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Contratto di fiume: che cos'è, chi coinvolge e come realizzare la pianificazione a tutela delle risorse idriche

In risposta alla persistente crisi climatica, esistono degli accordi che vengono stipulati tra entità territoriali con l'obiettivo di gestire e tutelare le risorse idriche del Paese attraverso una pianificazione strategica e negoziata in ottica di salvaguardia ambientale. Vediamo nel dettaglio.

Contratto di Fiume: di cosa parliamo

Quando si parla di Contratto di Fiume si intende un accordo stipulato tra diverse entità che hanno il compito di gestire le risorse idriche, attraverso la pianificazione territoriale e la salvaguardia ambientale. Questo strumento rappresenta una forma volontaria di pianificazione strategica e negoziata che mira a promuovere la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione delle aree fluviali, contribuendo contemporaneamente alla mitigazione dei rischi idraulici e allo sviluppo locale.

Quindi, queste tipologie di accordi permettono di realizzare un sistema di regole in cui intervengono diversi attori negli ambiti di rendimento economico, sostenibilità, utilità pubblica con l'obiettivo di riqualificare un bacino fluviale.

Restituire i corsi d’acqua al territorio e il territorio ai corsi d’acqua.

Il Contratto di Fiume contribuisce al raggiungimento degli obiettivi delle Direttive Europee sulle Acque (2000/60/CE) e sulle Alluvioni (2007/60/CE), sostenendo politiche e iniziative volte a creare comunità fluviali resilienti, mitigando le pressioni causate da decenni di urbanizzazione non regolamentata.

Diversi sono i corsi d'acqua in diverse regioni che si trovano in situazioni critiche dovute a inquinamento, alla crescente urbanizzazione e ai cambiamenti delle sponde, tra le altre cause, che hanno danneggiato l'ambiente fluviale e la qualità dell'acqua. Basti ricordare anche l'alluvione in Romagna a maggio 2023. Queste zone sono diventate sempre più vulnerabili agli eventi estremi causati dai cambiamenti climatici. I fiumi e le aree circostanti sono stati notevolmente modificati e hanno perso gran parte della loro capacità naturale di rispondere alle pressioni.

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In Emilia-Romagna sono caduti 200-250 mm di pioggia in 36 ore, un fenomeno che ha causato morte e distruzione. Sui perchè di questa tragedia abbiamo intervistato il Presidente dei Geologi dell'Emilia-Romagna Paride Antolini, che evidenzia due aspetti da migliorare per evitare situazioni simili: cura del territorio e addestramento della popolazione.

La Storia: Lombardia tra le prime regioni a utilizzare il Contratto di Fiume

Dopo le prime iniziative internazionali e l'esperienza del Contratto di Fiume Olona, firmato nel 2006, è nato il Contratto di Fiume Seveso il 13 dicembre 2006. A questo hanno partecipato 46 comuni del bacino, 3 province (Como, Monza-Brianza e Milano), 6 enti parco, oltre a ATO, Agenzia Interregionale per il PO, Autorità di Bacino del Po, Ufficio Scolastico per la Lombardia, Regione e ARPA Lombardia.

Nel 2012 è stato istituito il Contratto di Fiume del Lambro Settentrionale con 83 firmatari che ne hanno ufficializzato l'adesione. Questo Contratto coinvolge tutte le province interessate, tra cui Como, Lecco, Lodi, Milano e Monza Brianza, garantendo una copertura quasi continua dell'area attraversata dal fiume.

Nel 2015 sono stati firmati i Contratti di Fiume Mincio e Adda sopralacuale, seguiti da quello del fiume Bardello. Nel 2019, la Regione Lombardia ha sottoscritto un accordo quadro per il risanamento del lago di Varese. Sono in corso diverse iniziative e protocolli d'intesa per i bacini di Toscolano, Media Valle del Po e Olona inferiore, mentre sono in fase iniziale di sviluppo il Patto del Mella e il Contratto di Fiume dell'Oglio Sud. Negli ultimi anni, sono emersi molti Contratti di Fiume promossi dalle comunità locali o da altri enti, spesso con il sostegno della Regione Lombardia ma senza un ruolo centrale da parte di questa.

Altre regioni italiane hanno seguito l'esempio, tra cui Piemonte, Emilia-Romagna e molte altre.

Chi può aderire

Le entità che possono aderire a un Contratto di Fiume includono:

  • Comuni
  • Province e altri enti sovralocali, come gli enti regionali
  • Gestori e ATO (Ambiti Territoriali Ottimali)
  • Consorzi
  • Parchi Regionali e PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale)
  • Associazioni 
  • Privati e imprese (sebbene siano ancora rari)

Programmi delle Azioni (PdA)

I Programmi delle Azioni costituiscono lo strumento operativo dei Contratti di Fiume. Questi documenti fanno parte integrante del Contratto di Fiume e contribuiscono all'attuazione degli obiettivi a lungo termine attraverso progetti e azioni multidisciplinari realizzabili nel breve e medio periodo. Le azioni all'interno dei PdA devono essere progettate per essere completate entro tre anni o, se necessario, suddivise in fasi funzionali. I PdA devono anche specificare i soggetti responsabili, i costi stimati, le risorse umane ed economiche necessarie e la copertura finanziaria, oltre a una descrizione del contributo di ciascuna azione per il raggiungimento degli obiettivi delle direttive pertinenti.

I PdA possono comprendere sia interventi strutturali (come progetti di ingegneria naturalistica) che azioni non strutturali, come la formazione di professionisti coinvolti in progetti ambientali.

Contratti di Fiume riconosciuto a livello legislativo

Nel 2016, il Collegato Ambientale ha riconosciuto i Contratti di Fiume a livello legislativo (articolo 68-bis del D.Lgs 152/2006), conferendo loro un ruolo importante e di grande riconoscimento nella pianificazione territoriale a livello di bacino idrografico e sottobacino

L'Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume, composto da Regioni, Autorità di Bacino distrettualiISPRA ed esperti in materia di Contratti di Fiume, coordina e indirizza l'attuazione di questi strumenti a livello locale, regionale e nazionale.

Attualmente, sono stati identificati complessivamente 206 Contratti di Fiume in Italia, ma solo 60 di questi sono stati firmati e sono in fase di attuazione dei relativi Programmi di Azioni.

Come si realizza un Contratto di Fiume

Per creare un nuovo Contratto di Fiume, sono necessari diversi passaggi principali:

  • Condivisione di un documento d'intenti tra le entità interessate, che espone le motivazioni, gli obiettivi e le criticità specifiche dell'area oggetto del Contratto.
  • Realizzazione di un'analisi approfondita sugli aspetti ambientali, sociali ed economici del territorio coinvolto.
  • Stesura di un documento strategico che definisce uno scenario a medio-lungo termine integrando gli obiettivi della pianificazione di distretto con le politiche di sviluppo locale.
  • Definizione di un Programma d'Azione (PA) con obiettivi, attori coinvolti, tempi, risorse necessarie e copertura finanziaria.
  • Attuazione di processi partecipativi aperti per condividere obiettivi, impegni e finalità tra i soggetti coinvolti.
  • Firma del Contratto di Fiume, che contrattualizza le decisioni condivise e stabilisce gli impegni specifici delle parti.
  • Implementazione di un sistema di controllo e monitoraggio per verificare l'attuazione delle azioni e la qualità dei processi deliberativi.
  • Diffusione pubblica dei dati relativi al Contratto di Fiume, in conformità alle normative sull'accesso del pubblico all'informazione e la partecipazione del pubblico ai processi decisionali.

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