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Convegno sul Protocollo di Nagoya e le risorse genetiche: conservazione, utilizzo, benefici

È possibile seguire l’evento in streaming, sul sito www.isprambiente.gov.it

Una garanzia, per i Paesi che dispongono di una ricca biodiversità, di vedere equamente distribuiti i benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e l’appropriato trasferimento delle relative tecnologie, con il conseguente incentivo a preservare con maggiore impegno l’inestimabile patrimonio di biodiversità di cui dispongono: il Protocollo di Nagoya (ABS) risponde al terzo obiettivo della Convenzione sulla Diversità Biologica (CDB) e adotta un quadro giuridico internazionale condiviso che regolamenta l’accesso alle risorse genetiche.
Il provvedimento, entrato in vigore nel 2014 e ad oggi sottoscritto da 92 Parti e ratificato da 73 di esse, regola l’accesso alle risorse genetiche e alle conoscenze tradizionali, sostenendo la ripartizione dei vantaggi tra utilizzatori, Paese fornitore e comunità indigene.
L’entrata in vigore del Protocollo e del Regolamento UE 511/2014 sulla conformità al Protocollo degli utilizzi dell’Unione apre nuovi scenari per i molteplici soggetti coinvolti in attività di ricerca e sviluppo.
 
“Il Protocollo di Nagoya è un modello funzionale alla conservazione della biodiversità. La diversità biologica - dichiara il Sottosegretario all’Ambiente Barbara Degani - diventa elemento fondamentale per lo sviluppo di politiche sostenibili che favoriscano sempre più il benessere delle persone.
L’impegno del governo e in particolare il mio è quello di educare tutti i cittadini, attraverso l’educazione allo sviluppo sostenibile, a un accesso e un uso delle risorse che sia rispettoso e partecipato per garantire un’equa distribuzione dei preziosi benefici che ne scaturiscono per il pianeta. Vogliamo così promuovere e sostenere un nuovo modello economico che si basa sull’intima e rispettosa interazione tra il capitale naturale e il capitale umano”.
 
Il Protocollo stabilisce che gli utilizzatori accedano alle risorse genetiche (o alle conoscenze tradizionali a esse associate) in conformità con le regole di accesso definite dallo Stato fornitore di tali risorse e concordino con esso le modalità di utilizzazione e ripartizione dei benefici derivanti da detta utilizzazione.
Di risorse genetiche (animali, vegetali, microrganismi) sono ricchi soprattutto i Paesi in via di sviluppo mentre i Paesi utilizzatori coincidono con quelli industrializzati; l’Italia è ricca di biodiversità, in virtù soprattutto di una favorevole posizione geografica e di una grande varietà geomorfologica, microclimatica e vegetazionale, determinata anche da fattori storici e culturali. Grazie a queste caratteristiche, siamo un esempio sia di Paese fornitore che utilizzatore.
Ma chi sono questi “utilizzatori”? Istituti di ricerca, Università, aziende private operanti in settori come la farmaceutica, l’agricoltura, l’orticultura, la cosmetica e le biotecnologie.
Il nuovo Protocollo, che l’Italia ha firmato nel giugno 2011, e che si svilupperà nei prossimi anni, introduce il concetto di biodiversità non solo come bene da preservare ma anche come elemento con una forte connotazione economica. Grazie ad esso, la possibilità di agire in un regime di maggiore trasparenza rispetto allo scambio di risorse genetiche e la ripartizione di benefici.
 
Di tutto questo si discute oggi e domani a Padova, nel corso del Convegno “Il Protocollo di Nagoya e le risorse genetiche: accesso, utilizzo e ripartizione dei benefici”, organizzato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con il supporto di ISPRA.
A fare da cornice all’evento, la storica sede del Giardino Botanico dove, al termine della seconda giornata, si terrà una visita guidata.
Ad aprire le due giornate di approfondimento, il Sottosegretario di Stato Barbara Degani assieme al Direttore generale per la Protezione della Natura e del Mare Maria Carmela Giarratano, il Rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto e il Responsabile della Comunicazione scientifica dell’Università di Padova Dietelmo Pievani.
Presenti anche rappresentanti d’istituzioni internazionali, europee e nazionali, tra cui ISPRA, ed esponenti di categorie portatrici d’interesse, che introdurranno le principali novità legislative, i casi pratici, e i risultati delle prime indagini conoscitive che il Ministero ha condotto con il supporto dell’Istituto e di Unioncamere.
 

È possibile seguire l’evento in streaming, sul sito www.isprambiente.gov.it