Contrasto alle isole di calore urbano: pavimentazioni in calcestruzzo drenante per città più fresche

Clima e città: la sfida dell’innalzamento delle temperature

Secondo il Copernicus Global Climate Highlights Report 2024, il 2024 è stato il primo anno con una temperatura media globale oltre 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, soglia fissata dall’Accordo di Parigi per contenere il riscaldamento globale. Per 11 mesi consecutivi, le temperature hanno superato questo limite, con una media combinata 2023-2024 di 1,54°C. L’Europa si conferma il continente che si riscalda più velocemente.

Anche se il superamento della soglia per un breve periodo non viola l’Accordo di Parigi, il ritmo attuale di +0,2°C per decennio rende sempre più probabile il mancato rispetto dell’obiettivo entro il 2030. Per affrontare il cambiamento climatico, è fondamentale agire sia sulla riduzione delle emissioni (mitigazione) che sull’adattamento, riducendo vulnerabilità e rischi per persone, infrastrutture e servizi.

Il Green Deal europeo punta alla neutralità climatica entro il 2050 e a una maggiore resilienza. Le città, però, restano le aree più vulnerabili: l’effetto isola di calore urbana le espone a un riscaldamento più intenso, aggravato dall’urbanizzazione, dall’impermeabilizzazione del suolo e dalla carenza di spazi verdi. L’IPCC sottolinea la necessità di politiche di adattamento specifiche per ridurre il rischio climatico in ambito urbano.

Isola di Calore Urbana (UHI): Cos'è e perché è un problema

L’isola di calore urbana (Urban Heat Island - UHI) è un fenomeno che provoca un significativo aumento delle temperature nelle città rispetto alle aree rurali circostanti. Nelle metropoli densamente urbanizzate, l’incremento della temperatura può superare i 3°C, con escursioni termiche tra giorno e notte che raggiungono i 12°C. Questo fenomeno ha impatti negativi sul comfort abitativo, sul consumo energetico e sulla salute pubblica.

Cause dell’isola di calore urbana: perché le città si surriscaldano

Le principali cause del fenomeno UHI includono:

• Estensione delle superfici costruite, che trattengono calore e limitano la dispersione termica.
• Scarsità di spazi verdi, che riducono la capacità di raffrescamento naturale.
• Materiali artificiali di colorazione scura che assorbono più calore.
• Calore antropogenico, generato da attività umane, trasporti ed edifici, che amplifica il riscaldamento locale.
• Inoltre, l’uso intensivo di condizionatori d’aria aumenta il consumo energetico e contribuisce ulteriormente all’emissione di calore e gas serra (GHG).

L’accumulo di calore nelle ore notturne

Le superfici urbane, come strade asfaltate e coperture, rilasciano durante la notte il calore assorbito di giorno, mantenendo alte le temperature anche dopo il tramonto. Questo effetto amplifica l’impatto delle ondate di calore, soprattutto se i materiali impiegati sono di colorazione scura, aumentando i rischi per la salute, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione.

Albedo e Indice di Riflettanza Solare (SRI): il ruolo dei materiali

L’intensità dell’isola di calore urbana dipende anche dalla capacità delle superfici di riflettere o assorbire la radiazione solare. Due parametri fondamentali in questo contesto sono:

• Albedo: esprime la frazione di luce solare riflessa da una superficie. L’albedo medio terrestre è 0,30, cioè il 30% dell’energia solare viene riflesso, mentre il restante 70% viene assorbito.
• Indice di Riflettanza Solare (SRI): misura la capacità di un materiale di riflettere la luce solare e rilasciare il calore accumulato. Materiali chiari con SRI superiore a 0.29 riflettono più energia e rimangono più freschi, mentre quelli scuri assorbono calore e contribuiscono al surriscaldamento.

L’impatto delle superfici urbane sul riscaldamento

Le superfici con bassa albedo, come l’asfalto, sono tra i principali responsabili dell’intensificazione dell’UHI. L’asfalto, in particolare, può raggiungere temperature superiori ai 60°C durante le giornate estive più calde, contribuendo al riscaldamento delle aree circostanti e aumentando il disagio termico.

Come contrastare l’Isola di Calore Urbana?

Per mitigare il fenomeno UHI è fondamentale adottare soluzioni sostenibili, tra cui:

• L’utilizzo di materiali riflettenti per pavimentazioni e tetti.
• L’incremento delle aree verdi e dei tetti verdi per migliorare il raffrescamento naturale.
• L’uso di superfici drenanti per favorire l’evaporazione e ridurre il calore accumulato.

L’isola di calore urbana rappresenta una sfida crescente per le città moderne, ma strategie mirate possono contribuire a migliorare il comfort urbano e ridurre gli effetti del cambiamento climatico.

Per approfondire sull'argomento, ti invitiamo a leggere questo articolo
Isole di calore urbano: pavimentazioni drenanti per “rinfrescare” le città
L'articolo è stato pubblicato sul BLOG di Heidelberg Materials Italia ed è a firma di Mariana Garcia, Sustainable Solutions & Applications Specialist Heidelberg Materials Italia.

Heidelberg Materials: combattere le Isole di calore con il calcestruzzo drenante i.idro DRAIN

Il calcestruzzo drenante i.idro DRAIN

In questo contesto, si colloca i.idro DRAIN, la soluzione in calcestruzzo drenante di Heidelberg Materials per pavimentazioni ispirate ai principi della sostenibilità e realizzate all’insegna di un’architettura di qualità.

Il particolare mix design di i.idro DRAIN permette di confezionare un calcestruzzo con ottime performance meccaniche e, allo stesso tempo, un’altissima capacità drenante, circa 100 volte superiore a quella di un terreno naturale, e un elevato valore estetico.

Con i.idro DRAIN si possono realizzare pavimentazioni, bianche e colorate, dedicate alla mobilità lenta e sostenibile per le quali siano rilevanti gli aspetti architettonici, legati alla compatibilità e armonia cromatica con il contesto paesaggistico, e funzionali, connessi alla scorrevolezza, all’aderenza, alla capacità drenate, che ne favoriscano sicurezza e percorribilità.

Queste pavimentazioni aumentano sensibilmente l’effetto “albedo” e contribuiscono alla mitigazione dell’isola di calore urbana, riducendo la temperatura al suolo anche di 30°C nella stagione estiva rispetto ad una normale pavimentazione in asfalto che, al contrario, può raggiungere oltre 60°C nelle giornate estive più calde.

In funzione delle diverse aree, le superfici realizzate con i.idro DRAIN hanno un valore di SRI sempre maggiore di 29, valore minimo stabilito dai CAM per le superfici esterne. In particolare, il valore di SRI è pari a 33 per i.idro DRAIN grigio e 46 per i.idro DRAIN bianco.

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Il calcestruzzo drenante i.idro DRAIN è un prodotto altamente sostenibile che conferma l’impegno di Heidelberg Materials nella produzione di prodotti innovativi, sostenibili e di qualità. Le sue caratteristiche e la certificazione EPD, di cui è in possesso, lo rendono la soluzione ideale nei progetti in cui la scelta dei materiali è diventata un elemento qualificante (green procurement), nelle gare di appalto pubbliche e nei protocolli di valutazione della sostenibilità delle costruzioni: LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), GBC Italia, ITACA, DGNB e BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method). Soltanto lo scorso anno, le squadre di i.build, la business unit di HM Italia Calcestruzzi SpA specializzata nella posa di pavimentazioni «chiavi in mano», ha posato oltre 500 pavimentazioni drenanti in tutta Italia.