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Costruzioni 4.0: Quale Offerta Formativa?

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Si sente spesso parlare caricaturalmente di Edilizia 4.0: in verità, in Germania, la piattaforma associativa che si occupa di Building Information Modelling (BIM) ha assunto la denominazione di Planen Bauen 4.0, in stretta relazione con il BIM Master Plan del Ministero Federale delle Infrastrutture Digitali e dei Trasporti.
Per un verso, la produzione manifatturiera, a cominciare, per lo meno dal taylorismo e dal fordismo è stata strettamente un riferimento per la produzione edilizia, quantunque per la cultura architettonica essa si sia limitata alla dimensione letteraria, mentre per quella ingegneristica abbia sortito effetti discutibili.
La relazione che intercorre tra Manifattura e Costruzioni, di conseguenza, è sempre stata presente, ma, altrettanto di sovente, si è mostrata controversa.
Ora, all'interno dei paradigmi della Industria 4.0, ovvero della Quarta Rivoluzione Industriale, la vicenda si ripropone, cosicché l'Aerospaziale e l'Autoveicolo appaiono riferimenti obbligati con cui confrontarsi: dalla modellazione parametrica (per la progettazione) alla robotica (per la cantieristica):
Il BIM, in alcuni casi, si associa, timidamente, al PLM (Product Lifecycle Management), proprio perché l'essenza stessa della Digitalizzazione nelle Costruzioni è Operational, la Digital Fabrication e l'Additive Manufacturing si iniziano a proporre, sperimentalmente per l'Edilizia, in maniera triviale sugli edifici, in modo più originale sui componenti.
Resta il fatto che, a oggi, i Common Data Environment che dovrebbero assicurare un regolare flusso informativo nell'ecosistema digitale basato sul BIM appaiono ancora lacunosi, all'interno di una catena di fornitura poco integrata e conflittuale, a differenza della Manifattura.
Rimane il fatto che nei sofisticati trattamenti conservativi di restauro un macchinario fortemente automatizzato probabilmente eccederebbe l'immaginario.
Se, sotto un certo profilo, il legame più immediato tra Edilizia e Manifattura Vier Punkt Null risiede, non così banalmente, nel capannone industriale e negli impianti produttivi che in esso sono contenuti (si vedano le applicazioni dei software di Autodesk o di Bentley con quelli di Siemens), difficilmente l'equivalenza tra fabbrica e cantiere o quella tra autoveicolo ed edificio potrà reggere a lungo.
Certo, esistono ed esisteranno sempre più Smart Construction Site, non troppo remoti rispetto a qualche Smart Factory, come quella celebre della Bosch, appariranno sul mercato componenti edilizi sensorizzati non troppo dissimili dai motori avionici di Rolls Royce.
Dove trovare, tuttavia, all'interno del 4.0, analogie tra Manifattura e Industria che, in termini accademici, potrebbero tradursi in Ingegneria Meccanica (e Meccatronica) e Ingegneria Edile (e Civile)?
Probabilmente, in alcuni tratti essenziali dell'Industrie 4.0, tenendo bene sullo sfondo Smart City e Internet of Everything and Everyservice:
1) la centralità (logistica) della rete di fornitura che, in ambito manifatturiero, vuol dire connettere in tempo reale i luoghi produttivi, così come, per il cantiere, sempre colla stessa tempestività, significa, in modalità BIM/GIS/Web Fleet Management, relazionare il cantiere dai macchinari sensorizzati alle altre localizzazioni (fabbriche, discariche, ecc.);
2) l'inclusione del Cliente/Committente, su base personalizzata e flessibile, nel processo di fornitura;
3) la particolare natura del prodotto, sensorizzato, che, in entrambi i casi, una volta alienato (o installato) genera grandi moli di dato che consentono al Produttore/Costruttore di erogare servizi nel ciclo di vita in maniera, ancora una volta, tempestiva e sartoriale.
In realtà, però, vi è un elemento che risalta ancor più chiaramente: la cosiddetta Autonomizzazione, vale a dire, la possibilità, grazie alle cognitive analytics, di rendere semi-autonomi (semi automatizzati?) i processi decisionali.
