Presentato alla Farnesina il Rapporto 2014. Forti i comparti delle autostrade e delle ferrovie, in aumento gli impianti ambientali, l’edilizia sanitaria, gli hotel e i centri di ricerca.
Ben 17 miliardi di euro di commesse acquisite all’estero nell’ultimo anno dalle imprese italiane di costruzione. Un risultato importante che porta le costruzioni italiane al nono anno consecutivo di crescita di fatturato oltreconfine: +8,6%. Un valore che dal 2004 al 2013 è più che triplicato (+206%) passando da poco più di 3 a oltre 9,5 miliardi di euro e che rappresenta ormai il 60% del fatturato totale prodotto.
È quanto emerge dall'ultima
indagine conoscitiva elaborata dall'Ance presentata l’8 ottobre presso Villa Madama
congiuntamente con il Ministero degli Esteri. All’incontro hanno partecipato il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,
Lapo Pistelli, il Vice Ministro dello Sviluppo Economico,
Carlo Calenda, il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ambasciatore
Michele Valensise, insieme al Presidente dell’ANCE,
Paolo Buzzetti, e al Vice Presidente e Presidente del Comitato Lavori all’estero dell’Associazione,
Giandomenico Ghella.
I mercati esteri continuano ad essere sbocco strategico per le imprese edili italiane in virtù anche di un mercato interno notevolmente ridotto dalla crisi. L’elevata tecnologia raggiunta insieme all’intenso lavoro di diplomazia economica ha portato nell’ultimo anno al raddoppio del valore delle commesse acquisite nei Paesi del G20, notoriamente molto più competitivi e difficili da penetrare.Nel 2013 l’ammontare dei nuovi lavori acquisiti in quest’area supera gli 8 miliardi di euro, vale a dire il 46% del totale.
Oltre ai tradizionali comparti delle autostrade e delle ferrovie, infatti, le imprese italiane stanno conquistando fette di mercato anche nell’ambito di impianti ambientali, edilizia sanitaria, hotel e centri di ricerca, segno che il Know How tecnologico raggiunto e la stretta collaborazione con la Farnesina sta dando ottimi frutti all’industria delle costruzioni italiana a livello mondiale.
DI SEGUITO LA SINTESI DEI DATI DEL RAPPORTO
Fatturato prodotto all’estero più che triplicato in meno di 10 anni (dai 3 miliardi del 2004 ai 9,5 del 2013), produzione aumentata dell’8,6%, portafoglio commesse arricchito di 319 nuovi lavori per complessivi 17 miliardi di euro. Sono i risultati dell’indagine Ance sulle imprese di costruzione italiane presenti all’estero.
Numeri importanti, specie se confrontati con la difficile situazione del mercato a livello nazionale. Nel periodo 2004-2013, infatti, le imprese che hanno partecipato al Rapporto Ance hanno visto diminuire la propria attività in Italia del 7,2%, mentre al di fuori dei confini nazionali è cresciuta del 206%.
Negli ultimi anni si sta assistendo, per molte aziende, a una vera e propria sostituzione tra le attività nazionali e quelle estere. Se nel 2004 il fatturato prodotto in Italia rappresentava il 70% mentre quello estero pesava poco più del 30%, oggi la situazione è quasi ribaltata: 60,1% fatturato estero, meno del 40% fatturato prodotto nel mercato interno.
A fine 2013 le aziende italiane erano presenti in 87 paesi, di cui 8 di nuova acquisizione, e impegnate in 797 commesse, per un controvalore di oltre 70 miliardi di euro.
Nelle 87 aree oggetto d’investimento rientrano ben 20 Paesi Ocse, 15 Paesi appartenenti al G-20 e tutti e 4 i Paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina).
Sia nei Paesi Ocse (4,6 miliardi) che nei Paesi G-20 (8 miliardi) le acquisizioni del 2013 sono raddoppiate rispetto all’anno precedente. Risultati che si devono sia all’elevato know how tecnologico raggiunto dalle nostre imprese che all’intenso lavoro di diplomazia economica, che hanno consentito di penetrare in mercati notoriamente molto complessi e competitivi.
L’America meridionale resta comunque la regione in cui si concentra il maggior importo dei lavori (24,7%), con il Venezuela che continua a essere la “piazza” più importante per le imprese italiane, grazie alle importanti commesse infrastrutturali ottenute negli anni passati.
Al secondo posto il Medio-Oriente, il cui peso è più che raddoppiato in virtù delle nuove aggiudicazioni del 2013 (16,3%). Arabia Saudita e Qatar, in particolare, sono i paesi che negli ultimi mesi hanno fatto la parte del leone.
Per quanto riguarda la tipologia di opere, le ferrovie risultano leader assolute, con oltre un terzo del valore complessivo delle commesse. In crescita anche le opere idrauliche, con interventi per più di 1 miliardo di euro sparsi in tutto il mondo.
Vanno segnalati, inoltre, l’aumento degli interventi in campo ambientale e le realizzazioni di business centre, hotel, università e centri di ricerca.
All’attività realizzativa è sempre più spesso associata quella gestionale, con importanti contratti di concessione in settori strategici come la sanità o la generazione e distribuzione di energia.
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