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Correttivo Appalti, i pareri di Consiglio di Stato e Conferenza Unificata: aumento soglia BIM a 4 milioni?

Da Consiglio di Stato e Conferenza Unificata arrivano pareri condizionati a determinate modifiche del testo del Correttivo, a partire da questioni formali per arrivare alla sostanza: ok all'equo compenso, chiesti chiarimenti sul principio di rotazione e la responsabilità dei progettisti. ANCI chiede infine l'aumento della soglia dell'utilizzo del BIM da 2 a 4 milioni di euro.

Non è andata proprio benissimo, la tornata di 'pareri' al quale di recente è stato sottoposto il decreto Correttivo al Codice Appalti (decreto legislativo), che il Governo vorrebbe varare entro la fine dell'anno.

Sia il Consiglio di Stato che la Conferenza Stato Regioni hanno infatti espresso perplessità, il primo bocciando sonoramente l'iter seguito per l'approvazione (e non solo) e la seconda vincolando l'ok a una serie di richieste formulate da Regioni, province e comuni, che hanno chiesto l'aumento della soglia di utilizzo del Bim da due milioni a quattro milioni, poiché "un’introduzione generalizzata per gli appalti superiori a due milioni costringerebbe un grande numero di stazioni appaltanti a ricorrere ad incarichi esterni per dotarsi di personale formato".

 

La bocciatura del Consiglio di Stato

Le principali criticità riguardano - secondo Palazzo Spada che si è espresso con parere 1463/2024 del 2 dicembre - il mancato rispetto di alcune disposizioni previste dalla legge delega e sulle implicazioni che questo potrebbe avere in termini di legittimità formale e sostanziale.

Secondo il Consiglio di Stato, infatti, la legge delega prevede l'acquisizione obbligatoria del parere della Conferenza Unificata Stato-Regioni. Questo passaggio è ritenuto necessario e preventivo rispetto al parere del Consiglio di Stato.

L'assenza del parere comporta una potenziale violazione della procedura, poiché il Consiglio di Stato dovrebbe esprimersi su un testo definitivo, e non su uno ancora "in fieri". Questo potrebbe pregiudicare la validità del decreto correttivo.

In pratica: prima si sarebbe dovuto ottenere il parere della Conferenza Unificata e poi quello di Palazzo Spada, non il contrario.

Non solo: durante la redazione del Codice Appalti, il Governo si era avvalso del contributo tecnico del Consiglio di Stato per la predisposizione dello schema normativo. Invece, per il Correttivo, questa fase non è stata replicata.

La mancata simmetria tra le procedure seguite per il Codice originario e quelle per il correttivo solleva dubbi sulla coerenza logico-giuridica dell’iter adottato. Ciò potrebbe rappresentare un elemento di criticità formale rispetto ai principi di delega, che richiedono il rispetto della "stessa procedura".

Infine:

  • l'analisi di impatto regolatorio (AIR) è stata giudicata inadeguata, mancando dati predittivi specifici e analisi dettagliate sugli effetti economici, macroeconomici e settoriali delle modifiche proposte;
  • gli atti di concerto tra i Ministeri competenti, richiesti dalla legge delega, sono stati formulati in modo generico e scarsamente articolato. In molti casi, si tratta di meri "nulla osta" privi di una reale interlocuzione tecnica.

Per quel che riguarda il merito del Correttivo, il Consiglio di Stato si è soffermato, tra l'altro, su determinati aspetti. Vediamoli

 

Principio di rotazione

Palazzo Spada chiede una maggiore specificazione dei criteri per derogare al principio di rotazione, che vieta di affidare appalti consecutivi allo stesso operatore economico e suggerisce di rendere più chiari i requisiti di "meritevolezza" richiesti al contraente uscente per giustificare la deroga.

 

Standstill period

La riduzione del periodo di standstill (da 35 a 30 giorni) è stata criticata, poiché potrebbe comprimere i tempi per proporre ricorsi e compromettere i diritti di difesa delle parti interessate.

Inoltre, questa modifica non appare necessaria per il raggiungimento degli obiettivi dichiarati.

 

Equo compenso

Il Consiglio accoglie positivamente le modifiche che tutelano l’equo compenso per i servizi professionali, ma invita a chiarire meglio la disciplina applicabile agli affidamenti sotto soglia e a evitare sovrapposizioni con la normativa generale sull'equo compenso.