Ma, parimenti, la necessità di non sottovalutare il fattore umano, inerente alla creazione delle New Soft Skill.
In definitiva, il minimo comune denominatore tra Meccanica e Costruzioni risiede nel ricorso alla Data Science per gestire l'Intelligenza dei Processi che, peraltro, dipende non sollo dalla capacità di elaborare dati e informazioni eterogenei, ma, soprattutto, dalla conoscenza approfondita dei fenomeni oggetto di operatività.
Forte è, peraltro, la tentazione di identificare la relazione tra Meccanica e Costruzione esclusivamente, sul versante edilizio e infrastrutturale, dispiegando, esponendo, robot che posano mattoni, automi che piegano i profilati secondo forme complesse, escavatori autonomi assistiti da droni, componenti sensorizzati che certificano la corretta posa in opera: tutte «meraviglie» che posseggono, ovviamente, un notevole fascino, almeno per chi non voglia rivendicare una natura artigianale al comparto, benché, poi, la flessibilità della mass customization in Edilizia abbia già condotto a parlare di Digital Master Builder, fondendo le due dimensioni, artigianale e industriale, come già, in passato, ipotizzato coi Flexible Manufacturing System.
Eppure, all'origine della Industrie Vier Punkt Null vi erano anche altre istanze, come conservare le competenze della seniorità, come effettuare il re-shoring, come forse oltrepassare, nell'ambito juslavoristico (nei rapporti Man-To-Machine e forse anche Machine-To-Machine) la tradizione neo- e post- fordista dei decenni precedenti che, così come il riferimento che pretendevano di lasciarsi alle spalle, permeava anche la società, non solo la fabbrica.
L'Autonomizzazione, forse, può raccontare molto di una Human Computer Interaction che, in verità, oggi si sta riflettendo anche sui Cognitive Building, sull'idea di poter connettere, in presenza e in remoto, il cespite immobiliare, le altre entità (reti, veicoli, ecc.), ma, in particolar modo, di relazione in tempo reale l'occupante (l'abitante, il lavoratore, il passeggero, il turista, l'acquirente) su base individualizzata e di supportarne i comportamenti attraverso il cognitive learning.
Sicuramente non pare possibile, anche a prescindere dal 4.0, tradurre pedissequamente nelle Costruzioni le metriche della World Class Manufacturing, ma, di certo, i processi devono possedere una loro metrica anche in Edilizia.
Parole come Comportamenti ed Emozioni ritornano, inoltre, nella narrazione del 4.0, per dirci, ad esempio, giocando sulla E-Motion, che vale sia per i cantieri sia per gli edifici, che i Flussi, le Dinamiche, connotano questa Rivoluzione Industriale in maniera molto intensa e che, forse, la risorsa umana, nella Quarta Rivoluzione Industriale, ritorna paradossalmente al centro, non essendo solo un affare di macchinari sofisticati, intelligenti, da iper ammortare.
Per questa ragione, se si immaginasse un Corso di Laurea Magistrale Congiunto tra Ingegneria Meccatronica e Ingegneria Edile, forse da qui si dovrebbe partire, non da approdi più immediati, più tangibili, ma forse anche un poco riduzionisti,
Ciò perché, come ci hanno ripetutamente detto Riccardo Varaldo e Giuseppe Berta, la struttura micro e piccolo imprenditoriale della Industria (Manifatturiera e, a maggior ragione, Edilizia) italiana non consente più politiche industriali a scala nazionale degne di questo nome.
L'ambizione del Programma Nazionale Industria 4.0 è presumibilmente quella di smentire questa tesi, ricercando, oltre a tutto, una via italiana al paradigma teutonico e alle forme di Fabbrica del Futuro continentali ed estraeuropee.
Ma senza un Centro di Competenza che indaghi, in sinergia, Manifattura e Costruzioni all'interno delle Smart City e delle Agglomerazioni Urbane, i Distretti Regionali Digitali saranno troppo focalizzati sulla dimensione strumentale da Industria 3.0.

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