Consumo del suolo nel 2022: + 900 ettari ricoperti in un anno, le città diventano sempre più calde e impermeabili
Il Report "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023" prodotto da SNPA ha rilevato un consumo nel 2022 di ben 77 kmq di suolo, rappresentando un aumento del 10% rispetto al 2021. Questo fenomeno ha creato città sempre più calde e impermeabili, riducendo ulteriormente le aree agricole e compromettendo i servizi ecosistemici essenziali. Questo fenomeno ha anche influenzato negativamente l'esposizione al rischio idrogeologico.
Città e cambiamenti climatici: cosa comporta l'aumento del consumo del suolo
Il "Rapporto sul Consumo di Suolo, Dinamiche Territoriali e Servizi Ecosistemici" rappresenta un prodotto di fondamentale importanza messo a disposizione dal Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA), che assume la responsabilità di monitorare attentamente l'evoluzione del territorio e il consumo di suolo. Questo rapporto, insieme alle preziose cartografie e alle banche dati di indicatori ad esso allegate, offre una panoramica aggiornata delle dinamiche di trasformazione della copertura del suolo. Inoltre, esso consente di valutare il progressivo degrado del territorio e l'impattante influenza del consumo di suolo sul paesaggio circostante e sui servizi ecosistemici che esso offre.
Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) è operativo dal 14 gennaio 2017, data di entrata in vigore della Legge 28 giugno 2016, n. 132 “Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale”.
Esso costituisce un vero e proprio Sistema a rete che fonde in una nuova identità quelle che erano le singole componenti del preesistente Sistema delle Agenzie Ambientali, che coinvolgeva le 21 Agenzie Regionali (ARPA) e Provinciali (APPA), oltre a ISPRA.
Le aree a pericolosità idraulica media hanno subito un ulteriore deterioramento nel 2022, con la copertura di oltre 900 ettari di suolo in un solo anno. Questo consumo di suolo, oltre al contributo ai cambiamenti climatici, ha reso le aree urbane ancora più calde, specialmente durante i periodi estivi. Nel corso di soli dodici mesi, la superficie urbanizzata è cresciuta di altri 77 chilometri quadrati, superando il 10% in più rispetto all'anno precedente.
Nelle principali città italiane, l'aumento della densità delle costruzioni artificiali ha portato a un aumento significativo delle temperature, con valori che toccano i 43-46°C nei giorni più caldi nelle aree più urbanizzate. La differenza di temperatura tra le aree urbane di pianura e il resto del territorio è in media di 4°C in estate, con punte di 6°C a Firenze e oltre 8°C a Milano.
Rischio idrogeologico: le conseguenze negative dell'aumento del consumo del suolo
Il consumo di suolo ha anche influenzato negativamente l'esposizione della popolazione al rischio idrogeologico. Nel 2022, sono stati impermeabilizzati oltre 900 ettari di territorio nazionale in aree con pericolosità idraulica media. Inoltre, in soli 12 mesi, sono stati persi altri 4.500 ettari di terre agricole, corrispondenti al 63% del consumo di suolo a livello nazionale.
I costi nascosti di questa perdita di servizi ecosistemici sono significativi, ammontando a 9 miliardi di euro all'anno, calcolati sulla base dei dati raccolti tra il 2006 e il 2022.
Il Rapporto "Il consumo di suolo in Italia 2023", pubblicato dall'ISPRA con cadenza annuale dal 2014, è giunto alla sua decima edizione ed è ora un prodotto SNPA. Il rapporto presenta nuove stime sul consumo di suolo per tutti i comuni italiani, ottenute attraverso una cartografia aggiornata e basata su immagini satellitari ad alta risoluzione. Inoltre, l'Atlante del consumo di suolo accompagna il rapporto, fornendo mappe dettagliate del fenomeno a livello nazionale e locale.
Il consumo di suolo continua a modificare il paesaggio italiano, con oltre 21.500 chilometri quadrati di copertura artificiale, che costituiscono il 7,14% del territorio nazionale (7,25% escludendo fiumi e laghi). I cambiamenti più significativi dell'ultimo anno si sono concentrati in alcune aree specifiche, come la pianura Padana, la parte lombarda e veneta, la via Emilia, la costa adriatica e alcune zone del litorale romagnolo, marchigiano e pugliese.
La perdita di suolo e dei servizi ecosistemici, inclusa la capacità di assorbire l'acqua, non mostra segni di rallentamento. Circa il 13% del consumo di suolo totale (circa 900 ettari) si verifica nelle aree a pericolosità idraulica media, dove il 9,3% del territorio è ormai impermeabilizzato, superando la media nazionale.
Consumo del suolo: +35% in aree a pericolosità sismica alta/medio alta
Considerando il consumo di suolo dell'ultimo anno, oltre il 35% (più di 2.500 ettari) si trova in aree a pericolosità sismica alta o molto alta, mentre il 7,5% (quasi 530 ettari) si trova in aree a rischio frane.
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I cambiamenti climatici in atto e previsti non hanno precedenti. L’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi desta particolare attenzione, poiché ha importanti risvolti sulle frane e sul dissesto geo-idrologico. Valutare come i cambiamenti climatici condizionano la numerosità, la tipologia, la distribuzione e la frequenza delle frane non è un’attività semplice, ma quanto mai necessaria.
Logistica e grande distribuzione le cause maggiori di consumo del suolo
Tuttavia, ci sono comuni virtuosi che hanno ridotto il consumo di suolo. Tra i comuni grandi con più di 50.000 abitanti, Ercolano in Campania ha registrato solo un aumento di 0,2 ettari nel 2022, mentre tra i comuni medi, Montale in Toscana ha mantenuto stabile il consumo di suolo. Anche tra i comuni con meno di 10.000 abitanti, San Martino Siccomario in Lombardia ha ridotto il consumo di suolo di 0,2 ettari. Tra i capoluoghi delle città metropolitane, Genova, Reggio Calabria e Firenze hanno risparmiato suolo.
Le attività legate alla logistica e alla grande distribuzione organizzata continuano a essere tra le principali cause del consumo di suolo in Italia, con un picco di crescita superiore a 506 ettari nel 2022. Negli ultimi sedici anni, il fenomeno si è concentrato principalmente nel Nord-Est del Paese, con oltre 1.670 ettari consumati, seguito dal Nord-Ovest con 1.540 ettari e il Centro con 940 ettari.
Le grandi infrastrutture rappresentano l'8,4% del consumo totale, mentre gli edifici costruiti su terreni agricoli o naturali nell'ultimo anno coprono quasi 1.000 ettari, corrispondenti al 14% delle nuove superfici artificiali.
I piazzali, i parcheggi e altre aree pavimentate hanno consumato 948 ettari in più, il 13,4% in più rispetto all'anno precedente. Le aree estrattive hanno consumato 385 ettari di suolo, pari al 5,4% del totale. Inoltre, per l'installazione a terra di impianti fotovoltaici sono stati utilizzati quasi 500 ettari di terreno, di cui 243 rientrano nella categoria europea di consumo di suolo.
CONSULTA IL RAPPORTO SUL CONSUMO DEL SUOLO
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