Correttivo Codice Appalti: OICE soddisfatta a metà
OICE valuta positivamente alcune modifiche del decreto sugli appalti pubblici, come l'estensione temporale delle referenze e la reintroduzione dell'equo compenso, ma critica l'assenza di anticipazioni per i progettisti e la soglia fiduciaria invariata. Richiede urgenti chiarimenti sulla revisione prezzi e adeguamenti per garantire qualità e trasparenza.
Apprezzata la maggior chiarezza sull'equo compenso nei contratti pubblici
L'Associazione delle società di ingegneria e architettura (OICE), aderente a Confindustria, ha espresso un giudizio misto riguardo al recente schema di decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri, che modifica in molti aspetti il D.Lgs 36/2023. Questo decreto, volto a rivedere la normativa sugli appalti pubblici, ha introdotto diverse novità che hanno suscitato reazioni contrastanti nel settore, evidenziando sia elementi positivi che criticità che richiedono ulteriori interventi.
Giorgio Lupoi, presidente dell’OICE, ha apprezzato l’apertura del Ministero e la disponibilità a coinvolgere oltre 100 stakeholder nel processo di revisione. Tra gli aspetti positivi risalta l’allungamento da tre a dieci anni del periodo di riferimento per le referenze necessarie per partecipare alle gare. Tale modifica, sollecitata dall’OICE, permette una maggiore inclusività nelle partecipazioni e segue l’orientamento già adottato dal 60% delle stazioni appaltanti.
Un ulteriore elemento positivo è la maggiore chiarezza sull’equo compenso nei contratti pubblici, dove la reintroduzione del limite del 30% per il peso del prezzo e l’applicazione di formule esponenziali per i ribassi dovrebbero contribuire a garantire la qualità dei progetti. La modifica è una risposta alle perplessità dell’OICE, che aveva espresso dubbi sulla compatibilità della legge 49 con il settore degli appalti pubblici.
Nonostante i progressi, l’OICE ha espresso preoccupazione per alcuni aspetti del decreto, che non risolvono alcune problematiche essenziali per la qualità e la trasparenza degli appalti. In particolare, la mancanza di una previsione di anticipazione contrattuale per i progettisti è considerata una lacuna grave, che potrebbe penalizzare i professionisti coinvolti nelle fasi progettuali.
Altri punti critici riguardano la soglia fiduciaria, rimasta a 140.000 euro, e l’appalto integrato, che non è stato modificato come auspicato dall’OICE. Questo limite, secondo Lupoi, rischia di escludere molte imprese dai contratti di valore superiore e crea un sistema meno trasparente e accessibile.
L’Associazione ritiene urgente l’adeguamento dell’allegato I.13, ex decreto parametri, per una corretta revisione dei prezzi ai progettisti, poiché la progettazione non può essere considerata un “servizio a esecuzione istantanea”, ma richiede continuità nell’iter di adeguamento e un supporto attivo nel dialogo con le Amministrazioni per tutto il ciclo di vita del progetto.
L’OICE ha valutato positivamente anche alcune novità introdotte nel decreto. Tra queste, gli accordi quadro, che rafforzano l’equilibrio contrattuale e permettono agli operatori economici di svincolarsi in caso di condizioni non favorevoli; l’obbligo di utilizzo del BIM esteso agli appalti di valore superiore ai 2 milioni; e l’assicurazione per errori o omissioni dei progettisti, ora inclusa negli allegati.
Infine, l’introduzione degli accordi collaborativi tra stazioni appaltanti e operatori economici è considerata un passo in avanti nella gestione dei progetti. In tale ottica, l’OICE ha espresso l’intenzione di continuare a contribuire alla formulazione di proposte migliorative, come l’introduzione del sistema SOA per la progettazione e la direzione lavori, con l’obiettivo di garantire un approccio sempre più collaborativo e di qualità nel settore degli appalti pubblici.
IN ALLEGATO LA NOTA INTEGRALE DI OICE.
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