiva, in particolare degli investimenti fissi lordi. Il quadro generale di analisi sembra, comunque, in linea con i dati emersi dalle elaborazioni presentate nel Rapporto Atecap.
Per il settore delle costruzioni nel suo complesso il panorama complessivo non è più roseo. Per quanto riguarda i segnali positivi, definiti “germogli di ripresa”, la compravendita di unità immobiliari ad uso abitativo registrerebbe un timido miglioramento. Parlare di inversione di tendenza nel settore residenziale appare dunque possibile.
Dato particolarmente critico riguarda, invece, i pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni. 10 miliardi di euro delle imprese di costruzioni aspettano ancora una soluzione. Lo Split Payment non sembra portare ad una soluzione reale in questo senso, portando in sè alcuni aspetti contraddittori che lo rendono inefficace.
La prospettiva più importante attesa sarebbe, invece, quella legata ai finanziamenti della nuova programmazione 2014-2020 che prevede una somma complessiva di 115 miliardi di euro, in parte (60 miliardi) provenienti dai Fondi strutturali europei e in parte (55 miliardi) del Fondo sviluppo e coesione (ex-Fas).
Queste in sintesi le valutazioni emerse dal dibattito che si è sviluppato attorno ai contenuti del Rapporto Atecap 2015 e che ha coinvolto insieme all’Atecap anche l'Aitec e l’Ance, rappresentate rispettivamente da Massimiliano Pescosolido, Nicola Zampella e Flavio Monosilio.


 

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