Si evidenzia che, in virtù di quanto disposto dal Correttivo:

  • per gli affidamenti diretti inferiori a 140.000 euro, il compenso può essere ridotto fino a un massimo del 20%, purché tale riduzione non comprometta la sostenibilità economica della prestazione professionale;
  • la norma specifica che questa deroga rientra nella disciplina speciale dei contratti pubblici, distinta dalla normativa generale sull'equo compenso prevista dalla Legge n. 49/2023.

Per importi pari o superiori a 140.000 euro, i corrispettivi seguono parametri fissati nel Codice, includendo spese, oneri accessori e compensi, con una ripartizione che limita il ribasso applicabile.

ll criterio di aggiudicazione è basato sul miglior rapporto qualità/prezzo, introducendo il "prezzo fisso" per il 65% dell'importo e un massimo ribasso solo per il restante 35%. Questo approccio garantisce la sostenibilità economica delle offerte.

 

Responsabilità dei progettisti

Secondo il Consiglio di Stato, le nuove disposizioni sulla responsabilità dei progettisti (in caso di errori o omissioni) introducono obblighi di risarcimento in forma specifica, ma la formulazione normativa risulta ambigua.

Si propone di riformulare la norma per renderla coerente con i principi costituzionali (art. 23) e la disciplina civilistica.

 

Digitalizzazione e strumenti di gestione informativa (BIM): ANCI chiede l'aumento della soglia a 4 milioni di euro

Le norme sul Building Information Modeling (BIM) sono state migliorate, ma il Consiglio suggerisce di limitare gli obblighi di digitalizzazione ai progetti di importo significativo, per evitare eccessivi oneri per le stazioni appaltanti più piccole.

L'ANCI, in tal senso, ha chiesto specificatamente di aumentare la soglia di utilizzo del BIM da due milioni a quattro milioni, poiché "un’introduzione generalizzata per gli appalti superiori a due milioni costringerebbe un grande numero di stazioni appaltanti a ricorrere ad incarichi esterni per dotarsi di personale formato".

 

Clausole sociali

Le modifiche sulle clausole sociali appaiono chiare, ma il Consiglio di Stato suggerisce un migliore coordinamento con le norme relative agli inviti e alle modalità di attuazione.

 

Contratti attuativi negli accordi quadro

Le norme sulla rinegoziazione dei contratti attuativi sono state ritenute poco chiare, in particolare per quanto riguarda la gestione degli squilibri contrattuali sopravvenuti.

Si propone di prevedere anche strumenti alternativi, come il diritto al recesso.

 

RUP e deleghe di funzioni dei responsabili di fase

La Commissione precisa che il responsabile di fase è un semplice responsabile di procedimento che non ha alcun potere di delega e suggerisce di arrivare ad un testo in cui l’unico soggetto che può delegare alcuni compiti correttamente è il solo RUP. 

Nel condivisibile testo suggerito, si legge che «Il Rup può delegare al personale della stazione appaltante, dell’ente concedente, della centrale di committenza ovvero del soggetto aggregatore lo svolgimento di mere operazioni esecutive, esclusa ogni attività di verifica e di valutazione, nell’ambito del ciclo di vita digitale dei contratti pubblici, incluso l’accesso alle piattaforme di cui all’articolo 25 del Codice e ai servizi messi a disposizione dall’Anac».

In definitiva, il Consiglio di Stato apprezza lo sforzo di migliorare il Codice Appalti, ma sottolinea la necessità di una maggiore attenzione al coordinamento normativo, all'impatto economico e alla coerenza con i principi giuridici fondamentali.

Palazzo Spada invita il Governo integrare le analisi e a correggere le incongruenze segnalate per garantire l'efficacia e la sostenibilità delle modifiche introdotte.

 

Il parere della Conferenza Unificata

La Conferenza Unificata ha espresso il proprio parere lo scorso 3 dicembre: come per Palazzo Spada, è un 'si' condizionato a determinati aggiustamenti e all'accoglimento delle proposte avanzate da Regioni, Province e comuni (in primis la questione dell'aumento della soglia BIM).

In allegato è scaricabile il testo completo con tutte le osservazioni.

 

I prossimi passi

All'appello mancano ancora i pareri delle Commissioni parlamentari permanenti, poi MIT e Governo dovranno 'ragionare' sul testo del Correttivo in base ai pareri ricevuti ed eventualmente modificarlo (oppure mantenere lo stesso testo), prima del passaggio definitivo in Consiglio dei Ministri.

Ricordiamo che la scadenza concessa al Correttivo è fine marzo 2025, anche se fonti vicine al MIT vogliono il Correttivo in Gazzetta Ufficiale entro la fine dell'anno.

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